Ci troviamo in un luogo meraviglioso, alla scoperta delle cosiddette ville pontificie di Castel Gandolfo, nel territorio dei Castelli Romani. Concesse alla Santa Sede nel 1929 a seguito dei Patti Lateranensi, Villa Barberini è la residenza estiva del Papa ed è parte di un complesso di straordinaria bellezza e rilevanza storica. E se Papa Francesco ha reso il territorio ancora più affascinante con il progetto del Borgo Laudato Sì, Papa Leone XIV ha scelto di ripristinare la tradizione del “riposo estivo”, recandosi proprio a Castel Gandolfo. Ma quali sono i segreti e la storia di questo magnifico complesso?
Indice
La storia delle ville pontificie di Castel Gandolfo
Il territorio è oggi legato profondamente alla storia dei Papi, ma non solo. Ci sono testimonianze in merito al turismo residenziale sin dall’antichità: 150.000 anni fa, il cratere del vulcano laziale è collassato, e le sue pendici, successivamente, sono diventate un luogo privilegiato dove trascorrere giorni di riposo per il patriziato romano in età repubblicana.

Naturalmente, di tempo ne è passato da allora. Sul lago di Albano, numerosi Papi hanno trascorso le proprie vacanze estive, ospitando persino personaggi di spicco della politica, come è accaduto a San Giovanni Paolo II e al presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush, che aveva visitato la terrazza del palazzo con la moglie Laura.
Papa Francesco, contrariamente a Papa Benedetto XVI, che ha sempre trascorso le estati del suo pontificato proprio a Villa Barberini, non ha mai scelto di fare la villeggiatura a Castel Gandolfo, sebbene abbia istituito il Centro di Alta Formazione Laudato Sì e il progetto Borgo Laudato Sì. Il 17 giugno 2025 abbiamo appreso che anche Papa Leone XIV riprenderà l’usanza di trascorrere le ferie estive nelle ville pontificie, riaffermando così un’antica consuetudine.
I segreti di Villa Barberini
Il complesso delle ville pontificie si compone di diversi edifici, tra cui il Palazzo Pontificio (che è visitabile, ma non è più la residenza ufficiale estiva del Papa), la Specola Vaticana, Villa Cybo e, per l’appunto, Villa Barberini. Nel complesso troviamo inoltre il Collegio Estivo di Propaganda Fide e il Convento delle Clarisse di Albano.
Villa Barberini è il simbolo indiscusso di questo territorio: fu costituita da Taddeo Barberini, il nipote di Urbano VIII, quando acquisì due proprietà, una nel 1628 e l’altra nel 1631. La prima cosa da sapere è che i lavori per la costruzione furono affidati a Gian Lorenzo Bernini, secondo le fonti storiche: per quattro anni, fino al 1635, Bernini si occupò sia della palazzina che dei giardini.
Una delle particolarità di questo edificio è certamente la presenza di alcuni resti della zona residenziale monumentale della Villa di Domiziano: tra questi il teatro, il criptoportico, l’ippodromo e altre strutture minori. Un’altra curiosità da conoscere è che Villa Barberini è connessa sia a Villa Cybo che al Palazzo Pontificio da un viadotto costruito nel 1773. È proprio a Villa Barberini che Papa Leone XIV ha scelto di trasferirsi durante l’estate del 2025, ripristinando quindi l’antica tradizione della residenza estiva del Papa.
La tradizione della residenza estiva papale
Papa Leone XIV è, di fatto, il sedicesimo Papa a soggiornare proprio in questa località, che è stata designata come residenza d’estate sin dalla metà del ‘600. Il primo Papa a trascorrere un soggiorno qui è stato Urbano VIII. Come abbiamo visto, queste ville magnifiche sorgono proprio sulla villa romana dell’imperatore Domiziano.
La residenza d’estate designata tanti anni fa era l’antica Rocca, ma successivamente le dimore si sono ampliate e arricchite con il contributo del Bernini stesso. Ci fu però anche un momento di abbandono, precisamente per circa sessant’anni, quando giunse alla fine lo Stato Pontificio.

Come anticipato, dopo i Patti Lateranensi nel 1929, Castel Gandolfo è tornata a essere la residenza estiva prediletta dei Papi. Qui, la vita quotidiana dei Pontefici scorre assolutamente lenta, all’insegna della bellezza e dell’ecologia, come vedremo in seguito con il progetto del Borgo Laudato Sì, fortemente voluto da Papa Francesco.
Proprio quest’ultimo aveva scelto di aprire le stanze degli ambienti che fino a qualche anno fa erano riservati esclusivamente ai collaboratori del Papa. Tra le stanze oggi visitabili citiamo: la Sala del Concistoro, la Sala del Trono, la Sala degli Svizzeri e ancora la Sala dei Palafrenieri.
L’ex residenza estiva dei Papi era il Palazzo Apostolico, oggi aperto al pubblico come museo insieme ai Giardini Vaticani. Da residenza imperiale, quindi, oggi Castel Gandolfo è ormai villa pontificia per eccellenza, dove si trova una delle ville più famose dell’antichità: l’Albanum Domitiani, che si sviluppava per circa 14 km², e di cui sono rimasti resti visitabili ancora oggi.
Il Borgo Laudato Sì voluto da Papa Francesco
Merita senz’altro un approfondimento il cosiddetto Borgo Laudato Sì. Se la bellezza dei giardini delle ville pontificie di Villa Barberini a Castel Gandolfo è rinomata in tutto il mondo, il Borgo Laudato Sì – sviluppato e realizzato all’interno del Centro di Alta Formazione intitolato proprio alla Laudato Sì – rappresenta una vera e propria meraviglia.

Fondato sui principi di educazione ecologica, economia circolare generativa e sostenibilità ambientale, il progetto incarna tutti i temi fondamentali del pontificato di Papa Bergoglio. L’intento è stato quello di valorizzare e proteggere il patrimonio naturale e storico delle ville pontificie, sviluppandolo in chiave educativa e responsabile.
Il risultato è uno scenario unico, dove si mettono in pratica i principi dell’ecologia integrale, in un ambiente che promuove formazione, rispetto per la natura e spiritualità. Non sorprende che sia stato visitato anche da Papa Leone XIV, che ha voluto riconoscere pubblicamente il valore del progetto. Oggi il Borgo rappresenta un modello internazionale di rigenerazione culturale e ambientale, nonché un simbolo del futuro sostenibile a cui tende la Chiesa. Castel Gandolfo non è più solo il rifugio estivo dei Papi, ma un laboratorio vivente di fede, ecologia e innovazione.