Roberto Saviano, morta la zia Silvana: “La mia vita è finita con te”

Roberto Saviano saluta la zia Silvana: un addio senza retorica, fatto di ricordi quotidiani, scelte libere e debiti d'amore mai estinti

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 27 Aprile 2025 15:36

Roberto Saviano oggi ha chiuso il mondo fuori e ha parlato solo di sangue, affetti, debiti che non si saldano. Su Instagram ha salutato zia Silvana, la “Lalla” che da bambino gli riempiva la vita di piccoli gesti precisi e di un amore che non aveva bisogno di spiegazioni. Poche frasi secche, che pesano più di mille racconti: la donna che aveva scelto lui come figlio, senza doverlo, adesso non c’è più.

Il legame speciale tra Roberto Saviano e la zia che lo ha cresciuto

“Zia Lalla non c’è più”, scrive Roberto Saviano all’inizio del suo post, ricordando come da bambino avesse dato lui stesso quel soprannome a Silvana.

Non sposata, Silvana aveva scelto insieme alla sorella, la madre di Saviano, di prendersi cura di lui e del fratello: “Aveva scelto me e mio fratello come figli: non le eravamo capitati”. L’affetto reciproco è evidente nei piccoli gesti che hanno segnato l’infanzia dello scrittore, dall’accompagnarlo a scuola alle attenzioni nelle giornate di febbre.

I ricordi di una quotidianità semplice ma indimenticabile

Saviano non tira fuori grandi dichiarazioni. Si aggrappa ai ricordi veri: quelli che si consumano in cucina, in macchina, in cameretta. “Mi ha svegliato al mattino per anni, tenuto il termometro, accompagnato a scuola, alle lezioni di pianoforte; mi ha insegnato a usare forchetta e coltello, rimpinzato di frullato, lavato e disinfettato le sbucciature”.

Poi arriva il pugno nello stomaco. “Tutto ciò che sono ha la sua traccia, tutto ciò che non sarò più ha la sua assenza”. Nessuna costruzione letteraria, solo una verità che si taglia col coltello. La vita di Saviano, quella vera, si è costruita pezzo dopo pezzo su quelle mattine, quei viaggi in macchina, quei pranzi a tavola.

Il coraggio di vivere secondo i propri principi

Saviano racconta anche l’indipendenza di zia Silvana, che aveva scelto di non sposarsi e di non lavorare in banca per non rinunciare alla propria libertà. “Il suo stile era vivere secondo i suoi principi: un’etica rigorosa che non voleva imporre a nessuno”.

Silvana aveva un legame profondo con gli animali, che sentiva più affini degli esseri umani: “Silvana era l’amore creativo per i suoi animali”, scrive Saviano, ricordando i tanti compagni a quattro zampe che hanno riempito la sua casa e la sua vita.

Il senso di colpa per il dolore causato

Roberto Saviano confessa anche il peso della sua notorietà nella vita della zia. “Sono stato una sventura per lei, come per tutta la famiglia: la mia vicenda è stata un’esplosione”, ammette.

La protezione costante, i trasferimenti, i commenti della gente: tutto ha reso più difficile la quotidianità di Silvana. “A nessun altro la colpa se non alla mia esposizione che l’ha travolta”, scrive, evidenziando un dolore che accompagna il lutto.

L’ultimo saluto a una madre mai reclamata ma profondamente amata

Il post si chiude con una frase che racchiude tutto il loro rapporto: “Addio, zia Silvana, madre amata. La mia vita — quella che, per essere compresa, non necessitava parole ma solo sguardi — è finita con te”. Un ultimo tributo a una donna che ha rappresentato molto più di una figura familiare, un pezzo essenziale della sua stessa identità.