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Sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna
Necessità di alzarsi più volte durante la notte per urinare, urgenza di vuotare la vescica in modo frequente anche durante il giorno e getto di urina che diventa sempre più debole con una sensazione di mancato svuotamento. Sono i sintomi di una patologia che colpisce gli uomini: l’ipertrofia prostatica benigna.
A soffrirne sono più di 6 milioni di italiani over 50. Purtroppo, stando agli ultimi dati diffusi durante il IX Congresso Nazionale SIUT (Società Italiana Urologia Territoriale), troppi pazienti si rivolgono all’urologo solo quando i segnali sono presenti già da tempo e ben il 75% abbandona le terapie dopo alcuni mesi.
Non un semplice disturbo
“Nella percezione comune – afferma Vincenzo Mirone, Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ – l’ipertrofia prostatica benigna è vista come un semplice disturbo, con una conseguente diffusa sottovalutazione. Un errore grave e pericoloso, anche perché alcuni sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna sono comuni al cancro della prostata. Solo il medico è in grado di arrivare a una diagnosi certa. Se trascurata, l’ipertrofia prostatica benigna può progredire fino a causare ritenzione urinaria con l’impossibilità di vuotare la vescica. La vittima di una prostata che cresce è proprio la vescica. Il rischio è di ‘sfiancare’ completamente quest’organo e di far soffrire i reni. Ciononostante, solo il 22,4% dei pazienti segue correttamente le terapie”.
Attenzione ai chili di troppo
Dalle ultime ricerche si è evinto la sindrome metabolica, condizione che implica una quantità eccessiva di grasso corporeo a livello addominale (oltre ad aumento della glicemia, ipertensione, alterati valori di colesterolo HDL e trigliceridi nel sangue), è strettamente correlata all’infiammazione che provoca che l’ingrossamento della ghiandola prostatica e i conseguenti sintomi urinari. “Inoltre – spiega Corrado Franzese, Presidente SIUT – l’obesità condiziona negativamente anche la risposta alle terapie”. Informare la popolazione sul ruolo degli stili di vita sani è divenuta, quindi, un’azione prioritaria per gli esperti del settore.
Quali sono i cibi che fanno bene alla prostata
“La dieta scorretta e le abitudini di vita sbagliate sono tra i principali fattori di rischio – conclude Mauro Gacci, Dirigente Medico di Urologia presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze e membro delle più importanti linee guida Europee (EAU-European Association of Urology) e Internazionali (SIU-Societè International d’Urologie) sull’ipertrofia prostatica benigna -. La riduzione del sovrappeso può determinare un miglioramento dei disturbi urinari collegati all’ingrossamento della prostata. Una dieta povera di grassi e zuccheri può prevenire e curare l’infiammazione cronica della prostata che, nel corso degli anni, può portare all’ingrossamento della ghiandola e allo sviluppo dei conseguenti sintomi e disturbi urinari ad essa correlati. Piatti ricchi di omega 3 e con effetto antinfiammatorio, il pesce, la crema di riso integrale, l’olio extravergine di oliva e di riso sono indicati per correggere le cattive abitudini a tavola; fra le verdure le carote, la zucca, le zucchine, il cavolo, il finocchio, la cicoria, le rape e le radici in genere. Al contrario, vanno limitati i cibi contenenti gli omega 6, perché agiscono come cofattori negli stati infiammatori della prostata, in particolare le carni fresche e conservate, i salumi e gli insaccati, le uova, i fritti, i dolci e le bevande zuccherate, i formaggi grassi e le farine raffinate.
L’importanza di un corretto stile di vita
È importante infine, svolgere un’attività fisica moderata con una certa regolarità negli anni, consigliano gli urologi: fare lunghe camminate a spasso svelto, andare in bicicletta almeno un paio di volte a settimana, ma anche giocare a tennis o a calcio, o andare regolarmente in palestra o in piscina può avere un impatto clinico molto significativo sui pazienti affetti da disturbi urinari legati alla prostata.