Funerali Murgia, l’ultimo saluto alla scrittrice: commozione del marito e dei figli dell’anima

Le esequie si sono svolte nella Basilica romana di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti: presenti tanti lettori, colleghi e amici ilustri

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Antonella Latilla

Giornalista, esperta di tv e lifestyle

Giornalista curiosa e determinata. Scrittura, lettura e cronaca rosa sono il suo pane quotidiano. Collabora principalmente con portali di gossip e tv.

Ultimo saluto a Roma a Michela Murgia, la scrittrice scomparsa all’età di 51 anni a causa di un carcinoma renale al quarto stadio. I funerali si sono tenuti nella Basilica romana di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti alla presenza di numerosi fan, lettori, parenti, amici, colleghi. La funzione è stata celebrata da don Walter Insero, professore associato alla Pontificia università gregoriana e Cappellano presso la Rai dal 2004. Il sacerdote ha recentemente officiato anche i funerali di Gina Lollobrigida, Gigi Proietti, Andrea Purgatori, Maurizio Costanzo e, in passato, quelli di Fabrizio Frizzi.

“Abbiamo scelto questa pagina dal Vangelo di San Giovanni con Michela. Gesù è simboleggiato con la porta, cioè la soglia, quel luogo di passaggio che permette di attraversare lo spazio e andare oltre”, ha detto don Walter Insero durante l’omelia. “Lei è nell’oltre, la sua anima è in viaggio verso il Padre, non verso il nulla. Ha fatto tante battaglie e ha conservato le fede – ha aggiunto – Ci ha lasciato questa testimonianza: è possibile amare nel dolore, salutare tutti e riconciliarsi con tutti”.

In apertura della cerimonia don Insero ha letto un messaggio per la scrittrice del Cardinal Zuppi: “Il libro della sua vita non è finito, le sue pagine continuano a essere scritte con lettere d’amore. Lei lo ha scritto con passione”.

I funerali di Michela Murgia a Roma, perché non c’erano fiori

Nella Chiesa degli Artisti, ai funerali di Michela Murgia, non c’erano dei fiori: si tratta di una delle ultime volontà disposte dalla defunta. Tutti i cuscini di fiori mandati da diverse autorità, dal sindaco al Comune di Roma, sono rimasti fuori sul sagrato, dove erano presenti centinaia di persone. La Murgia ha chiesto prima di morire solo una composizione floreale, quella che unisce fiori di carciofolimonipeperoncino e mirto.

All’arrivo del feretro sono seguiti oltre dieci minuti di applausi. Tanti lettori si sono organizzati per venire tramite un gruppo Telegram con 600 iscritti e hanno deciso di rendere omaggio alla scrittrice indossando una maglietta bianca. Un’ammiratrice ha invece esposto lo striscione “God save the queer”, la stessa scritta che Michela Murgia aveva sull’abito di nozze indossato quando ha sposato Lorenzo Terenzi lo scorso luglio (emozionato alle esequie insieme ai figli dell’anima della scrittrice: Raphael Luis, Francesco Leone, Michele Anghileri e Alessandro Giammei).

Chi era presente ai funerali di Michela Murgia a Roma

Amici, colleghi e la famiglia “queer” si sono uniti per rendere omaggio a una figura tanto influente quanto carismatica come quella di Michela Murgia. Fra i tanti partecipanti alle esequie: gli amici Roberto Saviano, Lella Costa e Chiara Valerio, la segretaria del Pd Elly Schlein, oltre ad altri volti noti come Francesca Pascale, ex di Silvio Berlusconi, insieme alla moglie, la cantante Paola Turci.

Roberto Saviano ha letto un testo durante i funerali di Michela Murgia: “Sono le parole più difficili della mia vita. Michela voleva che che questa giornata fosse per tutti. Vedendo quanta gente e quanto amore c’è in questa chiesa non posso darle torto”. “La scrittura – ha aggiunto – per Michela era una grande fatica. Anche se batteva velocemente i tasti e sembrava che suonasse. La condivisione è il senso di tutto”.

“Quando qualcosa non andava diceva ‘non stare solo, vieni qua. Riconoscere le differenze è il primo atto per non stare soli. Ha protetto tutti fino alla fine. Anche negli ultimi dolorosissimi momenti. Io e Michela ci siamo conosciuti e uniti non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che ci hanno fatto”.

Roberto Saviano ha concluso: “Michela per anni è stata bersaglio e ha nascosto questo enorme dolore dentro di sé. A farle più male non sono stati gli odiatori mediatici ma quanti avevano un piede dentro e uno fuori, chi non prendeva posizione”. Pure Lella Costa, grande amica della Murgia, ha parlato durante le esequie: “Intelligenza incredibile, concentrata tutta in una sola persona è anche un po’ un’ingiustizia”.

Tra gli interventi più apprezzati quello di Chiara Valerio, che l’ha ricordata con commozione e ironia parlando della Murgia al futuro, tra lacrime e risate. All’uscita dalla chiesa degli Artisti a Roma, la bara, portata a spalla da alcuni componenti della famiglia e da Roberto Saviano, è stata accolta da un altro lunghissimo applauso da parte delle persone che hanno atteso per ore sotto il sole. La piazza e le persone rimaste all’interno della chiesa hanno intonato l’inno partigiano ‘Bella Ciao’.

Tensione e grida ai funerali di Michela Murgia a Roma

Non è mancata della tensione durante i funerali di Michele Murgia. Ad un certo punto, durante la funzione religiosa, fuori dalla Chiesa qualcuno ha gridato: “Comunisti di m…., viva la Meloni”. La folla, rumoreggiando, si è diretta dove arrivavano le grida mentre la polizia locale è prontamente intervenuta. La situazione di allerta è così rientrata velocemente. Da segnalare che in piazza del Popolo non sono mancate alcune bandiere dell’Associazione Nazionale dei Partigiani.

Michela Murgia dopo la morte: l’eredità della scrittrice

Nonostante la malattia, un carcinoma renale al quarto stadio che aveva svelato solo lo scorso maggio, Michela Murgia ha scritto fino all’ultimo giorno: il suo nuovo libro, atteso a breve per Rizzoli, sarà dedicato alla genitorialità e alla famiglia, esperienza che lei, madre d’anima, ha vissuto fuori dai canoni della tradizione e ha plasmato in nome della libertà di scegliere chi si ama.

Michela Murgia ha inoltre scelto per tempo di fare testamento, al fine di offrire le necessarie garanzie alla propria famiglia queer. A redigere il documento è stata Cathy La Torre, nota avvocata e attivista e grande amica della compianta scrittrice: “Perché ogni tipologia di famiglia, anche quelle non esattamente riconducibili all’eteronormatività e alla tradizione, ovvero senza legami di sangue, potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio. Per la prima volta ha parlato di famiglia queer, mostrando come ne esistano altri modelli”.