“Dicono che prima di entrare in mare, il fiume trema di paura”, scrive Kahil Gibran. Esattamente come facciamo noi, tutte le volte che dobbiamo affrontare un cambiamento. Perché l’ignoto ci spaventa, ci terrorizza. Ci paralizza. Così rimandiamo quel momento fino all’inevitabile, fino a all’instante in cui tutto ci piove addosso prepotentemente, altre volte violentemente, e ci travolge come uno tsunami.
Perché i cambiamenti fanno così paura
Eccitazione, entusiasmo, desiderio, ma anche paura. Una tremenda e terrificante paura che ci avvolge e ci sconvolge, che ci pietrifica e ci costringe a restare, anche quando non abbiamo nessun motivo per farlo. Perché lasciare tutto ciò che riconoscibile, per intraprendere un viaggio verso l’ignoto, ci spaventa. I cambiamenti spaventano.
Lo fanno quando ci cadono addosso e ci travolgono, quando li subiamo o li attuiamo, rimandando sempre quello che consideriamo il momento giusto. Lo fanno persino quando si trasformano in una via di fuga da tutti quegli ostacoli che impediscono a noi di realizzare i sogni più arditi. Di essere felici.
E sì, perché anche quando ci troviamo nel mezzo del più straordinario cambiamento, guardiamo ancora indietro. Come delle barche in mare aperto, dirette verso destinazioni sconosciute, volgiamo lo sguardo verso quel molo che siamo state costrette a lasciare e che ci faceva sentire al sicuro. Perché in quella gabbia dorata sapevamo come muoverci e cosa aspettarci, e questo ci bastava per sopravvivere.
Ma la verità è che la corrente del cambiamento è più forte di ogni cosa e non la possiamo fermare. Non dovremmo mai farlo. Guardare indietro non ci permetterà di fermare l’inevitabile, perché “Il fiume non può tornare indietro, nessuno può tornare indietro”.
Così scrive Kahil Gibran in quella splendida poesia “Il fiume e l’oceano” che ci insegna a non avere paura dei cambiamenti, anche di quelli inaspettati, temuti e apparentemente inspiegabili, anche di quelli che stravolgono la nostra stessa esistenza.
Perché questi sono inevitabili. Perché ci permettono di crescere, di evolvere di migliorare. Di accogliere le infinite possibilità che la vita ci offre. E allora dedicatevela questa poesia di Kahil Gibran. Fatelo per ricordarvi sempre che dietro a ogni cambiamento si nasconde un universo tutto da esplorare, che ricominciare, anche se spaventoso, è sempre bellissimo. Fatelo, e lasciatevi andare imprimendo nel cuore questi versi.
Come il fiume e l’oceano
Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.