Brenda Lodigiani racconta le origini sinti, tra campi nomadi e gagi: “Per gli adulti ero diversa”

L'attrice Brenda Lodigiani ha voluto parlare delle proprie origini sinti nello studio de Le Iene: un monologo profondo, incentrato sul concetto di inclusione

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

La famosa attrice, imitatrice e conduttrice Brenda Lodigiani è stata ospite de Le Iene. Nello studio Mediaset si è cimentata in un breve monologo, particolarmente sentito. Come sempre accade, questo spazio è dedicato a messaggi importanti, che sgorgano dall’animo di volti noti, pronti a mettersi in gioco e raccontarsi. Lei ha voluto parlare delle proprie origini, partendo da una parola che oggi è tra le più usate, per fortuna: inclusione.

Le origini sinti di Brenda Lodigiani

“Fino all’adolescenza, la parola inclusione è stata per me inutile. I parenti di mia madre erano sinti, ma io non li ho mai chiamati zingari. Da parte di mio padre avevo invece una famiglia di gagi (persone non nomadi), come quasi tutti voi, ma io non li ho mai chiamati così. Fosse per me, non darei del diverso a nessuno”.

Una vita spaccata in due, quella di Brenda Lodigiani. Per nove mesi all’anno viveva in una “casa da gagi”, come di fatto tutti i suoi amici e compagni di classe. In estate invece era con l’altra parte della sua famiglia, quella sinti.

“Dormivo insieme alle mie cugine. Per tre mesi non c’erano i bagni. Giocavo a nascondino e ogni tanto mi dicevano che qualche zio era partito per le Seychelles. Perché gli sembrava brutto dirmi che era finito in prigione”.

La vera inclusione

Difficile integrarsi da una parte e dall’altra, quando hai l’animo diviso a metà. Un misto di due mondi, che però non ti riconoscono in pieno. I parenti sinti la vedevano diversa, perché troppo bionda e non in grado di parlare la loro lingua. I parenti gagi invece la identificavano come eccessivamente ribelle, sempre con i piedi sporchi. Non poteva dunque essere considerata normale, secondo i loro standard.

“Mi sembrava che gli adulti ci tenessero a dire che ero diversa, a seconda di chi mi osservava e della sua cultura, ma io mi sono sempre sentita semplicemente Brenda, una bambina. E i bambini hanno solo voglia di giocare”.

Nel suo monologo è così tornata alla parola iniziale: inclusione. Senza ascoltare gli adulti, spiega, per i bambini questo termine non servirebbe, con tutto il carico di significati e dolore che si porta dietro: “Ma alla fine di che cosa parlano questi adulti. Forse dovremmo solo stendersi in un prato e osservare le nuvole, perché la loro bellezza è quella di essere uniche”.

Accendi il mio fuoco, il libro di Brenda Lodigiani

Tutto il carico di storie personali è stato riposto tra le pagine del suo primo libro, Accendi il mio fuoco, nel quale raccolta una storia in parte ispirata alla sua. Ha così deciso di parlare apertamente delle sue origini. Ciò non vuol dire che in passato le abbia nascoste. Semplicemente non ha mai voluto offrire al pubblico la sua vita privata, non a tal punto.

Nel 2023 ha mandato in stampa questo romanzo perché così ha avuto la chance di mandare un messaggio molto importante, che ha in parte riproposto a Le Iene. Ritrovarsi a confrontarsi con quel mondo, l’altro, quello dei campi nomadi, è stata una totale sorpresa.

Lo è stato principalmente per sua madre, abbandonata a una famiglia di gagi. Soltanto col tempo la donna ha riallacciato i rapporti con sua madre, la nonna di Brenda Lodigiani, che ha così visto aprirsi una finestra sulle proprie radici.

Ha vissuto il tutto come un’avventura, libera di fare ciò che desiderava. È cresciuta tra due mondi e ne ha preso il meglio. Soprattutto, però, ha acquisito una certa consapevolezza che oggi sfrutta nel quotidiano, come adulta e soprattutto madre. Rinchiudersi in schemi ben precisi e opprimenti è roba da “grandi”, da chi ha bisogno necessariamente di etichette, che escludono automaticamente qualcuno. Quelle avventure le hanno insegnato cosa non vuole diventare e cosa tramandare ai suoi figli.