Stage, tirocini e lavoro part-time: come integrarli con la vita universitaria

Lavorare mentre si studia può essere un'opportunità per crescere professionalmente e guadagnare qualcosa in più. Scopri come scegliere tra stage, tirocini e lavori part-time, dove trovare le migliori opportunità e come organizzarti per gestire tutto al meglio

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Pubblicato: 15 Marzo 2025 16:58

Seguire un percorso universitario è già di per sé impegnativo, ma sempre più studenti scelgono di affiancarlo a un’esperienza lavorativa; che sia uno stage, un tirocinio o un lavoro part-time. Per alcuni è una necessità economica, per altri un modo per acquisire esperienza e rendere il proprio curriculum più competitivo. In ogni caso, conciliare studio e lavoro può sembrare un’impresa titanica: orari da incastrare, scadenze da rispettare, esami da preparare e, nel mezzo, la necessità di mantenere anche una vita sociale.

Ma è davvero possibile lavorare durante gli anni universitari senza compromettere i risultati accademici (e la salute mentale)? La risposta è sì, a patto di avere una buona organizzazione e scegliere le opportunità più adatte al proprio percorso.

Perché lavorare durante l’università può essere un vantaggio

Molti studenti vedono il lavoro durante l’università come un peso in più da gestire, ma in realtà può trasformarsi in una grande opportunità. Oltre al guadagno economico, che sicuramente aiuta a coprire le spese quotidiane, un’esperienza lavorativa durante gli studi consente di sviluppare competenze pratiche che saranno utilissime una volta entrati nel mondo del lavoro.

Avere nel curriculum uno stage o un lavoro part-time dimostra a futuri datori di lavoro che sei una persona proattiva, capace di gestire più impegni contemporaneamente e di adattarti a contesti professionali diversi. Inoltre, esperienze di questo tipo aiutano a sviluppare soft skills fondamentali; come il problem solving, la gestione del tempo, la comunicazione e il lavoro di squadra.

Non meno importante è il fatto che lavorare mentre si studia permette di capire meglio il proprio futuro professionale. Un tirocinio in un determinato settore può farti scoprire che non è davvero ciò che vuoi fare, oppure può confermare le tue passioni e darti la motivazione giusta per specializzarti ancora di più.

Le diverse opzioni: stage, tirocini e lavori part-time

Non tutte le esperienze lavorative durante l’università sono uguali, e a seconda delle esigenze e degli obiettivi personali, si può scegliere tra diverse possibilità.

Gli stage curriculari ed extracurriculari sono percorsi formativi che permettono agli studenti di acquisire esperienza pratica nel settore di studio. Gli stage curriculari sono spesso obbligatori in alcune facoltà e vengono svolti in aziende o enti convenzionati con l’università. Gli extracurriculari, invece, sono facoltativi e possono essere svolti anche dopo la laurea.

I tirocini formativi sono molto simili agli stage, ma spesso hanno una durata più lunga e un impatto più significativo sulla carriera futura. In alcuni casi, vengono retribuiti con un rimborso spese o con crediti formativi, ma la loro funzione principale è permettere agli studenti di imparare direttamente sul campo.

Infine, i lavori part-time sono una scelta comune tra gli studenti universitari, perché offrono maggiore flessibilità rispetto agli stage e ai tirocini. Si può lavorare come commessa, barista, babysitter, tutor per ripetizioni, oppure svolgere lavori freelance nel digitale, come copywriting, social media management o graphic design.

Come trovare lo stage o il lavoro giusto

Se hai deciso di affiancare un’esperienza lavorativa ai tuoi studi, il primo passo è sapere dove cercare. Le università spesso offrono servizi di orientamento al lavoro e pubblicano offerte di stage sui propri portali. Controllare questi annunci è un’ottima idea per trovare opportunità compatibili con il proprio percorso accademico.

Le piattaforme online sono un altro ottimo strumento per la ricerca. Siti come LinkedIn, Indeed e InfoJobs pubblicano offerte di lavoro e stage in moltissimi settori. Creare un profilo LinkedIn aggiornato e personalizzare il proprio curriculum per ogni candidatura può fare una grande differenza.

Partecipare a career day e fiere del lavoro è un’altra strategia efficace. In queste occasioni, aziende e università si incontrano per offrire opportunità agli studenti, e spesso è possibile consegnare il proprio CV direttamente ai responsabili delle risorse umane. Anche il passaparola è importante: parlare con professori, compagni di corso e conoscenti può aprire porte inaspettate.

Stage non retribuiti: pro e contro

Il tema degli stage non retribuiti è da sempre oggetto di dibattito: da un lato, offrono un’opportunità concreta per entrare nel mondo del lavoro, dall’altro possono risultare una forma di sfruttamento, soprattutto quando le mansioni richieste sono impegnative e di valore per l’azienda. Ma vale davvero la pena accettare uno stage senza compenso? La risposta dipende da diversi fattori, tra cui il settore, le prospettive di crescita e le possibilità economiche personali.

Un punto a favore degli stage non retribuiti è che possono rappresentare una porta d’accesso per chi non ha esperienza. Molte aziende, infatti, preferiscono candidati con un minimo di pratica nel settore, e uno stage, anche gratuito, può essere il primo passo per costruire un curriculum solido. In alcuni casi, questi tirocini offrono la possibilità di lavorare in ambienti prestigiosi, come grandi multinazionali o istituzioni di alto livello, che potrebbero aprire le porte a future opportunità di carriera. Inoltre, in alcune università, gli stage gratuiti vengono riconosciuti con crediti formativi, risultando utili anche ai fini accademici.

