Micol Ronchi dopo la “fuga” della sorella Anastasia: “Mi sento cambiata”

Micol Ronchi scrive un lungo racconto che ripercorre i nove giorni infernali della scomparsa (o meglio, "fuga") della sorella Anastasia

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

“Mi sono sentita un pesce rosso in una boccia e come un pesce rosso ho iniziato a muovermi per il soggiorno: in tondo, come in un vaso”, con queste parole Micol Ronchi ha iniziato il racconto di un’esperienza che difficilmente potrà dimenticare. Tutti siamo rimasti attoniti di fronte all’appello che la stessa influencer e speaker radiofonica aveva lanciato qualche giorno prima di Natale: sua sorella Anastasia era scomparsa nel nulla, lasciando “soldi, documenti, telefono” a casa e facendo perdere le proprie tracce. “Queste cose succedono sempre agli altri” si pensa, ma la vita dimostra che non è così.

Micol Ronchi, il racconto della scomparsa della sorella Anastasia

Micol Ronchi e la sua famiglia hanno potuto festeggiare il Natale insieme ad Anastasia. Cosa che fino a qualche giorno prima era affatto scontata: la 16enne era scomparsa da qualche giorno, facendo perdere le proprie tracce e lasciando a casa tutto, persino il cellulare. Un’azione che evidentemente lasciava intendere la volontà di non essere ritrovata, di far perdere le proprie tracce. Un’azione che, naturalmente, è costata tanto in termini emotivi alla sorella maggiore a lei molto legata.

La speaker radiofonica e seguita influencer è tornata a parlarne in un lungo articolo pubblicato su MOW. “Non racconterò mai cosa sono stati per lei quei nove giorni. Posso raccontare solo cos’è stato per me” ha scritto su Instagram, riferendosi a “un’esperienza alla quale non do manco una definizione perché si commenta da sola”. “Spero che non capiti a nessuno di voi. Nemmeno al peggiore. L’insonnia mista all’attesa sono realtà che non auguro a nessuno”, ha aggiunto.

Nel suo racconto lungo e dettagliato c’è lo sfogo di una sorella che ha passato le pene dell’inferno per quella “scalmanata” che sembrava aver deciso di lanciarsi in una semplice “ragazzata”. E invece a un giorno e una notte ne sono seguite altre, infinite, che l’hanno spinta a lanciare un appello pubblico che ha scatenato reazioni positive ma anche insopportabili. Da una parte chi si è adoperato per dare una mano effettiva, con segnalazioni che sono state in qualche modo utili, dall’altra invece i soliti animi abbietti pronti a puntare il dito e lasciarsi andare a considerazioni del tutto inappropriate. Insinuando perfino che la giovane Anastasia fosse morta.

La “sgangherata fuga” di Anastasia Ronchi

Nove giorni lunghissimi, i più difficili per Micol Ronchi che mai avrebbe immaginato di affrontare un dolore e un vuoto talmente tanto forti e improvvisi da essere totalmente spiazzanti. Alla fine tutto si è risolto per il meglio e la sorella Anastasia ha fatto ritorno a casa, dopo aver contattato i genitori per farsi recuperare alla stazione di Camaiore, aveva scritto il Corriere della Sera.

Una scomparsa che aveva preoccupato molti, seppur con qualche eccezione. La Ronchi su MOW ha puntato l’accento sul comportamento di alcuni influencer – o sedicenti tali – che hanno aggiunto ulteriore amarezza a una situazione di per sé buia: “Nel pomeriggio un utente mi scrive: ‘Ho provato a mandare il tuo appello a qualche influencer ma mi hanno risposto che dovevano chiedere al loro agente’. Immagino che difendere la Regina dei Pandori (che non ha certamente bisogno di difensori e leccaculi) fosse più importante di condividere l’appello di una famiglia disperata [si riferisce non troppo velatamente ai sostenitori di Chiara Ferragni, ndr]. (…) Chi ti dice che deve parlare col proprio agente probabilmente non riesce a parlare manco con sua madre. O con la sua coscienza. Sfigati, famigerati tra altri sfigati”.

Una storia a lieto fine, che inevitabilmente ha lasciato dietro di sé degli strascichi: “La gallina è tornata nell’aia. Sporca e puzzolente, ma è tornata – ha scritto a conclusione del suo racconto -. La prima cosa che mi ha detto: ‘Sto bene Micol’. La sgangherata fuga e le sue sfumature non le racconterò mai. Se vorrà, lo farà lei. Io mi sento cambiata. Non mi è chiaro come. La gallina non lo so. Queste cose succedono sempre agli altri. Oppure no”.