Chiara Lubich: una vita vissuta in nome dell’amore e della fratellanza universale

Una saggista e una docente italiana, la fondatrice del Movimento dei focolari. Chiara Lubich ha vissuto con l'obiettivo di unire i popoli del mondo

Trento, 1943: la città è ferita e sanguina a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Tante le persone che lasciano quel luogo, la loro casa, per cercare riparo in montagna. Ma Chiara Lubich no, sceglie di restare a Trento, separandosi dalla sua famiglia, per aiutare chi ne ha più bisogno.

Ma non è sola, insieme a lei anche altre 4 ragazze, nonché sue amiche, che scelgono di restare. Insieme prendono una casa dove poter vivere, dedicando le giornate ai malati, ai poveri e alle vittime di guerra. Nonostante il disagio e il clima d’odio che quel conflitto ha generato, come 5 angeli, le ragazze operano in città per risanare le ferite del cuore e dell’anima, per regalare un po’ di pace e serenità a quei cuori, per un futuro migliore per l’umanità.

Questa è la storia di una donna che ha cambiato il mondo con l’amore e che si è fatta portavoce di un messaggio di fratellanza universale. Questa è la storia di Chiara Lubich.

Chiara Lubich: una vita dedicata all’amore

Quando Chiara Lubich era solo una giovane maestra, ne siamo certe, non poteva immaginare che un giorno sarebbe stata una vera e propria fonte di ispirazione per il mondo civile e religioso. Nei suoi 88 anni di vita non c’è stata persona che non abbia speso parole impegnative sulla sua persona e sul suo operato, su quegli ideali che sono arrivati in ben 182 nazioni.

Anche se il suo cuore era già grande e colmo d’amore, non poteva immaginare che un giorno la sua famiglia avrebbe accolto fedeli da ogni religione o atei, e sicuramente non si aspettava di arrivare a fondare un Movimento che ancora oggi echeggia nella memoria di tutti.

Chiara, da maestra delle scuole elementari a angelo della città di Trento

Chiara Lubich, all’anagrafe Silvia, nasce a Trento il 22 gennaio del 1920, come seconda di quattro figli. Il padre, tipografo per il quotidiano dei socialisti è costretto a lasciare il lavoro dopo l’avvento del regime fascista. Rifiuta la tessera del Partito e la sua famiglia viene perseguitata vivendo, per anni, di stenti. Per contribuire quindi a quella situazione precaria, la piccola Silvia impartisce lezioni private grazie a quel bagaglio culturale ricevuto dall’educazione di sua madre e dalle suore.

Decide di frequentare le scuole magistrali e si appassiona alla filosofia, già in quegli anni emerge la sua sete di conoscenza e la ricerca di Dio. Dopo il diploma si dedica all’insegnamento alle scuole elementari per poi esaudire la volontà di tornare tra i banchi di scuola iscrivendosi all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Poi arriva la Guerra e tutto cambia.

La Seconda Guerra Mondiale

Giovanissima, Silvia si trova a vivere in prima persona i drammi della Guerra: le vittime, le deportazioni di massa e l’Olocausto. Sono anni in cui la giovane donna si interroga sul futuro dell’umanità insieme al frate minore cappuccino Casimiro Bonetti. Su suo invito sceglierà di entrare nel Terz’Ordine francescano con l’obiettivo di rianimarlo e ringiovanirlo ed è in quel momento che prenderà il nome da Santa Chiara d’Assisi.

Poi ecco che il territorio trentino, fino a quel momento risparmiato, viene occupato dalle forze naziste. Suo fratello, tra le file partigiane, viene arrestato e torturato. Ed è ancora una volta che, in quello scenario di drammaticità e incertezza, trova la forza nell’amore nei confronti di Dio e nel 1943 pronuncia il suo sì totale con un voto di castità.

Chiara Lubich all'Onu
Fonte: Wikimedia/CSC Audiovisivi
Chiara Lubich interviene presso la sede dell’Onu a New York

Nasce il  Movimento dei Focolari

Rimasta in città, Chiara Lubich si dedica agli altri, ma non è sola. La presenza di quelle 4 amiche che credono nei suoi ideali e nelle sue parole dà vita a una piccola comunità che prenderà poi il nome di focolare. Il Movimento stava per nascere e, quel piccolo appartamento in piazza Cappuccini, al civico 2, ne sarebbe diventato presto il cuore.

Pochi anni dopo, l’operaio Marco Tecilla e il commerciante Livio Fauri seguiranno la nuova strada iniziata dalla Lubich dando vita al primo focolare maschile. Ma il dramma e gli eventi della guerra, non sono le uniche difficoltà da superare. La nascita di una nuova comunità, infatti, non è esente da critiche, incomprensioni e accuse. Le idee della Lubich sono troppo radicali per la chiesa del tempo e la parola “Amore”, quella che lei predica nei confronti di Dio, non è appropriata per il cattolicesimo.

Eppure, in tempi non sospetti, a Chiara va il merito di aver proposto temi e aperture che saranno poi riprese negli anni a venire dal Vaticano stesso. Ha indicato la via, al mondo intero, per una fratellanza universale quando ancora nessuno parlava di avvicinamenti tra civiltà. Ha aiutato persone di qualsiasi sesso, religione o etnia e ha tracciato una via di fede aperta e praticabile a chiunque, non solo per i pochi eletti.

Ed è per questo che, il giorno della sua morte, Chiara sarà attorniata dalla sua gente e migliaia di persone, tra operai, personaggi politici e religiosi, arriveranno a Rocca di Papa il 14 marzo del 2008 per darle l’ultimo saluto.

Chiara Lubich e la sua grande eredità

Chiara Lubich è all’origine del Movimento dei Focolari, è quel Movimento. Lo stesso che oggi ha una diffusione planetaria e che conta oltre 2 milioni di aderenti e mille progetti di sviluppo internazionale. Gli statuti stabiliscono oggi che a presiedere il Movimento deve essere sempre una donna, per preservare la connotazione laicale, e ancora che l’adesione è aperta a tutti: cristiani, fedeli di altre religioni e persone non credenti.

Alla sua morte, Benedetto XVI la definisce “Donna di intrepida fede, mite messaggera di speranza e di pace”, perché del resto quello era il suo grande sogno: quello di vedere un mondo più unito, dove tutti si scoprono fratelli, dove la famiglia non è solo quella che unisce le persone di uno stesso credo, ma è caratterizzata da un amore grande e scambievole.

I suoi ideali si ripercuotono, inevitabilmente anche nella politica. In un momento di crisi dei partiti storici in Italia, il 2 maggio 1996, a Napoli, partecipa a un incontro tra gruppi di esponenti politici di vari partiti e coalizioni. È in quell’occasione che Chiara propone loro la fraternità politica in funzione del bene comune. Le sue idee si diffondono in tutto il mondo, al punto tale da essere invitata a intervenire sull’Unità dei popoli al Simposio della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace (WCRP), presso la sede dell’Onu a New York.

Il 2020 è l’anno del centenario della sua nascita. Per questa occasione a lei è stato dedicato un film, il racconto di un sogno e di un ideale di pace. Un tv movie diretto da Giacomo Campiotti in coproduzione Rai Fiction e Casanova Multimedia che vede Cristiana Capotondi interpretare e omaggiare Chiara Lubich.

Cristiana Capotondi nel film di Chiara Lubich
Fonte: Getty Images
Cristiana Capotondi nel film di Chiara Lubich