Invecchiare senza bisturi: condanna o privilegio?

Dove non arriva la genetica, arriva la chirurgia. Ma è davvero così? O la bellezza "filtrata" sta cambiando il nostro modo di vedere le cose?

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Irene Vella

Giornalista, Storyteller, Writer e Speaker

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Pubblicato: 11 Marzo 2025 11:22

Una settimana fa sono riuscita a vedere il film The Substance con una magistrale Demi Moore, pellicola, che, sono sincera, pensavo le valesse l’Oscar, e, probabilmente se il ruolo principale fosse stato interpretato da un maschio sarebbe successo.  Eh no guardate non sono una di quelle che grida alla discriminazione di genere per ogni parola espressa o pensiero mal veicolato, ma quando a cambiarsi i connotati, ad invecchiarsi o ad imbruttirsi sono gli uomini si grida al genio, nel caso di una donna, quasi quasi sembra dovuto, ed invece non lo è. Perché la verità è che quella parte a Demi Moore deve essere costata parecchio, una trasformazione fisica che ogni giorno sul set deve essere stata molto impegnativa, e voi direte “pensa a quelli che lavorano in miniera, quelli sì che si massacrano fisicamente”, ma naturalmente stiamo parlando di un impegno mentale che vede il tuo corpo deperire sotto le mani di abili make up artist, ma consapevole che quella sia la strada che tutti prima o poi percorreremo. Non vi farò spoiler su film, vi dirò che mi ha lasciata con molti punti interrogativi, forse perché la protagonista ha 60 anni (io ne ho 55), è una donna che lavora in tv come guru del fitness (io ci ho lavorato come inviata) e viene accompagnata alla porta per raggiunti limiti di età secondo l’editore e i produttori di rete, tutti rigorosamente uomini e tutti rigorosamente o coetanei di Demi o più anziani (ed anche io ho provato sulla mia pelle cosa significhi l’ageismo, e guarda un po’, sono stata salvata da donne).

Demi Moore in The Substance
Fonte: IPA
Demi Moore in The Substance

Mi son chiesta se anche io, avendone la possibilità, avrei scelto di iniettarmi una sostanza sconosciuta per creare una nuova me, più giovane, anzi diciamo la verità nel pieno degli anni migliori, con il fisico dei vent’anni, di tornare indietro nel tempo con il corpo, ma vivendo esattamente nello stesso millennio. In questo film ti viene subito mostrato il prezzo da pagare, perché le due donne, una nata dalla schiena dell’altra, potranno vivere la stessa vita sì, ma a metà, dovranno dividersi le settimane, i mesi, con l’una sempre più giovane, amata, desiderata e lanciata nel mondo del lavoro, che comincia a sforare e a rubare i giorni di vita dell’altra, e l’altra che ad ogni ora depredata diventa sempre più vecchia, più triste e più sola. Ad un certo punto Demi/Elizabeth vorrebbe fermarsi, vorrebbe fermare quel gioco crudele in cui si è ritrovata invischiata e tornare indietro, ma non lo può più fare, perché non le è rimasto più niente di quello che aveva costruito, e soprattutto c’è quello specchio, quello sguardo impietoso che non la fa mai sentire abbastanza, ma sempre in deficit paragonata alla sua versione giovane. Non starò a spoilerarvi il finale però posso dirvi quello che mi è successo nei giorni successivi, ho iniziato a guardare il mio viso in modo diverso, forse più crudele, oppure più realistico, non so, ho avuto la percezione che la mia faccia stesse cadendo, che la forza di gravità avesse preso di mira le rughe laterali della mia bocca trasformandole in solchi, che le mie palpebre non fossero più “truccabili”, che la mia faccia avesse bisogno di una rinfrescata, proprio così, una rinfrescata, manco fossi una parete che ha bisogno di una nuova mano di vernice, mi sono detta perché no?

Demi Moore in The Substance
Fonte: IPA
Demi Moore in The Substance

Mi sono chiesta perché sentissi questo bisogno, perché non riuscissi ad accettare semplicemente il tempo che passa, e poi mi sono guardata intorno e mi sono risposta, penso di essere rimasta l’unica della mia cerchia, in realtà no siamo almeno in tre, a non essermi ritoccata in viso, e nel giro di poche ore ho ricevuto altrettante telefonate di amiche (della mia stessa età) che si erano appena sottoposte o a blefaro, o avevano preso appuntamento con il chirurgo, e mi sono risposta che in questa società è davvero difficile per una donna diventare “grande”, perché le donne che invecchiano vengono considerate di meno, e non dite che non è vero, perché è così, agli uomini viene “concesso e perdonato” anche questo. Loro brizzolati sono fighi, noi siamo sciatte, i social impongono una bellezza filtrata, dove tutti sembrano più giovani, più belli, più ricchi, più felici, ma spesso quando la maschera cade, quello che rimane è solo una grande immensa solitudine, perché ci vuole coraggio a rimanere se stessi, mentre tutti intorno fingono di essere qualcuno  di diverso.

E poi ho pensato ai miei anni più belli, quelli più spensierati, e la prima immagine che ho visualizzato sono stati i miei amici, quei fratelli con cui ho condiviso un pezzo di vita meravigliosa, non la mia faccia, non il mio corpo, ma le nostre risate, le nostre speranze , i nostri sogni, ed ho realizzato che tornare “giovane” senza alcuni di loro non avrebbe avuto senso, o almeno, non il senso giusto. Che tornare indietro con i ricordi è un dono, perché vuol dire che abbiamo vissuto, vuol dire che ancora stiamo respirando, vuol dire che ancora abbiamo tempo, e non sarà una ruga a fermare il nostro sorriso o una puntura di botulino a restituircelo. Perché invecchiare è un privilegio che alcuni non hanno avuto e che altri non avranno, ecco questo forse ci dovremmo tatuare, quanto tutto sia così fugace e passeggero, come il pensiero o le mode. E allora qual è la giusta conclusione? La verità è che non ne esiste una, perché siamo milioni di corpi e menti, io so qual è quella giusta per me, ma non posso arrogarmi il diritto di sapere quale sia quella corretta per voi, però posso darvi un consiglio: invecchiare è un privilegio, riconoscersi allo specchio un traguardo.

Buona vita!