Il testamento di Michela Murgia: la tutela di una famiglia non riconosciuta

Alcuni dettagli del testamento di Michela Murgia ma soprattutto l'atto politico che vi è alle spalle: ecco quando si terranno i funerali

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Michela Murgia ha scelto per tempo di fare testamento, al fine di offrire le necessarie garanzie alla propria famiglia queer. Il fatto che lo Stato non preveda tutele per chi ha un legame non riconosciuto dalle istituzioni, l’ha spinta a prendere una decisione per tempo, consapevole di quanto poco gliene restasse. Un vero e proprio atto politico, il suo, evidenziando come politica e legalità abbiano ben poco a che fare con le questioni di cuore.

La necessità di un testamento

A redigere il testamento di Michela Murgia è stata Cathy La Torre, ben nota avvocata e attivista, ma soprattutto grande amica della compianta scrittrice. Ne ha raccontato alcuni aspetti a Repubblica, evidentemente in concordato con la Murgia, al fine di diffondere il messaggio di fondo di questo testamento il più possibile.

Non scende esattamente nei dettagli, La Torre, ma spiega come da mesi la cara amica avesse iniziato una lotta politica: “Perché ogni tipologia di famiglia, anche quelle non esattamente riconducibili all’eteronormatività e alla tradizione, ovvero senza legami di sangue, potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio. Per la prima volta ha parlato di famiglia queer, mostrando come ne esistano altri modelli”.

Alla lotta ideologica si è poi aggiunto un piano più concreto. Per quanto abbia avuto un peso enorme l’essere riuscita a spingere tantissimi italiani a interrogarsi su cosa sia una famiglia queer, politica compresa, aveva il bisogno di tutelare in maniera efficace i suoi affetti.

L’avvocata ha spiegato come il documento redatto dia dignità politica a questa forma di famiglia, così come dinanzi alla legge. È stato quindi realizzato un testamento articolato, che “non ha alcun costo ed è uno dei primi passi che si può fare in questo senso. Così come un testamento biologico o anche nominare un esecutore o una esecutrice testamentaria, che possano seguirne l’applicazione”.

Il testamento nel dettaglio e il funerale

Michela Murgia ha scelto di lasciare la sua casa di Roma ai figli d’anima. Una dimora simbolo di quella famiglia queer tanto profondamente amata. A uno dei ragazzi, Alessandro Giammei, la responsabilità di gestire la curatela degli scritti, editi e inediti (Michela Murgia ha proseguito a scrivere fino ai suoi ultimi giorni, ndr).

Chiunque l’abbia amata, dunque, avrà modo di leggere nuovi volumi pubblicati postumi. Era stata proprio la scrittrice a parlare in maniera specifica del testamento in un’intervista a Vanity Fair, offrendo alcuni dettagli: “Tutto il mio armadio va in capo a Chiara Tagliaferri. Sarà lei a decidere come distribuirlo. A Patrizia Renzi, invece, il patrimonio di gioielli e bigiotteria. Sono trenta chili di cianfrusaglie accumulate”.

I funerali di Michela Murgia si celebreranno presso la chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma. È facile attendersi un’enorme folla, pronta a manifestare quel diritto all’amore per il quale lei aveva duramente lottato. L’orario d’inizio è previsto per le ore 15.30. Nel ricordarla, Roberto Saviano ha spiegato come lei avesse sempre immaginato il suo come un funerale politico: “Un incontro di tutti coloro che l’hanno letta, voluta bene, difesa e sostenuta. Una celebrazione di quella strada percorsa insieme”. Invitati tutti a prendere parte, recandosi presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto, perché “questo funerale non ha nulla di privato”.