C’era una volta Giunone e il mito della madre tradita

Una figura regale e potente, simbolo di protezione e guida per le donne durante i momenti cruciali della loro vita

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

Continuiamo il nostro viaggio attraverso i labirinti di storie e leggende, e ci imbattiamo in una figura che la mitologia ha quasi dimenticato, una presenza che si svela con riluttanza, celando dietro di sé un’aura di disprezzo e risentimento. Identificata con l’orgogliosa Hera della mitologia greca, sposa del potente Giove, emerge dalla nebbia dell’Olimpo una figura imponente, imbevuta di presunzione: Giunone.

Una dea che, pur avendo un ruolo di primo piano nell’Olimpo, potrebbe sembrare un personaggio poco simpatico, una figura che incute timore più che ammirazione. La sua fama è offuscata dalle sue azioni, dall’arroganza e dal desiderio di potere che la rendono, agli occhi di molti, un personaggio negativo.

Ma non lasciamoci ingannare dalle apparenze. Dietro ogni mito e ogni leggenda, si cela una storia di passioni umane, di emozioni e sentimenti che vanno oltre la superficie. E così, oggi cerchiamo di scoprire il vero volto di Giunone, di capire le sue motivazioni e di svelare i segreti nascosti dietro la sua maschera di superbia.

Giunone: la regina dell’Olimpo

Giunone, un nome spesso oscurato dall’ombra di Giove, è stata a lungo relegata al ruolo di consorte tradita e gelosa. Tuttavia, questa rappresentazione non rende giustizia alla complessità del suo carattere e alla vastità dei suoi poteri. Nella sua vera essenza, era molto più di una semplice moglie: era una potente creatrice, una guida sagace e una figura centrale in innumerevoli vicende.

La sua presenza permeava ogni aspetto della vita antica, influenzando persino il risultato delle battaglie. La sua grandezza risiedeva nella capacità di incarnare sia la forza, sia la vulnerabilità, rendendola una delle dee più affascinanti e complesse dell’Olimpo.

Nell’antica mitologia, Giunone partorì i suoi figli da sola, un atto di forza e indipendenza che raramente viene ricordato. Ha guidato i Greci nelle loro battaglie, mostrando una capacità di comando e una risolutezza senza eguali.

Ma forse il ruolo più importante era quello di “Grande Madre“. Questa potente divinità femminile governava, infatti, aspetti fondamentali della vita terrena. Dal parto al matrimonio, passando per il rinnovarsi della terra e delle stagioni, Giunone aveva sotto la sua protezione tutti questi cicli vitali.

L’ira di Giunone, la tempesta divina

Giunone, la regina degli dèi dell’Olimpo, è comunemente associata alla sua ira funesta. Ma quali sono i segreti e le cause scatenanti di questa emozione così potente? E quale terribile impatto ha il suo furore sul destino dei mortali?

In primo luogo, uno dei principali motivi era la gelosia nei confronti delle amanti di suo marito Giove. La fedeltà non era proprio la sua qualità migliore, e le sue numerose scappatelle erano fonte di grande tormento per la dea, che non esitava a vendicarsi sia sulle amanti del marito, sia sui figli nati da queste relazioni.

Un altro motivo di risentimento derivava dalla sua vendetta verso i mortali che non la onoravano adeguatamente. Riteneva, infatti, di essere degna del massimo rispetto e adorazione, e quando ciò non accadeva, la sua rabbia poteva essere tremenda.

L’epica storia di Enea, l’eroe troiano perseguitato dalla divina Giunone, è uno dei casi più emblematici legati a questa leggenda. La dea, consapevole che dalla sua stirpe sarebbe sorta la grande nazione latina, nutriva un’ostilità profonda nei confronti di questo valoroso eroe. Inoltre, provava un affetto particolare per Cartagine, la città che vedeva minacciata dall’ascesa di Roma, futura erede di Enea.

L’ira di Giunone può essere considerata, quindi, come una conseguenza del suo forte desiderio di proteggere i suoi interessi e preservare il suo status. Rappresenta la sua potenza, passione e determinazione nel difendere ciò che considera importante. Sebbene la sua ira possa portare alla distruzione, essa riflette anche la profondità dei suoi sentimenti e della sua volontà inarrestabile.