Viviana Parisi e quel diritto negato di riposare in pace

Per gli altri è stato un caso di omicidio-suicidio. Per marito Daniele no. A un anno di distanza la famiglia sostiene l'ipotesi del depistaggio, e chiede chiarezza sulle cause della morte di Viviana e Gioele

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Non è nostro il diritto di soffrire, per gli altri. Non se siamo donne, non se siamo mamme. Perché ci hanno abituate così, a dover sorridere sempre, a nascondere i sintomi di quella bestia nera che si chiama depressione. Non era neanche di Viviana Parisi quel diritto quando quei tuttologi invadevano di commenti e di critiche il web credendo di detenere la verità assoluta e parlando a sproposito di quel dramma che ha devastato una famiglia, la famiglia Mondello.

Era il 3 agosto del 2020 quando Viviana e suo figlio Gioele sparivano. La notizia fa giro del Paese, spuntano le prime ipotesi del caso. Da quel momento di cose ne sono state dette, anche troppe. È passato quasi un anno da quella tragedia e tra illazioni e accuse, è stato chiaro che Viviana Parisi non sarebbe stata perdonata, non dall’opinione pubblica. Per quei finti sorrisi che nascondevano la depressione e il malessere. Per non aver reagito. Ma a distanza di tutti questi mesi, quello che è evidente, è che non è suo neanche il diritto di riposare in pace.

Quei corpi senza vita di madre e figlio, ritrovati rispettivamente l’8 e il 19 agosto, non hanno avuto il diritto alla sepoltura perché sono ancora lì, sequestrati dalle autorità in attesa di ricevere giustizia, di fare chiarezza, di fornire una risposta alle domande tormentate di Daniele Mondello, che quell’agosto ha visto andare in frantumi la sua vita.

La depressione, l’incidente e la morte

Il 3 agosto del 2020 Viviana Parisi, 43 anni, insieme al figlio Gioele Mondello, di quattro, scomparivano tra i boschi di Caronia, in provincia di Messina. In quegli stessi boschi i loro corpi sono stati ritrovati privi di vita giorni dopo. Quando alle 11:30 Viviana lascia la casa di Venetico insieme a suo figlio, nessuno poteva immaginare che da lì a poco si sarebbe consumata una tragedia. La donna, dj e vocalist di origini torinesi, bella e sorridente come si vedeva nelle foto sui social network, aveva deciso di andare al centro commerciale di Milazzo per fare shopping insieme al suo bambino.

Quel giorno, Viviana, al centro commerciale non arriverà mai. E non porterà con sé neanche il cellulare. Nel cruscotto della macchina, invece, ci sono le testimonianze del malessere che pervade la donna negli ultimi tempi: due referti ospedalieri (scrivono: “manie di persecuzione”). E questo basta a condannarla.

Passano poche ore e Daniele, suo marito, viene subito allertato: Viviana e suo figlio hanno avuto un incidente lontano da quel centro commerciale nel quale Viviana aveva detto di essere diretta. Ma sul luogo dell’incidente c’è solo la macchina, l’Opel Corsa di Viviana. Di lei e di Gioele non c’è traccia.

Poche ore e la notizia è su tutti i giornali. Mentre le autorità iniziano a perlustrare il luogo nei dintorni dell’incidente per cercare madre e figlio, sul web iniziano le prime condivisioni nella notizia, e con queste le prime illazioni. Passano le ore e i giorni, e il primo caso d’accusa pubblica viene imputato a Daniele Mondello: per i leoni da tastiera, è stato lui.

Il giovane, anche lui dj piuttosto conosciuto della zona e autista, negli ultimi tempi aveva trascurato il suo lavoro per stare al fianco della moglie in un periodo particolarmente delicato. Ma questo gli altri non potevano saperlo, come non potevano conoscere la sofferenza di Viviana, rea di un mal di vivere che nessuno avrebbe dovuto mai giudicare. Eppure lo hanno fatto.

Lo hanno fatto con Viviana e poi con Daniele, un marito e un papà già distrutto dall’ansia e dal tormento, che non può dedicarsi esclusivamente alla ricerca della sua famiglia, perché deve anche difendersi. Perché gli altri l’hanno già giudicato. Come hanno già fatto con Viviana. Perché è quella instabile, quella depressa, come dimostrano i referti, quella ossessionata dalla religione.

Passano cinque giorni dalla sparizione, e l’8 agosto il corpo di Viviana Parisi, a circa un km dal luogo dell’incidente, viene ritrovato senza vita. Ma di Gioele Mondello non c’è ancora nessuna traccia. Così in tutto quel dolore ancora da metabolizzare un barlume di speranza si riaccende, distrutto però quel 18 agosto quando il piccolo corpo del bambino viene ritrovato.

Il tempo delle ricerche è finito, inizia quello delle indagini e della caccia al colpevole. Ma non dura poi molto perché c’è chi ha già la risposta, fornita proprio da quei due referti conservati nel cruscotto: è stata Viviana.

Viviana e Gioele un anno dopo

È passato quasi un anno dal ritrovamento del corpo di Viviana e Gioele e poco è niente è cambiato. Daniele sta aspettando di sapere la verità. Insieme a lui anche i medici legali hanno parlato e loro sentenza è arrivata, cruda e brutale. Secondo gli esperti Viviana Parisi, sotto shock per l’incidente avuto, stava combattendo con i suoi demoni e ha perso. Prima di suicidarsi ha soffocato suo figlio. In realtà non è stato possibile fare accertamenti sul corpo straziato del piccolo Gioele, a causa degli assalti di animali selvatici, che secondo i periti vanno esclusi come causa di morte. Invece è praticamene dato per certo il suicidio di Viviana, che si sarebbe tolta la vita lanciandosi dal traliccio sotto il quale è stata ritrovata.

Ma per Daniele non c’è nulla di vero in tutto questo. Perché lui Viviana la conosceva davvero, perché con lei aveva condiviso gli anni più bella della sua vita e messo al mondo, con amore, il piccolo Gioele. “Viviana e il mio bambino sono precipitati caduti o lanciati, chissà, nel bosco di Caronia”, dice. Secondo il criminologo Carmelo Lavorino, consulente della famiglia Mondello, non si tratterebbe di un omicidio-suicidio. Viviana non si sarebbe gettata dal traliccio, ma sarebbe precipitata in un pozzo insieme al bambino per poi morire di asfissia. I corpi sarebbero poi stati spostati.

La verità, forse, è ancora lontana. Perché è evidente che nessuno conosce, e forse mai scoprirà, quali erano i demoni che tormentavano e invadevano la mente e il cuore di Viviana. Quello che però sappiamo è che quella famiglia già spezzata dal dolore e dall’assenza di risposte, dovrà ancora attendere per la pace tanto agognata.

viviana parisi e Gioele
Fonte: ANSA
Viviana Parisi e Gioele