Desideriamo apportare un tocco di biodiversità ai nostri giardini? Allora realizzare uno stagno è un’ottima idea. Ma come si fa e quali sono i passaggi indispensabili per crearlo? Serve principalmente ad arricchire la biodiversità del nostro spazio verde, in quanto va a regolarne il microclima e fornisce habitat per diverse specie. Considerando che molti di noi vivono nelle grandi città, e dunque i paesaggi sono profondamente cambiati rispetto al passato, divenendo più aridi, possiamo realizzare un vero e proprio gioiello che servirà non solo a noi ma anche ad altre specie di animali.
Indice
Perché realizzare uno stagno nel giardino
Prima di vedere come fare uno stagno, vogliamo approfondire cos’è e quali sono le sue caratteristiche. È capitato sicuramente almeno una volta nella vita di rimanere affascinati di fronte a questi piccoli specchi d’acqua: se poi abbiamo un giardino o magari coltiviamo l’orto casalingo, avere uno stagno ci aiuta a regolare il nostro ecosistema.
È lui stesso un ecosistema vivo che si evolve nel tempo e regala sorprese continue, dalle prime fioriture delle piante acquatiche ai piccoli segnali di nuova vita che affiorano in primavera. Possiamo anche valutarlo dal punto di vista pratico: uno stagno può contribuire a regolare il microclima del giardino, mantenendo l’umidità e offrendo un rifugio fresco nelle giornate più calde. In ultimo, consideriamolo come uno spazio che invita a entrare in connessione con la natura, un momento prezioso da ritagliarsi nella frenesia quotidiana.
Come fare uno stagno
Se desideriamo realizzare uno stagno nel nostro giardino, dobbiamo prima di tutto scegliere il posto. Abbiamo bisogno di un terreno argilloso, in modo tale da non dover intervenire con ulteriori opere di impermeabilizzazione. Suggeriamo di scegliere una zona leggermente in pendenza, così da poter accumulare acqua piovana. È altrettanto importante decidere che forma dare allo stagno: serve quindi avere un progetto come punto di riferimento prima di iniziare i lavori.
Servono dei permessi per fare uno stagno?
Una domanda che dobbiamo assolutamente farci è la seguente: dobbiamo richiedere dei permessi prima di creare lo stagno del nostro giardino? Dipende dalle dimensioni e dalla profondità: deve essere infatti piccolo e profondo al massimo 60 cm. Se vogliamo realizzare un’opera più complessa e grande, abbiamo la necessità di richiedere i permessi e dunque di avviare la pratica.
La forma
Uno stagno di piccole dimensioni richiede anche l’attrezzatura adatta: possiamo scavare la buca servendoci di una vanga, di un piccone o di una pala (mentre per opere più complesse serve invece una scavatrice). Per quanto riguarda la forma, dobbiamo realizzare delle nicchie ecologiche sfruttando altezze diverse. Deve inoltre essere presente un canale di uscita per l’acqua, per evitare che possa tracimare o, in alternativa, creare danni al nostro spazio outdoor.
Come impermeabilizzare lo stagno
Impermeabilizzare lo stagno in giardino è un passaggio fondamentale, poiché serve per mantenere la durata e la salute dell’ecosistema acquatico. Senza una barriera efficace, l’acqua tende a disperdersi nel terreno, compromettendo sia la funzionalità dello stagno sia la sopravvivenza di piante e animali acquatici.
Il metodo più pratico e diffuso è l’uso di un telo impermeabile, generalmente in PVC o EPDM. Questi materiali sono flessibili, resistenti agli agenti atmosferici e si adattano facilmente alla forma dello scavo. Dopo aver sagomato la buca, è importante eliminare radici e pietre appuntite e stendere uno strato di tessuto non tessuto o sabbia, che protegge il telo da eventuali lacerazioni. Una volta posizionato il telo, lo si fissa lungo i bordi, lasciando un margine abbondante per eventuali assestamenti. Non dimentichiamo appunto la copertura, che va posizionata prima e dopo il telo impermeabile: gli strati di protezione sono altrettanto importanti. Valutiamo persino di usare delle coperte o dei maglioni, sfruttando l’antica arte del riciclo.
Piante acquatiche
Le piante acquatiche sono l’anima di uno stagno in giardino: ce ne sono diverse che possono convivere armoniosamente nello stagno, ognuna con una funzione precisa. Per esempio, l’elodea o il ceratofillo vivono sommerse e rilasciano ossigeno nell’acqua, fondamentale per la salute di pesci e microrganismi. Le piante galleggianti, come la ninfea, ombreggiano la superficie e limitano la crescita delle alghe, oltre a creare ripari naturali per piccoli animali acquatici.
Poi ci sono le piante marginali, come l’iris d’acqua e la lisca maggiore, che si collocano lungo i bordi e contribuiscono a rendere lo stagno più naturale. Queste piante aiutano anche a filtrare l’acqua e a consolidare le sponde. Scegliere una varietà equilibrata di specie, in base alla dimensione dello stagno e al clima del luogo in cui viviamo, è il segreto per uno specchio d’acqua sano. Un mix ben studiato arricchisce la biodiversità e regala al giardino un angolo di natura viva e mutevole, che cambia volto con le stagioni.
Come riempire lo stagno di acqua
Riempire lo stagno d’acqua segna la nascita ufficiale di questo nuovo ecosistema. Abbiamo a nostra disposizione diverse soluzioni, tra cui attendere le piogge per riempirlo con le precipitazioni o, in alternativa, ricorrere al pozzo o all’acquedotto. Dobbiamo però assolutamente tenere conto di una cosa: l’acqua di rubinetto contiene spesso cloro e altre sostanze che possono essere dannose per la vita acquatica.
Come prendersi cura dello stagno e mantenerlo pulito
Mantenere uno stagno al meglio significa accompagnarlo nelle sue naturali trasformazioni: il nostro obiettivo è di mantenere l’equilibrio. La prima regola d’oro è osservare: uno stagno sano si autoregola, ma piccoli segnali — acqua torbida, proliferazione eccessiva di alghe o cattivi odori — indicano che è il momento di intervenire.
Il nostro suggerimento è di rimuovere regolarmente foglie e detriti galleggianti, soprattutto in autunno; le piante acquatiche vanno monitorate e, se necessario, potate o sfoltite per evitare che si espandano troppo e rubino ossigeno agli altri abitanti dello stagno. Inoltre, per contrastare la crescita delle alghe, è utile inserire piante ossigenanti e mantenere un buon equilibrio tra sole e ombra. Sconsigliamo l’uso di prodotti chimici: un ecosistema sano lavora meglio con metodi naturali. Per il resto, controlliamo periodicamente la qualità dell’acqua, in particolare se desideriamo aggiungere al nostro stagno degli abitanti acquatici. Con piccole cure costanti, lo stagno si manterrà vivo, pulito e capace di offrire, stagione dopo stagione, un’oasi di natura rigogliosa e armoniosa nel cuore del giardino.