Elenoire Casalegno: “Se tornassi indietro, rifarei tutto da capo!”

Il rapporto con la figlia Swami, la condizione delle donne e i fantasmi del passato, che oggi si è lasciata definitivamente alle spalle

Foto di Andrea Bertolucci

Andrea Bertolucci

Giornalista esperto di Lifestyle

Classe 1990, Andrea Bertolucci è un giornalista e autore specializzato in cultura giovanile, lifestyle, società ed economia dell’intrattenimento. La sua attività professionale lo ha avvicinato negli anni ad alcune tra le principali redazioni televisive e web nazionali. Andrea è considerato uno dei maggiori esperti di cultura Trap nel nostro Paese.

Il suo straordinario sorriso è sempre quello, ma che esistano tante Elenoire diverse è lei stessa a confermarcelo. Perchè questo no, non si vede in televisione. Quello stesso mezzo che le ha assicurato un futuro fin da giovanissima e nel quale si è trovata a lavorare quasi per caso, lei che voleva diventare magistrato. Ma che – altrettanto spesso – ha amplificato la sua vita privata, mettendola in piazza e non permettendole di godere della privacy alla quale ha sempre ambito.

Oggi Elenoire Casalegno è una donna matura, che non guarda più al passato con sfida, ma lo analizza – con una meticolosità quasi scientifica – per evolvere, personalmente e professionalmente. Ed è proprio il lavoro che oggi e in particolar modo durante il lockdown, le ha regalato le soddisfazioni migliori: in “Vite da copertina” ha trovato una famiglia allargata e soprattutto un simpaticissimo partner, con il quale gode di una fantastica intesa: Giovanni Ciacci. Abbiamo parlato di questo e di molto, molto altro nella nostra intervista esclusiva.

In questo periodo di lockdown tu e Giovanni siete andati avanti a registrare le puntate di “Vite da copertina”: com’è stato lavorare nel solito studio, ma con regole nuove?
La nostra è stata in assoluto la prima trasmissione a riprendere, e se da un lato poter ricominciare a lavorare è stata sicuramente una boccata d’ossigeno, dall’altra la situazione che ci si è presentata davanti è stata totalmente anomala. L’edificio dove lavoriamo è abitato quotidianamente da millecinquecento persone, che durante questo periodo erano diventate a dir tanto cinquanta. Dopo aver passato i primi controlli con il termoscanner, mi recavo nel mio camerino da sola e l’unica persona che incontravo prima di andare in onda era la truccatrice, che sostanzialmente sembrava appena uscita da CSI. Anche in studio lo staff era dimezzato, quei pochi che c’erano mantenevano almeno 4 metri di distanza e ogni tanto la vigilanza irrompeva per verificare che le norme venissero rispettate.

Cosa mi dici del tuo “partner in crime”, Giovanni Ciacci?
Io e lui ci conosciamo da anni, e ultimamente ci siamo ritrovati a lavorare assieme. Abbiamo un ottimo rapporto e – per quanto possa sembrare impossibile – non abbiamo mai litigato. Andiamo talmente d’accordo che non ci sono mai stati momenti di difficoltà. Anche perché siamo due persone adulte, due professionisti e sappiamo rispettare gli spazi reciproci. Quindi devo dire che il nostro è un rapporto praticamente perfetto, come direbbe Vasco.

Eleonoire Casalegno e Giovanni Ciacci
Eleonoire e Giovanni Ciacci, a distanza di un metro.

Tu che di studi televisivi ne hai visti tanti, che effetto ti ha fatto quest’atmosfera?
Credo sia stata una situazione anomala per tutte le generazioni, nessuno aveva mai vissuto un’esperienza simile prima d’ora. E questo vale non solo per la televisione. Il nostro è un popolo empatico, abituato ad abbracciarsi e baciarsi ogni volta che ci incontriamo, la diffidenza non è tipica della nostra cultura. Molti pensavano che questa situazione ci avrebbe cambiato e credo lo abbia fatto, ma non necessariamente in meglio. Alcuni hanno trasformato questa situazione in un’opportunità per evolvere, per riflettere. Io stessa mi sono dedicata molto alla mia casa e alla cucina, ho anche letto molto. Per altri è stata una regressione: ora che siamo ritornati ad una vita più o meno normale, vedo molta gente incattivita.

Il tuo esordio in tv fu ad appena diciotto anni, su Italia1.
Diciassette per l’esattezza, perché ho iniziato partecipando a “Look of the year” e dopo mi hanno chiamato a condurre una trasmissione musicale su Italia1, “Jammin”. E’ successo tutto molto casualmente, perché in realtà avrei voluto fare il magistrato. Ero ossessionata dal senso di giustizia, ancora oggi gli abusi mi fanno venire l’orticaria.