Dall’altro lato, non essere pagati per il proprio lavoro può essere frustrante, soprattutto se lo stage richiede molte ore di impegno. Per chi deve mantenersi agli studi o pagare l’affitto in un’altra città, lavorare gratuitamente può essere insostenibile, costringendo a rinunciare a esperienze di valore. Inoltre, in alcuni settori gli stage non retribuiti vengono spesso prolungati senza una reale possibilità di assunzione, portando gli studenti a lavorare per mesi senza alcuna garanzia per il futuro.

Quindi, come capire se vale la pena accettare uno stage non pagato? Prima di accettare, è importante valutare alcuni aspetti: il nome dell’azienda e la sua reputazione, le competenze che si possono acquisire, le possibilità di crescita e il tipo di mansioni richieste. Se si tratta di un’esperienza davvero formativa, che può aprire altre opportunità nel breve termine, allora potrebbe essere un investimento utile per il proprio futuro. Se invece lo stage sembra solo un modo per svolgere mansioni ripetitive senza un reale apprendimento, forse è meglio guardarsi intorno e cercare opportunità più vantaggiose.

Lavorare e studiare contemporaneamente: come valorizzarlo nel CV e nei colloqui

Le esperienze lavorative maturate durante l’università non sono solo un riempitivo nel curriculum, ma possono fare una grande differenza quando si entra nel mondo del lavoro. Dimostrare di aver saputo conciliare studio e lavoro è una prova concreta di impegno, organizzazione e determinazione; qualità che i datori di lavoro apprezzano particolarmente. Per questo motivo, è importante saper valorizzare al meglio queste esperienze nel CV e nei colloqui.

Nel curriculum, oltre a specificare il ruolo svolto, il periodo di lavoro e l’azienda, è utile evidenziare le competenze acquisite. Se, ad esempio, hai lavorato in un negozio come commessa, potresti sottolineare la capacità di gestire i clienti, risolvere problemi e lavorare sotto pressione. Se hai fatto un tirocinio in un ufficio, potresti evidenziare le abilità organizzative, la gestione di email e documenti, o la capacità di lavorare in team. Anche lavori apparentemente “semplici” possono insegnare competenze molto utili, come la comunicazione, la gestione del tempo e l’orientamento al risultato.

Durante un colloquio di lavoro, raccontare la tua esperienza può diventare un punto di forza. I recruiter apprezzano molto candidati che hanno avuto esperienze lavorative già durante gli studi, perché questo dimostra capacità di problem solving e autonomia. In un’intervista, puoi spiegare come sei riuscita a bilanciare gli impegni universitari con il lavoro, magari raccontando un episodio in cui hai gestito una scadenza importante o un momento di particolare stress.

Se hai lavorato in più ambiti, puoi anche evidenziare la tua flessibilità e capacità di adattamento, caratteristiche fondamentali in qualsiasi settore lavorativo. Infine, non sottovalutare l’importanza delle lettere di referenze: se hai avuto un buon rapporto con il tuo datore di lavoro o con il tutor di uno stage, chiedere una raccomandazione scritta può darti un vantaggio in futuro, specialmente se vuoi candidarti per posizioni più qualificate o competitive.

Lavorare mentre studi non è solo un modo per guadagnare o fare esperienza, ma un’opportunità per costruire un profilo professionale solido già prima della laurea. Se riesci a presentarlo nel modo giusto, può diventare un elemento chiave per distinguerti dalla concorrenza nel mercato del lavoro.

Come bilanciare studio e lavoro senza impazzire

Conciliare università e lavoro non è impossibile, ma richiede una buona organizzazione. La chiave è pianificare in anticipo e distribuire il carico di lavoro in modo equilibrato.

Creare una routine efficace è fondamentale: stabilire orari precisi per lo studio e il lavoro aiuta a evitare di accumulare stress e ritardi. Usare strumenti di gestione del tempo, come Google Calendar o Trello, permette di visualizzare gli impegni e distribuire meglio le attività.

Sfruttare al massimo i momenti liberi può fare la differenza. Se hai delle pause tra una lezione e l’altra, puoi approfittarne per ripassare o lavorare su piccoli progetti. Anche studiare in modo attivo, con tecniche come il metodo Pomodoro, aiuta a migliorare la concentrazione e ridurre le ore di studio.

Infine, non sovraccaricarsi è essenziale. Dire di no a troppi impegni è importante per evitare di esaurirsi. Lasciare spazio per il riposo e il tempo libero è fondamentale per mantenere un buon equilibrio e restare produttivi.

Come gestire lo stress e mantenere la motivazione

Bilanciare studio e lavoro può essere impegnativo e, a volte, stressante. Per evitare il burnout, è importante ascoltare il proprio corpo e riconoscere i segnali di stanchezza. Fare delle pause regolari aiuta a ricaricare le energie e a evitare di arrivare esausti agli esami.

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza. Se senti di essere sopraffatta dagli impegni, puoi confrontarti con amici, colleghi o tutor universitari per trovare strategie più efficaci.

Mantenere alta la motivazione è un altro aspetto fondamentale. Darsi degli obiettivi chiari e realistici aiuta a non perdere di vista il motivo per cui si sta lavorando durante l’università. Celebrare i piccoli successi, come superare un esame o ottenere un buon risultato sul lavoro, è un ottimo modo per restare motivate e continuare con determinazione.