Quando le vediamo esibirsi nei loro body luccicanti, leggere come farfalle, non ci rendiamo realmente conto di quanta fatica ci sia dietro alle performance di ginnastica ritmica e di certo non potevamo immaginare che una delle tante ginnaste, tra le più promettenti degli ultimi anni, avesse subito ciò che ha raccontato al quotidiano La Repubblica.
“Voglio proteggere le bambine più piccole: tutti devono sapere la realtà” ha affermato Nina Corradini nello spiegare il motivo della sua intervista, rilasciata per far conoscere al mondo – ma soprattutto alle nuove leve della ginnastica ritmica – ciò che ha passato, onde evitare che qualcun’altra, come lei racconta, subisca lo stesso trattamento e rischi di cadere in disturbi alimentari importanti e pericolosissimi soprattutto per le giovani donne.
Il racconto shock di Nina Corradini
Ma cosa raccontato Nina? Dalle parole dell’ex ginnasta, sembra che i problemi siano iniziati qualche mese dopo il suo arrivo a Cesano Maderno, in provincia di Milano, dove le Farfalle della Nazionale si allenano per sette o otto ore al giorno a cui si aggiungono diverse ore di studio da privatiste.
“Per le allenatrici ero solo una pedina, non c’era rapporto umano. Non mi hanno mai chiesto come stessi” ha affermato la diciannovenne “venivamo pesate ogni giorno, in mutande e davanti a tutti, sempre dalla stessa allenatrice. Cercavo di mettermi ultima in fila, non volevo essere presa in giro davanti alla squadra. L’allenatrice mi ripeteva ogni giorno: ‘Vergognati’, ‘mangia di meno’, ‘come fai a vederti allo specchio? Ma davvero riesci a guardarti?’. Una sofferenza”.
Nina è arrivata anche a prendere lassativi pur di perdere peso e non ancora oggi non capisce quali fossero gli standard richiesti, dato lei che pesava 55 chili per un metro e settantacinque di altezza. “Non so se la Federazione sia a conoscenza di questo metodo: magari dei controlli sì, ma del trattamento e delle umiliazioni no” ha anche sottolineato l’ex ginnasta.
“Mi pesavo 15 volte al giorno. Il lassativo mi disidratava e, non mangiando, non avevo più forze. Mi ammalavo, avevo poco ferro nel mio corpo. Una volta sono svenuta a colazione, ma le allenatrici mi hanno fatto andare lo stesso in palestra, pensavano fosse una scusa” ha continuato a raccontare Nina che, ha ammesso, “ancora oggi faccio fatica a mangiare davanti ad altre persone”.
Nina Corradini, chi è la ginnasta coraggiosa
Classe 2003, Nina Corradini ha iniziato ad avvicinarsi alla disciplina della ginnastica ritmica a otto anni quando si è iscritta alla Ginnastica Flaminio di Roma con la quale ha partecipato alla Serie A. In seguito, si è trasferita alla Eurogymnica Cascella e infine alla Faber Ginnastica Fabriano.
Seconda alle Nazionali Categoria nel 2016, Nina nel 2017 viene convocata nella squadra junior italiana e arriva a conquistare al Grand Pix di Kiev la medaglia d’oro alle dieci clavette. Podio che bissa agli Europei di Budapest, dove vince una storica medaglia d’argento insieme alla sua squadra.
Nel 2018 passa alla società Eurogymnica Cascella e miete altri successi diventando Campionessa nazionale e, infine, nel 2019 passa alla Faber Ginnastica Fabriano per poi entrare nella nazionale senior regalando grandi soddisfazioni.
Nel 2021, a diciott’anni e non senza dolore lascia lo sport che tanto ha amato. “Me lo ricordo il giorno in cui ho trovato la forza di andare via, era il 14 giugno 2021. Avevo passato ogni minuto degli ultimi mesi precedenti a desiderare di scappare da lì. Sul treno mi sono sentita sollevata” ha infatti confessato l’ex ginnasta “durante il mio periodo in squadra non ho mai parlato dei problemi con i miei genitori, neanche con le compagne: la competizione era molto alta, era più forte dell’amicizia. Inoltre, credevo che loro stessero bene, mi sentivo quasi in colpa a stare male”.
Dopo un anno di psicoterapia la Corradini ora sta meglio ed è una studentessa di Scienze della comunicazione. Alla fine, ai genitori ha detto tutto: “Mamma si è messa a piangere in un ristorante, papà invece si è arrabbiato tanto con le allenatrici. Anche perché ero minorenne”.