Pierfrancesco Favino, la scelta controcorrente: carriera a rischio

L'attore ha confessato di essersi giocato tutto con una scelta che molti hanno criticato e che invece, per fortuna, si è rivelata un successo

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Redazione

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Pierfrancesco Favino è senza dubbio uno degli attori più apprezzati del panorama cinematografico italiano, l’unico che negli ultimi anni abbia avuto esperienze anche all’estero. Eppure, nonostante il suo valoroso curriculum, c’è stato un momento in cui ha sentito che una scelta presa avrebbe potuto costargli la carriera.

L’attore si è raccontato attraverso le pagine del Corriere della sera in cui ha ripercorso i suoi ruoli più intensi, ma anche alcuni tratti di vita personale, come il rapporto con le figlie e alcuni aneddoti su suo padre.

Pierfrancesco Favino, la decisione che poteva costargli la carriera

Sembra impossibile, eppure quando gli è stato proposto di partecipare come co-conduttore al Festival di Sanremo, Pierfrancesco Favino ha sentito che quell’esperienza sarebbe potuta costargli la carriera così faticosamente costruita, nonostante il suo enorme talento. Il motivo? Un certo snobismo del settore teatrale e cinematografico nei confronti della televisione.

“Venivo da momento in cui avevo fatto teatro, appunto, e detto molti no, che nel nostro mestiere equivale a un ciao. È stato come un All in a poker. Adesso sappiamo che è andata bene ma la verità che in quel momento non mi voleva più nessuno, sapevo che avrei rischiato tutto e che l’ambiente mi guardava molto male per questa cosa”, ha confessato. Una scelta dunque sofferta, ma che per fortuna ha portato i suoi frutti e, anzi, si è rivelata azzeccatissima.

“Mi faceva incazzare che le paure che mi spingevano a dire di no non erano le mie. Mi sono detto: ma hai quasi 50 anni, e rischi di non fare una cosa che sai ti appartiene per la paura del giudizio altrui? Ho avuto la buona sorte di essere accompagnato da due matti, Claudio Baglioni e Michelle Hunziker, la buona sorte che nessuno si aspettasse nulla. È stato un successo, dunque un moltiplicatore. Fosse stato un fallimento, sarebbe stato un cratere”, ha ammesso.

E dire che non sarebbe stato né il primo né probabilmente l’ultimo grande attore a prestarsi al mondo della televisione e a mettersi in gioco, cogliendo quell’occasione per aprirsi a un altro mondo e vivere un’esperienza diversa, sicuramente intensa. “Penso che la tv popolare la dovremmo fare tutti, Mastroianni andava a prendersi in giro, Gassman a fare le capriole con Pippo Baudo. Io non faccio lo snob. Le persone hanno voglia di vederti. Diventi uno di famiglia”.

Pierfrancesco Favino, il ruolo di padre e quello di figlio

Nel corso dell’intervista l’attore ha avuto modo di parlare anche dei due ruoli più difficili, quello di padre e quello di figlio, ma nella vita vera. “Sono papone. Cerco di fare di tutto perché non siano le figlie di Favino, salvaguardo la loro vita, io e Anna cerchiamo di non parlare di lavoro a casa. Hanno visto pochissime cose mie. Io per primo se mi vedo in tv mi innervosisco, cambio, noto quello che non mi piace”, ha detto a proposito della sua vita personale e del rapporto con le figlie. Quanto al padre, invece, l’aneddoto che più lo rappresenta è quello legato al suo soprannome, Picchio: “Dava soprannomi a tutti, tranne a Paola, anche alle cose inanimate, tutti noi abbiamo soprannomi: Popi, Chicca e Picchio. Mancano Pluto e Paperino e ci siamo tutti. Io potrei tranquillamente firmarmi Picchio Favino, sono più quello lì che questo con il nome lungo”.