Gino Cecchettin, padre di Giulia: “Abbiamo paura di questo silenzio, i giorni trascorsi sono tanti”

Non è vero che le storie di cronaca sono tutte uguali, quella di Giulia per me non sarà mai più come le altre, avrà per sempre il suo sorriso

Foto di Irene Vella

Irene Vella

Giornalista, Storyteller, Writer e Speaker

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Pubblicato: 17 Novembre 2023 11:28

No, non è vero che le storie sono tutte uguali, e non è nemmeno detto che certe tragedie debbano per forza assomigliarsi, specialmente nel finale, anche se gli elementi sembrano portare nella stessa direzione. Esiste un sentimento più forte di qualsiasi altro: la speranza. La speranza che per una volta tutte le sensazioni dettate dalla razionalità possano in qualche modo lasciare spazio ad una conclusione inaspettata, ma fortemente voluta, fortemente desiderata, il ritorno a casa di chi si ama, il ritorno di chi, in una fredda notte di novembre, è stato strappato dalle braccia della sua famiglia: il ritorno di Giulia Cecchettin, la ragazza con il viso di bambina che tutti in questi giorni abbiamo imparato a conoscere, la piccola donna della porta accanto, che in poche ore è diventata la figlia di tutti noi.

Sono una giornalista, ma prima di tutto, come ripeterò sempre, sono una mamma, ed è con quel sentimento che ho seguito le notizie su questo caso, che per me ormai non sarà più solo uno dei tanti maledetti casi di cronaca nera, ma avrà per sempre gli occhi e il sorriso di Giulia, la dignità e la speranza di suo papà, Gino Cecchettin, ed il dolore composto di una sorella, Elena, che non smette di ripetere: “Io voglio solo che la mia sorellina ritorni a casa, che questa angoscia finisca.”

Ed è con lo stesso spirito che mi sono interfacciata con Gino, mettendo la mia penna a loro disposizione, perché questo è quello che si dovrebbe fare in queste situazioni, non ricercare lo scoop, quando di mezzo c’è una tragedia grande come questa, perché a prescindere dalla soluzione, questa è una tragedia. Non sapere dove si trovi tua figlia, ma avere la consapevolezza che sia stata portata via, non avere la certezza della sua condizione, e al contempo non avere nessuna possibilità di poterla aiutare, è semplicemente straziante. Durante la trasmissione Chi l’ha visto il signor Cecchettin ha detto :”Sapere che mentre mia figlia chiedeva aiuto a 50 metri da casa io ero seduto sulla poltrona e non ho sentito le sue grida mi spacca l’anima”.

Ecco fermatevi un attimo a riflettere, e se Giulia fosse vostra figlia? Perché io esattamente con quell’animo ho ascoltato le sue parole che mi hanno trafitto in ogni parte del corpo, quasi strappandomi la pelle, e in un attimo io ho provato il suo dolore, quasi come fosse mio. Con una differenza sostanziale, non potrà mai essere uguale a quello della sua famiglia, persone con un ferita così profonda nel cuore da andare avanti solo per inerzia, mossi da un sentimento più grande del dolore, la speranza, la speranza di poter riabbracciare Giulia. Viva.

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta targa auto
Fonte: Facebook - Gentile concessione Gino Cecchettin
Giulia Cecchettin e Filippo Turetta scomparsi: l’auto guidata dal ragazzo è una Grande Punto targata FA 015 YE

Perché sì, nonostante siano passati già sette giorni, il desiderio di veder riapparire questa ragazza dal sorriso meraviglioso, non ci abbandona, anche se ad ogni Ansa, ad ogni volo di elicottero, ad ogni sommozzatore che si butta nel fiume, il cuore si ferma, perde un battito e poi riparte. No questo non è un articolo che ricostruirà i passaggi della Punto, risucchiata come in un buco nero, da 120 ore, non sarà un articolo che proverà a fare delle congetture o addirittura a risolvere il caso, non troverete novità sulle macchie di sangue refertate o le ciocche di capelli trovate vicino, perché questo non è il mio compito, questo è il lavoro degli inquirenti, io ho un solo unico scopo: che questo incubo finisca.

E Gino Cecchettin questo lo ha capito dal primo messaggio che ci siamo scambiati sui social, io non sono alla ricerca dello scoop, non ho nessun interesse a riportare la notizia per prima, ad avere l’esclusiva, a me interessa solo di Giulia, mi interessa solo poter essere d’aiuto, perché no, anche a fare il mio mestiere. Non siamo tutti uguali.

Gino Cecchettin, papà di Giulia
Fonte: Ansa
Gino Cecchettin, papà di Giulia

E così stamani quando il mio telefono alle 8:30 è squillato e dall’altra parte ho sentito: “Ciao Irene, sono Gino, il papà di Giulia, ti disturbo?” io mi sono commossa. Sì mi sono commossa, cioè lui in questa situazione e immerso nel dolore, ha dato dimostrazione ancora una volta della sua forza e della sua gentilezza, chiedendomi se dava fastidio. Lui. Abbiamo parlato per undici minuti, e le cose che ci siamo detti rimarranno tra di noi, racconterò solo quello che lui mi ha chiesto di scrivere, dopo aver messo la mia penna a sua completa disposizione.

“Gino cosa vuoi che scriva? Come ti posso aiutare ?”. “Scrivi che siamo stanchi, siamo esausti, che vogliamo solo che Giulia torni a casa -mi risponde lui -. Non ci interessa quello che è successo fino a questo momento, per noi conta solo che lei rientri da quella porta. Abbiamo paura di questo silenzio, i giorni trascorsi sono tanti, ed io tutto quello che sto facendo, interviste comprese, le sto facendo solo con un unico scopo: riportare a casa mai figlia. Quando vedo i sommozzatori che scandagliano il fiume ho paura che possano ritrovarla, perché se la ritrovassero, vorrebbe dire che lei non è più viva. Ed io a questa eventualità non voglio pensarci, nemmeno per un secondo. Aiutateci a riportare a casa Giulia”.  E ci siamo salutati con una promessa, quando tutto sarà finito, ci andremo a prendere un caffè di persona. Io, lui e Giulia.

Chiunque abbia informazioni sulla Punto nera targata FA015YE, chiunque abbia qualche visto qualcosa si faccia avanti, chiami il 112. Riportiamo Giulia dalla sua famiglia.

Fonte: Gentile concessione Emergenza24.org
La scomparsa di Giulia e Filippo – Emergenza24