Nicoletta Romanoff, la difficoltà di proteggere i figli dai pericoli di oggi

L'attrice interpreta la mamma di una vittima di cyberbullismo nel cortometraggio "La stanza", un ruolo in qualche modo anche autobiografico

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Redazione

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Pubblicato: 8 Novembre 2021 12:03

La paura più grande che una madre possa avere è quella di non riuscire a proteggere i propri figli. È un istinto animalesco, che accomuna gli esseri umani a tutti gli altri mammiferi. È qualcosa che, però, per l’uomo, va oltre la fisicità: non si tratta di proteggere i ragazzi da predatori, non solo perlomeno, e semmai al giorno d’oggi si parla di un altro tipo di predatori.

Anche per questo Nicoletta Romanoff ha voluto fortemente prendere parte al cortometraggio La stanza, attualmente disponibile su Raiplay, che la vede tra i protagonisti insieme a Michele Placido.

Il racconto prende spunto da una storia vera e intende rendere omaggio ad Amanda Todd, quindicenne canadese che si è tolta la vita filmando su YouTube gli abusi subiti online. Nel minifilm, la Romanoff interpreta la mamma di Andrea, giovane con cui è difficile rapportarsi e comprendere ciò che sta subendo in rete.

Nicoletta Romanoff, la sua brutta esperienza con i figli sui social

Non è stato difficile per l’attrice immedesimarsi nella parte. Come ha raccontato in un’intervista a Vanity Fair, lei stessa ha potuto toccare con mano i pericoli del web e le insidie per i suoi figli. “Si sono ritrovati coinvolti nel social media Ask, qualcosa di terrificante: gli utenti, in modo anonimo, rivolgevano domande di ogni genere agli utenti, tutti con profilo aperto. Il padre e io abbiamo scoperto che a loro veniva chiesto di tutto. Gli si chiedeva se avessero indossato una determinata felpa fuori la scuola, se vivessero in un certo indirizzo, se fumassero o avessero mai rubato. I ragazzi credevano di ricevere i quesiti dai compagni o dagli amici, invece…”, racconta.

Così Nicoletta ha scoperto che i suoi ragazzi più grandi, Francesco e Gabriele (che ora hanno 22 e 21 anni) avevano una vita di cui lei ignorava l’esistenza. Così è corsa ai ripari, con l’aiuto anche di altre mamme. “Quando una madre vuole scoprire qualcosa è peggio dell’FBI e infatti da quel momento abbiamo cominciato a chiedere ai ragazzi di cosa si trattasse e abbiamo spiegato cosa si nasconde davvero dietro i social, ma all’epoca i messaggi erano solo scritti. Oggi è diverso… si tratta di una piaga dilagante in rete, ecco perché prima del lockdown ho deciso di partecipare a questo progetto, una storia molto simile a quanto sta accadendo attorno a noi”.

Nicoletta Romanoff, come protegge i figli dai pericoli della rete

“Li ho sempre tenuti molto nascosti. Solo di recente, ad esempio, ho condiviso una foto di Francesco quando aveva 5 anni. Adesso ne ha 22, è alto un metro e novanta e si sa difendere. Non l’ho mai fatto prima, nel mio feed non trovi le loro cose private perché desidero abbiano la loro identità/individualità e non siano “i figli di””, spiega la Romanoff, che ha sempre cercato di tenere separata la sua visibilità dalla vita privata e da quella dei suoi figli.

Ma in generale l’attrice si è resa conto che non è facile comprendere cosa passa per la mente di un adolescente e come possa vivere le sfide e i pericoli che i social comportano. “Il lockdown ha creato un’escalation. Maria, che ora fa la seconda media, ha ricevuto un telefonino, che prima non aveva e in casa c’è stato un necessario upgrade di device (…). Quei dispositivi li abbiamo presi per esigenze scolastiche ma poi sono stati usati per altro (…). Lotto con Maria per non farle aprire profili Instagram e Tik Tok, ma non so quanto ancora riuscirò a reggere. Le altre mamme dicono che la sto escludendo dal mondo, ma non è così, voglio solo posticiparne l’ingresso nel virtuale. Per fortuna anche lei fa sport”.

Perché bisogna fare attenzione al cyberbullismo

“Il cyberbullismo è un pericolo: nessuno può vedere che lo subisci, nessuno si accorge se piangi alla tastiera e ti viene in aiuto come quando per strada invece ti accorgi che una persona viene picchiata e intervieni. Anzi la famiglia pensa che nella sua stanza il figlio sia al sicuro, invece la violenza psicologica che provi online è reale”, bastano queste parole dell’attrice per comprendere perché sia fondamentale parlare con i propri figli e cercare di cogliere qualsiasi segnale. Lei per esempio, capisce che qualcosa non va “Dai repentini cambi d’umore, ma non la controllo, cerco di basare il rapporto sulla fiducia. Capisco, però, che davanti allo schermo tutti ci sentiamo leoni da tastiera e i bambini sanno essere feroci, ti bloccano, t’insultano, ti chiedono foto e se le scambiano. Io su questo faccio rete con gli altri genitori per spiegare loro i pericoli che corrono”.