Lara Sansone: “Mia nonna Luisa Conte, il teatro napoletano e la mia famiglia di Un posto al sole”

Lara Sansone, una delle più grandi artiste partenopee, ci racconta di sé, dei suoi spettacoli, della nonna famosa Luisa Conte e di "Un posto al sole"

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 18 Aprile 2025 13:10

Attrice e regista, Lara Sansone viene da una delle più antiche famiglie di teatro partenopeo, nipote d’arte (sua nonna Luisa Conte storica prima donna di Eduardo de Filippo) ha fondato del 1970 la Compagnia Stabile Napoletana del Teatro Sannazaro di Napoli che ha avuto una grande importanza nel tessuto artistico della città di Napoli e nella Campania tutta.

Ha iniziato a recitare giovanissima, interpretando i classici del repertorio teatrale partenopeo e non solo. È nota al grande pubblico televisivo per il suo ruolo di Bice Cerruti in Un posto al sole. È impossibile raccontare in poche righe tutto quello che ha fatto Lara Sansone, compreso curare la regia de La Festa di Motevergine, uno spettacolo corale capace di fondere il sacro e il profano. Perciò, le abbiamo chiesto di raccontarci di lei.

Lara Sansone
Fonte: Ufficio stampa - Lara Sansone
Lara Sansone in “La festa di Montevergine”

Hai portato in scena al Teatro Sannazaro uno spettacolo, La Festa di Montevergine, che sembra un vero e proprio caleidoscopio umano, che racconta le vicende di tre coppie in un contesto profondamente radicato nel territorio. Ce ne parli?
Sì, è un lavoro che intreccia storie diverse in una piazza viva, affollata, dove si alternano vicende umane, passioni, segreti. Tutto si svolge con un linguaggio che è un omaggio al napoletano antico, quasi un dizionario teatrale. È una festa di suoni, parole e significati.

Sei ormai considerata una custode della tradizione teatrale napoletana. Quanto contano per te le radici?
Tantissimo. Con il Teatro Sannazaro, che rappresento, porto avanti una tradizione antica: parliamo di un palco che ha visto artisti come Eduardo Scarpetta e i fratelli De Filippo. Poi è arrivata mia nonna, Luisa Conte, che ha lasciato un segno indelebile. Oggi, Napoli è una città visitata da spettatori da tutto il mondo e noi raccontiamo Napoli così com’è, con le sue storie e le sue sfumature.

A proposito di tua nonna, Luisa Conte, che rapporto avevi con lei e quanto ha influenzato la tua carriera?
Era il mio punto di riferimento. Capocomico, direttrice artistica, una donna forte. Sono cresciuta nel suo “carrozzone” teatrale. Era una compagnia vera, con tournée lunghe anni. È stato naturale, per me, seguire quella strada: era il nostro modo di stare insieme.

C’è stato un momento preciso in cui hai capito che volevi fare teatro?
Non uno in particolare. Più che altro, era l’unico linguaggio che conoscevo davvero. Come accade nel mondo del circo, il teatro era la nostra casa, la nostra famiglia. Non ho mai dovuto scegliere: c’ero già dentro.

Tua nonna ti ha lasciato qualche insegnamento particolare?
Sì, un insegnamento fondamentale: rispetto per il pubblico. Lo spettacolo è un mestiere, non un sogno da inseguire con leggerezza. Bisogna affrontarlo con rigore e dedizione, come un artigiano.

Un’opera che senti particolarmente vicina alle tue radici?
Senza dubbio La Festa di Montevergine dedicata alla Madonna nera di Montevergine. Dentro ci sono tutti i colori della nostra cultura: sacro, passione, leggerezza, commedia. Mi ha regalato anche un importante riconoscimento personale.

Lara Sansone
Fonte: Ufficio stampa - Lara Sansone
Lara Sansone in “La festa di Montevergine”

Oltre al teatro, lavori anche in televisione, interpreti Bice Cerruti in Un posto al sole. Ci racconti di questa esperienza?
È come una seconda famiglia. Ogni volta che torno sul set mi sento a casa. Anche se il mio primo amore è il teatro, vivere quell’ambiente televisivo mi arricchisce tantissimo.

Napoli oggi è al centro della scena, anche grazie a fenomeni come Stefano De Martino. Cosa pensi di lui?È un artista completo, rapido, intelligente. Mi fa ridere, mi mette a mio agio. Credo che stia facendo un ottimo lavoro.

E la lingua napoletana entra anche nella musica, come al Festival di Sanremo…
Il napoletano è una lingua musicale, naturale. È giusto che venga usata: è un valore aggiunto, dà colore e ritmo. E poi rappresenta davvero la nostra identità.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Stiamo lavorando alla nuova stagione del Teatro Sannazaro, con tante sorprese in arrivo. Riprenderemo alcune opere amate dal pubblico e c’è anche un nuovo lavoro con Marco Grossi che si preannuncia molto interessante.