Il Codacons controbatte all’intervista di Chiara Ferragni: “Imbarazzante”

Il presidente Carlo Rienzi critica duramente l'intervista rilasciata da Chiara Ferragni al Corriere della Sera

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Il Codacons alza la voce: la critica mossa dal presidente Carlo Rienzi all’intervista di Chiara Ferragni rilasciata al Corriere della Sera non lascia spazio a dubbi. Definendo l’intervento dell’influencer come “imbarazzante”, Rienzi pone l’accento su una questione di fondo che va oltre il singolo episodio: la necessità di un giornalismo responsabile e di un dibattito equilibrato, soprattutto quando si trattano temi sensibili legati ai diritti e alla protezione dei consumatori.

Il Codacons controbatte all’intervista di Chiara Ferragni

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha espresso senza mezzi termini la sua posizione in una dichiarazione rilasciata all’Adnkronos riguardo all’intervista di Chiara Ferragni pubblicata sabato, 24 febbraio 2024. Rienzi critica l’intervista, anticipando che essa riflette ciò che accadrà nella prossima puntata del programma Che tempo che fa, condotto da Fazio su Nove, per la quale ha già richiesto la sospensione e il sequestro in previsione della partecipazione dell’influencer come ospite.

Il fulcro della contestazione del presidente, Carlo Rienzi, riguarda la modalità con cui sono state trattate le dichiarazioni di Chiara Ferragni, in particolare la sua difesa nei confronti delle accuse mosse dallo stesso Codacons e altri enti. Rienzi sottolinea come, a suo avviso, l’intervista abbia offerto un palcoscenico unilaterale, senza fornire il necessario contraddittorio. “All’interno di un momento di informazione rivolta al pubblico si consente di diffondere una difesa di un incriminato di gravi reati che riteniamo sia piena di bugie, falsità e calunnie contro chi ha agito, come l’Antitrust, svolgendo le proprie funzioni per il ripristino della legalità contro imbrogli così palesi”. “La Ferragni continua a dire che tutto il marcio venuto fuori sul pandoro-gate vada riassunto in un ‘errore di comunicazione’ e che nel cartiglio che lei fece mettere sul pandoro non vi sarebbe scritto che il ricavato sarebbe andato in beneficenza, quindi sarebbe in perfetta buona fede”.

La critica di Rienzi al giornalismo: “É tutto falso”

La polemica innescata da Carlo Rienzi, presidente del Codacons, si inserisce in una discussione molto più ampia e profonda riguardante l’etica del giornalismo in Italia. La scelta editoriale di dare spazio a dichiarazioni controverse, come quelle emerse dall’intervista di Chiara Ferragni, è stata aspramente criticata da Rienzi, che la vede come un sintomo di degrado nel mondo giornalistico. Tale pratica, secondo lui, rischia di erodere la fiducia dei cittadini nell’informazione di qualità, pilastro fondamentale di una società democratica. “Come è possibile che rispetto a queste bugie che contrastano anche con documenti acquisiti dall’istruttoria, i giornalisti non siano in grado quanto meno di mettere in dubbio, facendo buona informazione ai lettori, che al contrario il cartiglio sul pandoro era estremamente chiaro e inequivocabile?”.

Rienzi mette in discussione la capacità critica dei giornalisti di fronte a dichiarazioni che appaiono contraddittorie o infondate, specialmente quando queste ultime si scontrano con documenti ufficiali o con il risultato di istruttorie. La sua critica non risparmia la superficialità con cui, a suo avviso, vengono trattati temi di rilevanza pubblica, sollevando dubbi sulla trasparenza e sull’imparzialità dell’informazione veicolata ai lettori.

“Io non mi stupisco della posizione della Ferragni che si deve difendere giustamente, il problema è la gestione del dovere di un editore e due giornalisti di fornire informazioni complete, corrette e non di parte specie laddove vi sia un processo penale in corso ed un giudizio amministrativo pendente”. A questo proposito Carlo Rienzi afferma: “Noi abbiamo la prova acquisita con l’accesso agli atti che nessuna somma derivante dagli acquisti dei pandori sia stata destinata a queste finalità per cui è tutto falso e tale da alterare la capacità di acquisto prima e di donare poi del consumatore”. Il presidente entra nel dettaglio e illusa che: “Il bonifico di 50 mila euro di Balocco era di maggio e quindi precedente e non ha alcun rapporto causale con le vendite del pandoro; non è un versamento conseguente alla generosità e beneficenza di un numero considerevole di consumatori che hanno invece comprato il pandoro vittime di un palese inganno.”