È capitato a tutti, prima o dopo, di gettare avanzi di cibo non utilizzato in cucina. Ogni anno, in media in tutto il mondo, vengono gettate via circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo (65 chilogrammi all’anno a testa di alimenti secondo la Fondazione Barilla center for food & nutrition) con gravi conseguenze per l’ambiente e la salute. I più gettati? Frutta e verdura, i quali, per produrli (e non mangiarli), sono serviti 73 milioni di metri cubi di acqua, tanto quanto il fabbisogno di acqua potabile di 18 giorni della Lombardia, 23 giorni del Lazio, 27 della Campania e 153 della Puglia; con quella quantità si potrebbero riempire 80 piscine olimpioniche al giorno, ha calcolato la Fondazione.
E il clima ne risente
Lo spreco di cibo, ricorda la Fondazione Barilla, contribuisce anche ai cambiamenti climatici (generando l’8% delle emissioni annuali di gas serra), al sovrasfruttamento dei terreni (il 28% di quelli disponibili al mondo è usato per produrre cibo che poi non viene consumato) e all’insicurezza alimentare nelle aree del mondo già a rischio di disuguaglianza sociale. Se riuscissimo però a diminuire la quantità di rifiuti, che arriva nelle discariche e negli inceneritori, si ridurrebbero anche le emissioni di metano e anidride carbonica. Questa tutela dell’ambiente dovrebbe essere una priorità per tutti e può cominciare anche attraverso semplici gesti quotidiani nei quali possono essere coinvolti anche i più piccoli.
La lotta allo spreco va impartita sin dall’infanzia
I pediatri di famiglia rappresentano delle figure ideali per accompagnare i genitori e giovani affinché mettano in atto comportamenti virtuosi. “La nutrizione è fondamentale per la salute di bambini e adolescenti – afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP -. Oltre a prestare estrema attenzione alla quantità e qualità del cibo, che consumano i più giovani, è importante evitare il più possibile inutili sprechi. Bastano alcuni semplici accorgimenti per non essere costretti a buttare nella spazzatura alimenti commestibili”.
3 consigli utili
“La scelta, la preparazione e la corretta conservazione del cibo producono effetti benefici sull’organismo – aggiunge la dott.ssa Adima Lamborghini, Coordinatore Nazionale Area Alimentazione e Nutrizione FIMP -. Oltre a questo:
- L’acquisto programmato settimanalmente permette di variare le proposte dei cibi presenti sulla tavola, alternando così le varie fonti di energia.
- Va evitato, invece, di comprare prodotti già confezionati in alte quantità, per i quali è maggiore il rischio di spreco e di eccesso calorico.
- È poi preferibile rispettare la stagionalità, perché i prodotti non di stagione richiedono un maggiore consumo di energia per essere prodotti e immessi in commercio, hanno minore valore biologico e spesso necessitano di trattamenti con conservanti.
Il fenomeno della doggy bag
Nella lotta allo spreco, però, una buona notizia è che si sta crescendo l’attenzione da parte degli italiani. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, infatti, quasi quattro italiani su dieci (37%) quando escono dal ristorante si portano sempre, spesso o almeno qualche volta, a casa gli avanzi con la doggy bag, il contenitore per portare via il cibo non consumato ed evitare che venga buttato. Un comportamento molto diffuso in altri Paesi – a partire dagli Stati Uniti – dove, sottolinea la Coldiretti, la doggy bag è una prassi consolidata per gli stessi vip. E che ci auguriamo possa coinvolgere sempre più persone di tutta l’età, a partire dai più piccoli.