Cinta da un bellissimo giardino rigoglioso, Villa Palagonia è una delle attrazioni più suggestive di Bagheria, cittadina che si trova alle porte di Palermo. Gran parte del suo fascino deriva dalle numerose leggende che la circondano: viene infatti chiamata la “casa dei mostri”, per una sua particolarità che la rende a dir poco inquietante. Scopriamo la sua affascinante storia e il motivo che si cela dietro questo nome da brivido.
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Villa Palagonia, una storia incredibile
Nel cuore di Bagheria, a poca distanza da una città meravigliosa come Palermo, c’è un gioiello architettonico che attira inevitabilmente lo sguardo dei turisti, incuriositi dalle bizzarre decorazioni che lo impreziosiscono. Si tratta di Villa Palagonia, un luogo incantevole e un po’ inquietante, che merita assolutamente una visita. La sua è una storia lunga e ricca di eventi affascinanti, durante la quale si incontrano anche personaggi molto importanti a livello internazionale. Non ci resta che partire dall’inizio e tuffarci in questa splendida dimora storica.
La villa venne costruita a partire dal 1715, per volere di Ferdinando Francesco Gravina-Cruyllas (che fu principe di Palagonia): il progetto venne affidato al frate domenicano Tommaso Maria Napoli, il quale si fece assistere dallo stimato architetto siciliano Agatino Daidone. Dopo la realizzazione del corpo principale dell’edificio, l’attenzione si concentrò sulle strutture basse che lo circondano, ma anche sugli interni e sulle incantevoli decorazioni che hanno reso Villa Palagonia così speciale – tanto da essere considerata uno dei luoghi più originali in Europa e nel mondo.
Fu il successore di Ferdinando Francesco a commissionare il completamento dell’intero complesso monumentale, che al termine dei lavori si presentava così come possiamo ammirarlo oggi. Ciò che è andato perso, purtroppo, è il lungo viale che accompagnava sino all’ingresso della villa, il quale presentava in origine alcune caratteristiche davvero particolari. L’arco trionfale che ne segnava la metà è ancora in piedi, ed è conosciuto come arco del Padre Eterno: ora sovrasta una strada urbana, e più nessun principe in visita vi rivolge le sue preghiere per essere arrivato a destinazione.
La perdita più grande riguarda le numerosissime statue in calcarenite che un tempo cingevano l’intero viale: se ne contavano oltre 200, ma ne sono sopravvissute solamente 62. Proprio queste statue, assieme alle decorazioni che adornano i muri esterni, hanno dato alla villa il soprannome di “casa dei mostri”. Raffigurano infatti creature bizzarre e inquietanti, animali fantastici, figure antropomorfe e tantissime caricature, a volte un po’ spaventose. A rimanerne incantato fu il letterato inglese Johann Wolfgang von Goethe, che visitò Villa Palagonia nel 1787.
Il poeta la descrisse con parole estasiate nel suo memoriale Viaggio in Italia, e ne fu così impressionato che inserì alcuni dei mostri ammirati a Bagheria in una delle sue opere successive. La storia della villa prosegue poi con l’acquisto, nel 1885, da parte della famiglia Castronovo – che ne è ancora la proprietaria. Oggi la splendida dimora è parzialmente aperta al pubblico, la si può visitare pagando un biglietto d’ingresso di appena 6€ ed è un vero gioiello che resta nel cuore di tutti coloro che varcano i suoi imponenti cancelli.
Le leggende della “casa dei mostri”
Una dimora dall’aspetto così bizzarro e curioso non poteva certo non alimentare storie e leggende che si sono tramandate nel corso dei secoli. Le figure mostruose, che da sempre caratterizzano Villa Palagonia, avrebbero avuto influenze malefiche non solo sugli abitanti della lussuosa residenza, ma anche su coloro che avevano l’ardire di osservarle da vicino. Si narra infatti che questi mostri avessero il potere di causare disgrazie, provocando eventi luttuosi, aborti o malformazioni nei neonati – motivo per cui le donne incinte si guardavano bene dal passare da quelle parti.
Un’altra leggenda popolare riguarda invece Francesco Ferdinando Gravina, il terzo proprietario della villa: pare che il suo fantasma aleggi ancora tra le sale e le ricche camere da letto della dimora. Proprio lui, quell’uomo stravagante che aveva voluto la realizzazione di queste statue “malefiche”, non sarebbe riuscito a sottrarsi al loro potere e sarebbe ancora costretto ad infestare la sua abitazione, terrorizzando gli incauti che hanno la sfortuna di incontrarlo. Sono naturalmente tutti miti che trovano fondamento solamente nel folklore popolare, tuttavia non fanno che aggiungere mistero e inquietudine ad una villa già di suo “spaventosa”.
Cosa vedere a Villa Palagonia
Oggi, come abbiamo già detto, Villa Palagonia è aperta al pubblico. La visita inizia nei giardini che la circondano, un angolo verde nel cuore della città che regala visioni incantevoli. Dopo aver ammirato le statue demoniache e le curiose decorazioni che si trovano all’esterno, si affronta lo scalone monumentale a doppia rampa e si varca la soglia della splendida dimora. Il piano nobile ospita un vestibolo riccamente decorato con affreschi che raffigurano le fatiche di Ercole. Molto affascinante è la Sala degli Specchi, con il soffitto interamente ricoperto di specchi e le pareti decorate da marmi e vetri colorati.
Da essa si può accedere alla cappella gentilizia e alla Sala del Biliardo, entrambi luoghi adornati in maniera meravigliosa. Ed è sempre qui che si trova l’ingresso agli appartamenti privati, una lunga sfilza di stanze che sono generalmente chiuse al pubblico, ad eccezione di qualche visita guidata programmata in anticipo. Villa Palagonia è un vero capolavoro, un posto al quale nessuna descrizione potrà mai davvero rendere giustizia, e che merita dunque di essere visitato se si ha in programma un viaggio a Palermo o dintorni.
Alcune curiosità su Villa Palagonia
Non ci resta che vedere qualche curiosità su questa splendida villa. Se Goethe fu il primo personaggio illustre che la visitò, non possiamo certo dire che fu l’unico. Anche il drammaturgo palermitano Giovanni Meli ne rimase affascinato, dedicandole il suo più celebre epigramma. Negli anni ’40, fu il pittore Salvador Dalì a lasciarci il cuore, tanto che espresse la sua intenzione di acquistarla per farne la sua residenza delle vacanze in Sicilia. In seguito, Renato Guttuso la descrisse come il suo luogo dei giochi da bambino, visto che sin da piccolino rimase incantato dalle sculture mostruose.
Essendo affascinante e misteriosa, ricca di leggende che si tramandano di padre in figlio, Villa Palagonia ha rappresentato la perfetta location per alcuni film. È il caso di Mafioso, capolavoro del ’62 che ha come protagonista Alberto Sordi, oppure del più recente Il regista di matrimoni, diretto da Sergio Castellitto. Nel 2009, invece, Giuseppe Tornatore ne ha realizzata una ricostruzione incredibilmente veritiera per il suo film Baarìa – girato proprio a Bagheria, la città in cui si trova la villa. C’è persino un romanzo, scritto da Walet Humm, che è stato ambientato nella dimora.