Olimpiadi di Parigi, perché si parla tanto del quarto posto di Benedetta Pilato

Con la commozione per il suo quarto posto ai 100 rana, Benedetta Pilato (nonostante le critiche) ci ha insegnato una lezione importante

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Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Pubblicato: 30 Luglio 2024 13:47

Dopo aver ottenuto il quarto posto ai 100 metri rana, Benedetta Pilato ha lasciato tutti senza parole reagendo alla mancata medaglia in maniera inaspettata. Lacrime di felicità per quello che, per un centesimo, sarebbe potuto essere un bronzo.

Benedetta Pilato, l’intervista dopo la finale dei 100 rana

19 anni, una forte voglia di farsi conoscere per le sue capacità e una gara davvero importante. Il 29 luglio Benedetta Pilato ha nuotato più veloce possibile per provare a salire sul podio dei 100 rana delle Olimpiadi di Parigi. Una competizione che dura una manciata di secondi, ma che viene preparata per anni.

Benedetta ha dato il massimo, partendo in corsia laterale e arrivando al quarto posto per un solo centesimo. Una gara comunque davvero ben fatta, tanto che lei stessa non è riuscita a contenere la felicità. La sua gara è però finita in trend sui social non tanto per il risultato, quanto per le dichiarazioni che la nuotatrice ha fatto durante l’intervista subito dopo essere uscita dalla vasca.

“Quarta per un centesimo di secondo, un centesimo per star fuori, ci hai provato con tutte le tue energie”. Ha detto la giornalista. “Sono lacrime di gioia, ve lo giuro, sono troppo contenta è stato il giorno più bello della mia vita” Ha risposto Benedetta. Una reazione che è sembrata strana alla sua interlocutrice, che ha commentato: “Ma veramente? Ci lasci senza parole, è strano vederti contenta perché tutti ci aspettavamo di vederti sul podio”.

La sua risposta meraviglia e ci dimostra la sua incredibile maturità: “Tutti tranne me. Un anno fa io non ero neanche in grado di farla questa gara. Ci ho provato dal primo metro, ve lo giuro, peccato”.

Le critiche dopo l’intervista a Benedetta Pilato

Un quarto posto celebrato come uno degli obiettivi più belli di sempre. Benedetta Pilato piange di gioia e ci insegna una cosa importantissima. Le medaglie sono belle, luminose ed è giusto puntare al miglior risultato con il giusto grado di competizione, ma il resto non è e non deve essere visto come un fallimento. Benedetta è giovane, di talento e lo ha dimostrato bracciata dopo bracciata.

Benedetta Pilato alla finale dei 100 rana di Parigi 2024
Fonte: Getty Images
Benedetta Pilato alla finale dei 100 rana di Parigi 2024

Una forza arrivata forte e chiaro agli spettatori e ai tanti sostenitori della nuotatrice, nonostante i commenti severi dei commentatori come la schermitrice Elisa Di Francisca che ha detto la sua dopo l’intervista: “Io non ci ho capito niente. Non so se ci fa o ci è, sinceramente non ci ho capito niente. Sinceramente non l’ho capita. Ci è rimasta male, obiettivamente male. Non è possibile. È assurdo, è surreale questa intervista. Che ci è venuta a fare? Io rabbrividisco, dico solo questo”.

Cosa ci insegnano le lacrime di gioia di Benedetta Pilato

Da quel momento sui social in moltissimi si sono schierati con la Pilato, giudicando i commenti come quello di Di Francisca un attacco gratuito e fuori luogo.

Un’idea condivisa anche da Federica Pellegrini, che in una storia Instagram ha commentato: “Mi sento di dire una cosa sull’intervista di ieri sera di Benedetta Pilato. Ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha sogni diversi e aspettative diverse! È bello vedere (dal di fuori) vincere ori in modi che possono sembrare semplici, ma non è assolutamente così! A volte un quarto posto, anche se per poco, è il nostro sogno più grande! Perché?! Perché Benny alla prima Olimpiade uscì in batteria e ieri sera si presentava con il settimo tempo! Le medaglie piacciono a tutti ma, questo l’ho capito solo alla mia ultima Olimpiade, a volte conta molto di più il viaggio! Le medaglie pesanti arriveranno, Benny ha solo 19 anni! Lasciamola sognare ciò che vuole!!!”.

Tirando le somme, a Benedetta Pilato dovremmo dire grazie: non per il suo quarto posto, né per l’eleganza con cui ha gestito le interviste e le critiche. Dobbiamo dirle grazie perché ci ha ricordato ancora una volta che puntare all’eccellenza non significa doversi vergognare dei propri risultati, soprattutto dopo un impegno durato tre anni.

È stata protagonista di un racconto, figlio di una cultura contro il fallimento, simile a quello che troppo spesso spinge i giovani e non solo a non perdonarsi per non aver raggiunto il punto più alto, convinti di non essersi impegnati abbastanza e di dover fare sempre di più perché nessun errore, se così possiamo chiamarlo, è contemplato.