Morta Laura Lynch, che strappò il country all’egemonia maschile

Morta in un incidente stradale Laura Lynch, musicista che rivoluzionò il country all’insegna dei diritti civili

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

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Nella giornata di venerdì 22 dicembre, Laura Lynch è morta in un incidente stradale in Texas, aveva 65 anni. Se ne è andata lontana dai riflettori, così come aveva scelto di vivere negli ultimi anni, nonostante Lynch sia stata una delle musiciste che, come poche altre, ha saputo rivoluzionare il mondo della musica country. A lei si deve la nascita di uno dei gruppi al femminile più famosi degli Stati Uniti.

Laura Lynch, cowgirl della musica

In Italia il country è qualcosa di esotico, reale solo nei film. Taylor Swift – oggi tra le artiste più ascoltate al mondo – arriva dal country, così come la figlia d’arte Miley Cyrus, ma al successo entrambe ci sono arrivate sfociando infine nel pop più puro. Laura Lynch, invece, era una cowgirl e a quel ruolo è rimasta fedele per tutta la vita.

Nata e cresciuta in un grande ranch del Texas insieme al nonno, Laura Lynch fin da bambina iniziò ad appassionarsi alla musica, fondando a Dallas nel 1988 il gruppo delle Dixie Chicks. Assieme a lei, che della band fu la bassista, c’erano Robin Lynn Macy e le sorelle Emily Strayer e Marti Maguire. Il debutto avvenne nei primi Anni ’90, con l’album dal rappresentativo titolo Little Ol’ Cowgirl, “piccole solite cowgirl”.

Fu Lynch stessa a definire quella delle Dixie Chicks come “musica da cowgirl. Un mix di tradizionale musica country, musica dei campi, acustica. Tutte cantiamo le tre parti e le parti armoniche. Ci buttiamo dentro il suono degli strumenti e un pizzico di country swing. Questa è la nostra cowgirl music”.

Il successo è arrivato troppo tardi

Per le Dixie Chicks – oggi la band country al femminile più famosa al mondo – il successo si fece attendere. Arrivò a 7 anni dalla fondazione della band, quando Laura Lynch inizia a vagheggiare un futuro diverso. Nel 1993, la popolarità era già tale da portare il gruppo a esibirsi alla Casa Bianca per l’allora presidente Bill Clinton. Forse era troppo per la bassista di campagna che sognava una vita tranquilla nel suo Texas e così, nel 1995, Lynch lasciò il gruppo per essere sostituita da Natalie Maines, ancora oggi in attività.

Il suo fu un contributo forse breve, ma essenziale: “Conserviamo un posto speciale nei nostri cuori per il tempo speso assieme a fare musica, ridere e viaggiare” scrivono le attuali The Chicks nel proprio profilo Instagram. “Laura era una stella luminosa… la sua energia contagiosa e l’ironia sono state la scintilla degli inizi della nostra band”. “Laura aveva un dono per il design – prosegue il toccante post d’addio – amava tutto ciò che veniva dal Texas e fu lo strumento che portò al successo della nostra band. Il suo innegabile talento ci ha aiutato a farci strada per le strade del Texas e del Mid-West tutto”.

In quegli anni non era facile farsi spazio in un mondo, come quello della musica country, popolato da virili e machisti cantautori uomini, dove le donne non erano che oggetto di canzoni d’amore ma mai voci narranti. Le Dixie Chicks riuscirono a imporsi, a guadagnarsi il rispetto del settore e a gridare al mondo che la musica non ha sesso, neppure quella dei cowboy, anzi delle cowgirl.