La tragedia dell’asilo dell’Aquila e il senso del perdono

A meno di 24 ore dall'incidente, il padre distrutto dal dolore non si abbandona al rancore ma dice: «È stata una fatalità, un disgrazia. Non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna, anche la sua vita in fondo è stata rovinata»

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Redazione

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La tragedia dell’asilo a L’Aquila mi ha straziato il cuore. Strazia sempre il cuore quando muore un bambino così piccolo in un incidente che si poteva evitare, ti si strazia ancora di più se hai un bambino della stessa età, che va anche lui alla scuola materna. Ogni giorno faccio quello che faceva la sua mamma, Alessia Angelone: la mattina preparo mio figlio per portarlo in quel posto sicuro dove giocherà coi suoi amichetti e imparerà delle cose nuove. Ogni pomeriggio varcando quel cancello lo vedo, sprizzante di vitalità da ogni poro, corrermi incontro con quegli occhi grandi.

La vita di mamma Alessia e papà Patrizio si è fermata il 19 maggio alle 16:45, quando un’automobile è piombata nel giardino esterno della scuola dell’Infanzia e dell’asilo nido “1° Maggio”, nella frazione di Pile, a L’Aquila. L’auto, una Volkswagen Passat con a bordo un minorenne, era parcheggiata in una strada in discesa quando, per motivi ancora da accertare, si è messa in marcia travolgendo sei bambini. La vettura era di mamma che era andata a prendere suo figlio nello stesso asilo, lasciando l’altro figlio a bordo. La donna proprietaria dell’auto è indagata per omicidio stradale: ora toccherà a una perizia della procura accertare se aveva inserito il freno automatico.

Per Tommaso non c’è stato niente da fare. E oggi, a meno di 24 ore dall’incidente, commuovono le parole del papà Patrizio D’Agostino, che intervistato da La Repubblica dice: «È stata una fatalità, un disgrazia. La madre dei gemellini non c’entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata. Si vede che il Signore aveva bisogno di un angelo e ha scelto Tommaso». E arriva a dire che se la donna volesse far loro visita: «La accetteremo nella nostra casa, vivrà con questo peso per tutta la sua vita ed è giusto darle un abbraccio e farle sentire che abbiamo capito: si è trattato di una disgrazia, non di una sua volontà»,

«Tommaso era il mio piccolo Amore. Una personcina particolare speciale. Forse troppo delicato per questo mondo. Un bambino sensibile, empatico. Un puro, non perché tutti i bambini non lo siano, ma perché lui lo era per davvero». (Il ricordo della zia)

Il papà e la mamma di Tommaso hanno assistito alla tragedia quasi in diretta. Si trovavano sul terrazzo di casa quando hanno sentito il boato dell’auto piombata nel cortile dell’asilo. Stefano ha capito subito che era successo qualcosa di brutto al suo bambino. La corsa dei soccorritori non è bastata a salvargli la vita: «Non ho nulla da recriminare ai soccorsi, hanno tentato il tutto per tutto. Spero che il mio cucciolo sia davvero morto sul colpo, all’istante, appena finito sotto la macchina. Immaginarlo agonizzante mi toglie il respiro».

Toglie il respiro anche a noi, Stefano. Così come ci toglie il respiro la tua bontà d’animo. Riposa in pace piccolo Tommy, che la terra ti sia lieve.

Fonte: Ansa
L’asilo Primo Maggio a Pile (foto Ansa)