WAO, la rivoluzione del real estate: “Vogliamo creare luoghi che sorprendano”

Massimiliano Zampini, CEO e fondatore di WAO, ci racconta il real estate di nuova generazione: "Siamo orientati più all’esperienza che alla sola metratura":

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

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WAO, acronimo di We Are Open, è un ecosistema nel real estate di nuova generazione che progetta, realizza e gestisce spazi rigenerati, aperti alla città, pensati per connettere persone, imprese e territorio.

WAO si concentra su coworking, coliving, eventi e food, con l’obiettivo di generare esperienze a 360°, sempre aperte alla città e alla community locale. I suoi spazi flessibili e multifunzionali sono progettati per persone che vogliono vivere esperienze stimolanti, costruire relazioni e crescere all’interno di luoghi di aggregazione unici nel loro genere. La sua missione è trasformare spazi in luoghi che connettano le persone, che riflettano l’identità locale, generando valore sociale, culturale ed economico.

Massimiliano Zampini, CEO e fondatore della startup, ci ha raccontato la filosofia che sta dietro e quali sono i suoi obiettivi.

Qual è la filosofia su cui si fonda WAO?
La nostra filosofia è racchiusa nel nome stesso: WAO, acronimo di We Are Open. Per noi l’apertura è innanzitutto un’attitudine culturale perché siamo aperti al confronto, al cambiamento, alle idee nuove. È da questa apertura che nasce il nostro approccio trasversale con WAO, che è sì una rete di spazi di coworking e per eventi, ma stiamo già lavorando su modelli di coliving e continuiamo a esplorare altre forme di ospitalità urbana.
Ci fa piacere che il nome ricordi anche l’esclamazione wow! Il nostro obiettivo è generare meraviglia, soprattutto per chi entra per la prima volta nei nostri building. Vogliamo creare luoghi che sorprendano per bellezza, funzionalità e atmosfera.

In che senso si presenta come real estate di nuova generazione?
WAO va oltre il concetto tradizionale di asset immobiliare statico. Non lavoriamo solo sul “contenitore”, ma sul modo in cui gli spazi vengono vissuti e trasformati. I nostri luoghi sono progettati per essere flessibili, adattabili, in dialogo con il contesto urbano e sociale in cui si inseriscono.
Ci interessa l’integrazione con i quartieri, il confronto con le community che scelgono di lavorare o organizzare eventi da noi. Monitoriamo le loro esigenze, adattiamo i servizi, evolviamo di pari passo con loro. È un modello dinamico, orientato più all’esperienza che alla sola metratura.

Luoghi che connettono le persone: come si costruiscono concretamente?
Ogni spazio WAO è pensato per facilitare gli incontri che contano davvero. Curiamo sia gli aspetti funzionali – dalla qualità dell’illuminazione all’organizzazione modulare degli ambienti – sia quelli più relazionali come eventi, attività di networking, momenti informali.
I giovani professionisti che ci scelgono vogliono concentrazione e autonomia, ma anche connessioni umane. È da queste interazioni spontanee che spesso nascono idee, collaborazioni e nuovi progetti. In tal senso, siamo dei facilitatori.

WAO
Paolo Belletti
WAO, real estate di nuova generazione

Che cosa può offrire una città come Milano dal punto di vista immobiliare?
Milano è un laboratorio urbano in continuo movimento, e per noi questo rappresenta un’occasione ma anche una responsabilità. Il suo tessuto sociale è giovane, multiculturale, in cerca di soluzioni abitative e lavorative che siano flessibili, sostenibili e capaci di rispondere a stili di vita in trasformazione.
Allo stesso tempo, siamo consapevoli delle criticità di questa città. Per questo cerchiamo di operare in ascolto del territorio, progettando spazi che dialoghino con l’identità dei quartieri e offrano accessibilità reale.

Quali sono i progetti di cui siete più orgogliosi?
WAO Isola (in Via Luigi Porro Lambertenghi 7) è oggi un vero e proprio punto di riferimento culturale nel quartiere. Ospita oltre 15 aziende e decine di liberi professionisti, ma è anche un hub creativo. Ogni settimana il nostro bar bistrot e le nostre corti accolgono mercatini, workshop, presentazioni di libri, podcast dal vivo, eventi serali che mettono in connessione mondi diversi.
WAO Romolo (in viale Cassala 30) è la nostra prima sede, e continua a essere una piattaforma fertile sia per startup emergenti che per realtà imprenditoriali più strutturate. Sono spazi che raccontano due anime di WAO: quella professionale e quella culturale, sempre intrecciate. E ci sono novità in arrivo che allargheranno ancora il nostro perimetro d’azione.

WAO
Paolo Belletti
I progetti di WAO

Quali progetti avete in cantiere?
In questo momento abbiamo due progetti in fase di realizzazione. Il primo è WAO Bassi, nel cuore del quartiere Isola, un nuovo spazio di coworking, elegante e funzionale, che prosegue il lavoro di radicamento locale. Il secondo è WAO Certosa, il nostro primo coliving: 190 appartamenti, spazi condivisi, un’area verde e orti urbani. Stiamo creando un modo nuovo di vivere Milano.

Che cosa cercano oggi i vostri clienti?
Chi sceglie WAO cerca un ambiente dove lavorare bene ma anche sentirsi parte di qualcosa. Non bastano più una scrivania o una sala riunioni, c’è un bisogno crescente di ambienti che semplifichino la vita lavorativa quotidiana, che stimolino le relazioni, che offrano servizi e spazi pensati con cura estetica e sensibilità umana.
La community è sempre più centrale. Lo spazio non è più solo “utile”, ma anche identitario perché le persone vogliono riconoscersi nel luogo dove passano gran parte delle loro giornate.

WAO
Paolo Belletti
Gli spazi pensati da WAO

Cosa aspettarci dal mercato immobiliare nel 2026?
Sempre meno edifici e sempre più ecosistemi. Il mercato premierà chi saprà progettare spazi ibridi, modulari, capaci di ospitare funzioni diverse – lavoro, vita, cultura – sotto lo stesso tetto.
I confini tra spazio professionale, residenziale e sociale saranno sempre più sfumati. Le aziende del settore dovranno rispondere a questa complessità non solo con soluzioni tecniche, ma con visione e consapevolezza.
Noi ci stiamo attrezzando da tempo: questo futuro non lo aspettiamo, lo stiamo costruendo ogni giorno.