Brandon Lee, la tragedia e la nascita del mito

Nel 1993, il figlio di Bruce Lee, venne scelto come protagonista della celebre pellicola Il corvo. Il film, entrato nella storia del cinema, lo rese una leggenda, ma gli costò la vita

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il 31 marzo del 1993 i media internazionali annunciavano la tragica scomparsa di Brandon Lee. L’attore, che stava recitando sul set di quel film che l’avrebbe reso immortale, fu ferito da un colpo di pistola mentre stava girando la scena più iconica de Il Corvo.

A nulla sono serviti i numerosi tentativi di rianimazione condotti dai medici del New Hanover Regional Medical Center di Wilmington, nella Carolina del Nord. Brandon Lee non ce l’aveva fatta e con lui moriva quello che sarebbe potuto diventare uno dei più grandi attori del cinema americano. Ma il suo nome, comunque, era già diventato leggenda.

C’era una volta Brandon Bruce Lee

Non abbiamo neanche fatto in tempo ad affezionarci a quell’attore che ha interpretato straordinariamente il personaggio di Eric Draven, che gli abbiamo dovuto dire addio. Perché Brandon Lee è morto all’età di 28 anni proprio sul set di quel film che lo ha resto celebre in tutto il mondo. Era bravo e talentuoso, ed era bello, bello davvero, al punto tale che anche dopo la sua morte continuò a essere il protagonista di poster e fotografie che popolavano le camerette di un’intera generazione, la nostra,della quale lui era diventato inconsapevolmente icona.

E chissà quante cose straordinarie era destinato a fare Brandon Lee. Lui che aveva visto aprirsi qualsiasi porta grazie a quel cognome importante e ingombrante, lui che aveva scelto di aprirle solo con le sue forze, riuscendoci.

Ma quando il 1° febbraio del 1965 a Oakland, in California, Brandon Bruce Lee veniva al mondo, tutti gli altri già lo sapevano che quel bambino era destinato a fare grandi cose. Del resto era il figlio del grande Bruce Lee, di una leggenda vivente, di un uomo straordinario che ha scritto la storia e che è morto tragicamente quando il suo bambino aveva solo otto anni.

Fu insieme al padre che Brandon iniziò a muovere i primi passi nelle arti marziali, diventando un esperto conoscitore di diverse tecniche e stili. Ma questa non era la sua unica passione. Il giovane Lee, infatti, sognava di entrare nel mondo dello spettacolo e una volta trasferitosi a New York, cominciò a ottenere i primi successi con la sua recitazione.

Nel 1985, a Los Angeles, esordì nel mondo del cinema ottenendo una piccola parte nel film The Crime Killer di George Pan-Andreas. Fu quello il momento in cui si spalancarono per lui tutte le porte. Lyn Stalmaster lo volle nel film televisivo Kung Fu: The Movie, lo stesso nel quale avrebbe dovuto recitare anche suo padre.

Ma fu in Legacy of Rage che tutto il suo talento emerse prepotenemente. Il film, interamente girato a Hong Kong, lo vide finalmente protagonista. Brandon si ritrovò a lavorare al fianco di attori di fama internazionale.

Il Corvo, la tragedia e l’inizio di una leggenda

In quegli anni tutti parlavano di lui, del figlio del grande Bruce Lee destinato a calcare le orme indissolubili di suo padre. Ma Brandon non voleva essere riconosciuto solo come il figlio di un icona, lui era molto altro e voleva dimostrarlo.

L’occasione per farlo arrivò presto. Nel 1993, infatti, venne scelto per interpretare Eric Draven nel film Il Corvo, la pellicola di Alex Proyas basata sul fumetto omonimo di James O’Barr. Era la prima volta che l’attore veniva chiamato a interpretare un ruolo dove non erano richieste le sue abilità marziali. Era la sua occasione per farsi conoscere al mondo come attore, Brandon lo sapeva. Quello che non poteva immaginare, però, è che quel film gli sarebbe costato la vita.

Il 31 marzo del 1993, a piene riprese, il figlio di Bruce Lee venne involontariamente ferito da un colpo di pistola mentre girava una delle scene più iconiche di tutto Il Corvo, quella in cui Eric ricorda il momento della sua morte. Un tragico destino, quello del personaggio del fumetto, che toccherà anche a Brandon Lee.

L’arma, che era in mano a Michael Massee, doveva essere privata di innesco e polvere da sparo e caricata di soli proiettili a salvie per garantire il rumore dello sparo, ma a causa della negligenza del personale sul set, l’innesco nel proiettile rimase al suo interno e quando il colpo esplose colpì lo stomaco dell’attore.

Brandon Lee fu portato in ospedale ma i tentavi di rianimazione si rivelarono vani. L’attore morì quello stesso giorno. Sua madre Linda, la sorella Shannon e la fidanzata Elizah, con la quale avrebbe convolato a nozze subito dopo le riprese del film, decisero di fermare le indagini accettando un risarcimento di milioni di dollari da parte della produzione.

Il film fu comunque ultimato e si trasformò in una delle pellicole di maggior successo del cinema internazionale. Brandon Lee era morto, ma il suo nome era ormai diventato una leggenda destinata a vivere e rivivere in quella pellicola.