Rosa Bonheur, tra arte e femminismo

Rosa Bonheur è stata una pioniera nella storia dell'arte ma anche nella vita in generale grazie alle sue scelte non sempre convenzionali

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Redazione

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Il concetto di arte spesso è legato a quello di libertà: quante volte si ammira l’opera di un artista perché viene considerata massima espressione del suo essere? In molte occasioni però questa libertà è fittizia soprattutto quando si mettono a confronto l’universo artistico maschile e quello femminile. Spesso approfondendo l’arte del passato si è fatto riferimento esclusivamente agli uomini come pittori, mentre le donne sono state relegate a semplici muse.

Nella realtà, le artiste donne sono sempre esistite e hanno dato vita a opere rivoluzionarie che in alcuni casi hanno avuto una grande eco, proprio come quelle di Rosa Bonheur. Pittrice e scultrice francese di inizio ‘800, ha lasciato il segno non solo per la sua bravura artistica, ma anche per il suo modo anticonvenzionale di affrontare la vita in un’epoca in cui alle donne non era concesso essere “fuori dagli schemi”. Questa è la sua storia.

Gli studi e il successo di Rosa Bonheur

Nata nel 1822 da una famiglia di artisti, Maria Rosalia Bonheur, detta Rosa, si dimostra fin da piccola una bambina irrequieta con delle difficoltà ad apprendere, ma anche con un talento innato per i disegni. Per insegnarle a leggere e scrivere la madre la spinge a scegliere di disegnare un animale diverso per ogni lettera dell’alfabeto. Da quel momento la sua passione per gli animali si rafforza sempre di più, non solo li copia dai libri, ma può studiarli dal vivo grazie al padre che porta alcuni esemplari a casa. Per approfondire le sue competenze poi, studia alla scuola veterinaria d’Alfort dove ha la possibilità di dissezionare alcuni animali e realizzare analisi approfondite, fondamentali per il resto della sua carriera.

La bravura di Rosa è senza confini, molti iniziano ad accorgersi del suo talento. Riesce a raggiungere l’apice del successo nel 1855 quando realizza “La fiera dei cavalli”, un dipinto di due metri di altezza per cinque di larghezza. L’opera la porta alla corte della regina Vittoria di Scozia che la vuole incontrare perché grande ammiratrice del suo lavoro. Ma soprattutto raggiunge un traguardo importante: nel 1865 viene insignita della Legione d’Onore francese dall’imperatrice Eugenia, diventando la prima artista donna ad essere promossa Ufficiale dell’Ordine nel 1894.

Un esempio di libertà e indipendenza

Colta e amante della lettura, riesce a imporsi in un mondo prettamente maschile, non solo grazie al suo talento innato, ma anche perché è in grado di essere sempre sé stessa, una donna libera. Fumatrice accanita, ama tenere i capelli corti, vestirsi da uomo e andare a caccia. Riesce persino a conquistarsi l’indipendenza economica e ad essere riconosciuta come un’artista a tutti gli effetti, in un secolo in cui per le donne è difficile affermarsi.

Dedita all’arte e al perfezionamento della sua tecnica, nello stesso tempo viene considerata un esempio da seguire, una vera e propria musa ispiratrice, ma in senso positivo. Per la sua epoca è un modello da seguire se si è donna e si insegue l’indipendenza, in particolare nel mondo dell’arte.

Anticonformista, Rosa Bonheur non si sposerà mai ma andrà a convivere per diversi anni con Nathalie Micas, parte integrante della creazione delle sue opere. Il fatto di essere apertamente innamorata di una donna nel corso dell’800 dimostra ancora di più sia libera e coraggiosa, una vera e propria pioniera della storia dell’arte e della vita in generale.