Toto Cutugno, i segreti raccontati dal figlio Niko: le promesse non mantenute

Il figlio di Toto Cutugno ha raccontato il rapporto con il padre costruito negli anni: è sempre stato un genitore presente, a suo modo

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Ospite del salotto de La Volta Buona Niko Cutugno. Il suo è un cognome celebre nel mondo, che non è però sempre stato il suo. Figlio del grande e compianto Toto Cutugno, ha scoperto chi fosse soltanto a 7 anni, essendo frutto di una relazione fuori dal matrimonio. Ha raccontato il lato privato di suo padre, ora che è pronto a raccontare il loro rapporto speciale in un libro.

La scoperta

Per i primi sette anni di vita Niko Cutugno non ha saputo chi fosse suo padre. Gli era stato detto fosse un ingegnere. Non aveva idea che nel mondo si cantassero le sue canzoni. È stato il suo bisnonno, uomo diretto e schietto, a pronunciare quel nome e cognome: “Tuo padre è Toto Cutugno”.

Detta così, sembra quasi una rivelazione alla stregua di “tu sei un mago, Harry”. L’anziano era stato quasi costretto a farlo, dal momento che la notizia era stata pubblicata su un giornale. Un evento spartiacque per il giovane (da qui il riferimento alla Rowling, ndr), la cui vita è cambiata enormemente.

Al di là del cognome, passato da essere Lancia a Cutugno, in tanti hanno iniziato a comportarsi diversamente, a partire dall’ambiente scolastico. Crescendo, poi, si è reso conto di come ci fosse tanta morbosità intorno alla sua storia.

Del resto Toto Cutugno è stato sposato con Carla Galli fin dal 1971 e i due non avevano mai avuto figli. Niko è il frutto di una relazione extraconiugale e ciò basta a trasformarlo in un caso mediatico da studiare. Poco conta il fatto che al tempo fosse un bambino. Ha avuto la sua dose di difficoltà ma, ha raccontato a Caterina Balivo, dalla sua ha sempre avuto suo padre.

Toto Cutugno, un papà presente (ma bugiardo)

Gli impegni di lavoro avevano spesso la precedenza ma Niko non si è mai sentito escluso dalla vita di suo padre. Toto Cutugno girava il mondo ma trovava il tempo per trascorrere giornate in serenità. Lo ha vissuto profondamente in varie fasi della sua vita e ha raccontato alcuni episodi.

Ha preso parte a dei lunghi viaggi in auto con suo padre. Sveglio fino a tardi, con i suoi collaboratori addormentati, a parlare con quest’idolo delle masse, che per lui era semplicemente papà.

“Da me si aspettava poche cose ma a quelle ci teneva particolarmente. Ad esempio educazione e rispetto, soprattutto delle persone più semplici. Lui, per quanto fosse abituato a grandi palchi, era sempre estremamente gentile con tutti e rispettoso”.

Ciò che un po’ ha minato il loro rapporto, quando Niko era più piccolo, sono state le “bugie” di suo padre. Lo ha descritto come un amante del mentire. Ne aveva fatto una sorta di arte, al punto da ricorrervi anche quando non era assolutamente necessario.

A suo figlio era solito fare delle promesse, che spesso non venivano mantenute: “Ci sono state spesso delle promesse infrante. Proprio a un bambino non andrebbe fatto, perché te lo rinfaccia a vita. Le prime volte che andavo a Milano, gli chiedevo di fare una canzone insieme. Mi diceva di sì ma in studio era concentrato e intento a lavorare. Si stufava e io restavo un po’ così”.

Un dialogo nella musica

Non è andata benissimo la confessione di volersi cimentare nel mondo della musica. Col tempo Niko ha capito che era il suo modo per creare un ponte comunicativo con suo padre. Toto Cutugno, però, ben consapevole della crudeltà del mondo, voleva tutelarlo dai giudizi.

Suo figlio non è un cantante ma ama scrivere testi di canzoni e non solo: “Ho capito dopo che in quelle pagine potevo nascondere cose che avrei voluto dirgli, pur non avendone il coraggio”. Una passione che continua a far parte della sua vita, e che infine suo padre ha compreso.