Carlo Verdone non smette mai di sorprendere. Il regista e attore romano ha ricevuto la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia dall’Università di Bari “Aldo Moro”.
Un riconoscimento speciale, diverso dai tanti premi conquistati nella sua carriera, che nasce dal legame profondo che da sempre coltiva con il mondo medico, al punto da definirsi “un medico mancato”. Con un sorriso e un filo di emozione, Verdone ha ritirato il titolo davanti a una platea gremita, trasformando la cerimonia in un momento di cultura e partecipazione collettiva.
Carlo Verdone riceve la laurea ad Honorem in medicina
Domenica 5 ottobre 2025, alle ore 18:00, il Teatro Petruzzelli di Bari si è acceso di luci calde e applausi, pronto ad accogliere l’attore e regista romano. Con la toga addosso e l’emozione ben visibile sul volto, Carlo Verdone ha ricevuto il titolo direttamente dalle mani del neo rettore dell’Università di Bari, Roberto Bellotti. La sala, piena di studenti, docenti e cittadini, ha seguito ogni gesto con attenzione, tra sorrisi e applausi spontanei.
L’Ateneo ha spiegato che la scelta nasce dal suo “eccezionale contributo al benessere della società”, dal suo approccio compassionevole verso la medicina e dalla capacità, unica, di trasformarsi in un vero testimonial della prevenzione grazie alla sua popolarità e al talento comunicativo.
Ma non solo: Verdone visita regolarmente i pazienti ricoverati nei reparti ospedalieri a più alta intensità assistenziale portando loro “quell’umano conforto e quella vicinanza che sono parte integrante e dovere vincolante dell’agire medico”, con “sentimento personale della compassione per la sofferenza”.
Sul palco, Verdone ha stretto la pergamena tra le mani e si è lasciato andare a un discorso denso di gratitudine, senza però rinunciare al suo tocco personale: “Forse mia madre – rivela l’attore e regista – avrebbe avuto piacere che avessi fatto il medico, poi ha visto i miei primi spettacoli teatrali e ha detto: ‘forse la carriera tua è quella’”.

Il legame tra Carlo Verdone e la medicina
Dopo la cerimonia, Verdone ha proseguito con alcune riflessioni sul suo rapporto con la medicina e con i medici di base: “A Roma – racconta – i medici di famiglia non mi sopportano perché in tanti vengono da me per un consulto, poi vanno da loro e riferiscono tutti i miei suggerimenti”. Ma ha subito chiarito: “Io aiuto la gente, posso dare consigli, poi però bisogna andare dal medico“.
Ha poi aggiunto con la consueta lucidità: “Certamente il medico è più importante, salva le vite; io no, ma posso curare l’umore, che è una cosa molto importante. Diciamo che sono un antidepressivo vivo privo di effetti collaterali”.
E non ha rinunciato a una riflessione più ampia e tagliente: “Una medicina che non si può dare: il buon senso. Purtroppo i grandi capi di Stato, quelli che governano il mondo, soffrono spesso di grande mediocrità”.
La chiusura è stata affidata alla lectio magistralis, con un titolo che racchiude perfettamente il senso del riconoscimento e della sua presenza sul palco: “Carlo Verdone, un medico mancato… fino a ieri”.