A questo proposito, che effetto ti fa vedere le immagini che arrivano in queste ore dagli Stati Uniti?
Pensare che nel 2020 le persone vengano giudicate dall’aspetto fisico o dal colore della pelle, mi provoca un senso di tristezza e rabbia. L’uomo non è per niente evoluto, in questo senso. E se tali sono i presupposti, non so quale futuro ci può attendere.

Hai mai pensato –  invece – alla politica?
Mi ha sempre suscitato interesse e in passato mi è anche stato proposto di entrare in politica, ma ho rifiutato. Un politico non si può improvvisare, dev’essere una cosa seria per la quale occorre essere preparati. Negli ultimi anni abbiamo visto troppe persone impreparate al potere.

Che sia la magistratura o la politica, cosa pensi della condizione della donna in Italia?
Fino a vent’anni fa erano considerati lavori prettamente maschili, ma oggi per fortuna si iniziano a vedere molte donne, soprattutto nella magistratura.

In generale come viene considerata la donna in carriera nel nostro Paese?
Sappiamo tutti che in ogni funzione, rispetto all’uomo la donna viene sottopagata. Non credo che – ancora oggi – la donna sia messa sullo stesso piano dell’uomo da un punto di vista professionale. E te lo dice una che non è a favore delle quote rosa a tutti i costi: se lo meriti è giusto tu lo abbia, uomo o donna.

La famosa meritocrazia.
Una parola ormai sconosciuta, nessuno è più in grado di pronunciarla.

Negli anni ’90 veniva pronunciata più spesso? Che ricordo hai di quegli anni?
Essendo giovanissima, prendevo la vita in maniera diversa rispetto ad oggi, in modo più spensierato e senza paure. Vivevo tutto con grande leggerezza e avevo anche molte meno responsabilità. Dal punto di vista prettamente televisivo sono molte le differenze: all’epoca c’erano più produzioni, anche durante il periodo estivo. Erano anni in cui questo Paese non conosceva crisi: la gente stava bene, era sorridente e viveva con leggerezza. C’era un clima diverso, oggi è tutto molto più difficile.

Guardando indietro, cosa diresti a te stessa diciottenne?
Ho vissuto tante vite, se dovessi mettere la mia esistenza su una bilancia credo che starebbe in equilibrio perfetto: la vita mi ha fatto incontrare dolori, ma altrettante gioie.

Non torneresti indietro su nulla?
Il passato è necessario per costruire il futuro: non bisogna viverci immersi, ma farne buon uso. Tutti gli errori commessi sono un valore, se hai la consapevolezza ti servono per evolvere, sia professionalmente che personalmente. Nel mio vocabolario non esiste la frase “se tornassi indietro non rifarei”. Rifarei tutto, anche quello che mi ha fatto soffrire è servito. Vuol dire che era giusto per me vivere quella determinata situazione, in quel preciso momento.

Eleonoire Casalegno (Foto Getty)


Mi hai parlato di tante vite che hai vissuto: quante sono?

Tante, davvero tante. E spero di poterne vivere altrettante. Ho deciso di diventare madre giovanissima, a ventitré anni. Quando diventi madre avviene un cambiamento importante nella vita di una donna, tanto più se sei così giovane. Io poi vivevo in una città che non era la mia, lontana dai miei affetti e nonostante avessi una vita agiata e fossi una donna indipendente, ho passato anche momenti di grande difficoltà.

Di questi momenti parli apertamente con tua figlia?
Sono una molto schietta e dico le cose in faccia, per cui l’ho fatto anche con mia figlia. Soprattutto quando arrivano ad un’età adulta, non si può mentire ai propri figli. Non bisogna né terrorizzarli, né fargli credere che fuori sia tutto perfetto, semplicemente presentargli la vita per quello che è, in tutte le sue sfumature. Tutto sta nelle nostre scelte e in questo senso i genitori devono aiutare: far sì che i figli possano arrivare preparati e fare la scelta migliore per loro. Le strade possono anche divergere, ma alla base ci sono dei valori che si tramandano. L’educazione che oggi mia figlia riceve da me non è altro che quella che io ho ricevuto dai miei genitori.

Tua figlia ha mai dato segnali di voler ripercorrere la tua strada?
No, lei ama molto la musica ma soprattutto ama scrivere, infatti sta studiando Lettere Moderne alla Statale. Ma non penso le interessi la televisione, di certo non la conduzione. Devo aggiungere per fortuna. (ride)

Abbiamo parlato tanto del passato, ma poco del futuro: come vedi il tuo?
In questo periodo ho pensato molto al presente, più che al futuro. E’ stato un momento di grande difficoltà, che mi ha fatto capire che spingersi troppo in là con il pensiero può essere pericoloso. Cerco ogni giorni di svegliarmi con degli obiettivi, lavorare su quelli ed evolvere.

Niente sfera di cristallo quindi?
L’ho buttata via, ultimamente non funzionava più. Questo periodo sicuramente lascerà dei segni, ma come la storia ci insegna si ritornerà ad essere forti. Solo ed esclusivamente grazie agli italiani che si rimboccheranno le maniche, come sempre.