Alberto Moravia visse circondandosi di relazioni profonde con donne straordinarie. Anime affini, scrittrici incontrate per caso e mai lasciate. Come il rapporto che crearono insieme lui e Elsa Morante. Incredibile come due personalità così diverse siano riuscite a incontrarsi e capirsi, rimanendo insieme nonostante le difficoltà e i litigi e soprattutto passando alla storia come una delle coppie indelebili della letteratura italiana. Ma non solo. Lo scrittore, di cui il testo “Gli indifferenti” è stato anche scelto come traccia per la prima prova degli esami di Maturità 2023, intrattenne relazioni anche con Dacia Maraini e Carmen Llera, che furono, ognuna a modo suo, compagne di vita del talento romano.
Alberto Moravia, la storia tormentata con Elsa Morante
La storia tra Alberto Moravia e Elsa Morante nacque per caso, quando lo scrittore aveva 22 anni. Grazie ad un amico in comune, il pittore Giuseppe Capogrossi, si incontrarono in una birreria e tra i due scattò subito qualcosa. Quella sera di novembre del 1936, con Roma e gli amici della gioventù come cornice, diedero vita alla loro storia d’amore che durò, tra alti e bassi, tutta la vita. Ma tra i due il rapporto fu subito complicato: alla volontà di un’unione totalizzante si opposero lunghe discussioni intervallate da pochi momenti di serenità.
Fu proprio il successo di Moravia con le donne a creare i maggiori problemi nella coppia. Nel 1941, comunque, i due coronarono il sogno di sposarsi, in chiesa, ufficializzando il loro rapporto. A mettersi in mezzo questa volta fu la storia, che, con la scoppio della guerra, impedì i festeggiamenti di nozze, che vennero rimandati. Moravia aveva origini ebraiche e si impegnò attivamente al cinema e sui giornali contro la propaganda fascista e per questo finì tra le persone “non gradite” al regime
L’infedeltà e il divorzio
Nel 1943 la dolorosa decisione di lasciare la loro Roma, per rifugiarsi a Fondi, in provincia di Latina. Durante la guerra e dopo la liberazione, quando riuscirono a tornare a Roma, i due non smisero mai di scrivere e di dedicarsi alle proprie passioni e sogni. Entrambi raggiunsero grandi traguardi: Moravia pubblicò numerosi libri e vinse molti premi, Elsa conquistò l’apprezzamento della critica e il riconoscimento di autrice moderna e rivoluzionaria dopo la pubblicazione del suo romanzo d’esordio, “Menzogna e sortilegio”, nel 1948.
Il rapporto tra Alberto Moravia ed Elsa Morante, però, si deteriorò sempre più a causa di alcuni problemi mai risolti all’interno della relazione. Da una parte il costante confronto lavorativo, la competizione. Dall’altra l’infedeltà conclamata di Moravia, che passava spesso lunghi periodi lontano da casa. Così fu la donna a prendere la decisione per entrambi: lasciò lo scrittore che tanto aveva amato e ritrovò nel giovane e bellissimo Luchino Visconti la gioia di una vita sentimentale appagante. La loro storia naufragò nel giro di pochi anni.
Ma fu proprio l’allontanamento, paradossalmente, a legare ancora più profondamente Moravia e Morante. Divorziarono nel 1961, ma coltivarono fino alla fine dei loro giorni un amore sincero, l’uno verso l’altra, nonostante le difficoltà e il triste destino di Elsa, che passò anche attraverso un tentato suicidio, prima di spegnersi nel 1985. Forse un amore troppo idealizzato, il loro, ma sicuramente incancellabile dalla memoria della storia.
Dacia Maraini e Carmen Llera
Alberto Moravia ebbe una lunga e intensa relazione con un’altra scrittrice, Dacia Maraini, durata vent’anni, dal 1962 agli anni ’80. “Aveva un forte senso dell’autonomia. Rispettava molto l’autonomia delle donne, anche di Elsa Morante con la quale, tra l’altro, ero in ottimi rapporti. Era un uomo generoso, dolce, un bel carattere, un conversatore meraviglioso e viaggiatore stupendo. Mi sono trovata bene con lui”, disse Maraini a Il Giornale ricordando il celebre scrittore.
L’ultima relazione dello scrittore fu quella con Carmen Llera. Il loro rapporto, a dispetto dell’enorme scandalo suscitato dal loro matrimonio, celebrato in Campidoglio nel 1986, durò quattro anni, e fu lei a dargli l’estremo saluto sul letto di morte. Al momento della celebrazione lei aveva 33 e lui 79. In tanti videro in Carmen solo un’arrampicatrice sociale in cerca di facile fama e gloria, accanto a un uomo che fu una leggenda della letteratura italiana. Nonostante le malelingue, la relazione tre i due fu profonda e sentita. A lui Carmen dedicò pagine bellissime.