La casa di Annalisa Minetti riflette il carattere di questa artista ed è colorata e piena di allegria. Modella, cantautrice e atleta paralimpica, Annalisa adora trascorrere molto tempo nel suo appartamento di Milano.
Classe 1976, Annalisa Minetti è legatissima alla sua famiglia e ha voluto creare un ambiente che potesse far sentire tutti accolti e amati, con un’atmosfera unica!
La cantante ha due figli: Fabio, nato nel 2008 dall’amore per il calciatore Gennaro Esposito, ed Elèna, arrivata nel 2018 dall’unione con Michele Panzarino.
La sua stanza preferita è senza dubbio il living, decorato con un lungo tavolo bianco e diverse sedie, in cui la Minetti adora fare colazione. Nella sala spicca un parquet chiaro, arricchito con un divanetto grigio con cuscini bianchi, l’ideale per rilassarsi e trascorrere un po’ di tempo con le persone amate.
A dare colore all’ambiente ci sono uno splendido tappeto rosso e una lampada colorata con tantissimi palloncini. La cucina è il luogo in cui l’artista accoglie gli amici e si diverte a preparare tanti piatti deliziosi, grazie anche a un piano gas con più fuochi e un forno alto.
In mezzo alla stanza troviamo un grande tavolo, circondato da mobili minimal e di design, con colori che trasmettono allegria. Anche in questa stanza non manca la televisione a schermo piatto. Infine a completare la casa dell’artista troviamo la camera da letto, moderna e accogliente.
Il letto ha una testiera ampia color avorio, accanto si trova un tavolino con una abat-jour, che conferisce alla stanza un’atmosfera accogliente che riempie la stanza di colori tenui e caldi.
Annalisa Minetti soffre da quando ha 18 anni di retinite pigmentosa, una malattia che l’ha portata a perdere sempre di più la vista. Di fronte a tutto ciò però Annalisa non si è mai arresa e ha continuato a coltivare le sue passioni, arrivando al successo sia nel mondo della musica che dello sport.
“I sintomi erano iniziati a 12, purtroppo sono stati sottovalutati – ha raccontato -. Per i medici erano un eccesso di preoccupazione di mamma e papà nei miei confronti. Eravamo quattro fratelli, uno dei quali con un ritardo cognitivo, secondo loro questo aveva aumentato il livello di ansia verso i figli”.
“A 16 anni nascondevo il problema, vedevo sempre meno, mi ingegnavo per non farlo capire – ha aggiunto -. Andavo a scuola a piedi, il tragitto diventava ogni giorno più faticoso. Mi appiccicavo alle compagne che facevano la stessa strada, la loro voce mi guidava. Poi mi sono fatta regalare uno dei primi cellulari e fingevo di stare al telefono, la gente, vedendomi andare a sbattere, avrebbe dato la colpa alla distrazione”.
Poi la diagnosi, arrivata con la maggiore età. “A 18 anni ho dovuto fare una visita medica specifica perché non ero più in grado di sostenere lo studio da sola senza un aiuto ed era necessaria una certificazione per l’esame di maturità. La malattia era all’ultimo stadio, poco dopo sono diventata cieca”, ha spiegato.
Un dolore che però non ha impedito ad Annalisa di spiccare il volo, grazie a coraggio e determinazione. “Mi sentivo persa, finita – ha svelato -. Mio padre mi spronò: “Al posto di dire perché proprio a me pensa perché non a me. Trasforma questo buio in luce”. L’ho fatto, ho coltivato la mia grande passione: la musica”.