Un altro nuovo presunto caso Antonio Scurati rischia di abbattersi sulla Rai. Questa volta è Donatella Di Pietrantonio, scrittrice e vincitrice del Premio Strega, a denunciare la presunta cancellazione di un suo monologo. Ancora una volta a Che sarà, il programma di Serena Bortone che attualmente non figura più nel palinsesto della terza rete della tv di Stato. L’autrice non ha esitato a definirsi amareggiata per l’intera situazione.
La Rai ha cancellato il monologo di Donatella Di Pietrantonio?
Un monologo che non sarebbe mai stato mandato in onda dalla Rai. È questa la denuncia fatta da Donatella Di Pietrantonio in un’intervista a Luca Telese a Il Centro. L’autrice de L’Arminuta e de L’Età fragile (libro che ha vinto il Premio Strega nel 2024) sostiene di essere rimasta amareggiata con la Rai perché era stata chiamata per un monologo sull’Abruzzo per il programma Che sarà, lo stesso del caso Scurati condotto da Serena Bortone. Monologo che le avrebbe richiesto, tra l’altro, un grande lavoro e che, a detta della scrittrice, sarebbe stato del tutto incentrato sulla bellezza e la peculiarità di una regione che porta nel cuore, dove è nata e cresciuta.
“Doveva andare in onda – ha spiegato la Di Pietrantonio -. Era il sabato prima del voto per le regionali. In una lunga intervista a La Repubblica, fra le altre cose dico che voterò per il candidato del campo largo, Luciano D’Amico”. Ecco allora che “la Rai – ha proseguito – chiama la casa editrice, neanche me, e dicono: “Siccome la Di Pietrantonio si è schierata, per la par condicio la dobbiamo sospendere”.
Ma “la cosa brutta”, ha evidenziato la scrittrice, è che il suo lungo discorso non sarebbe mai andato in onda. “E io ancora non ho capito perché – ha ammesso la Di Pietrantonio – visto che sono passati sette mesi”. “Il monologo – ha precisato la scrittrice abruzzese – non aveva nulla di particolarmente politico, era un omaggio alla mia regione e al suo spirito, una narrazione che avevo costruito con cura e passione”.
Pronta un’interrogazione parlamentare sul caso Di Pietrantonio
Sulla questione è prontamente intervenuto il Pd, per bocca del tesoriere e senatore Michele Fina che ha annunciato un’interrogazione parlamentare: “Un episodio – ha affermato – che, nella sostanza e nei modi, sarebbe indicativo di come sia ridotto il servizio pubblico in versione Tele Meloni”.
“Depositerò oggi stesso un’interrogazione urgente ma questo ennesimo episodio conferma, qualora qualcuno ne avesse ancora bisogno, la necessità inderogabile di una riforma profonda della Rai, restituendo a questa fondamentale azienda del paese libertà, indipendenza e qualità nell’offerta”, ha aggiunto.
Anche l’europarlamentare Sandro Ruotolo ha detto di essere basito per “il comportamento della Rai. È oltre la censura. I vertici di viale Mazzini entrano a gamba tesa nella libertà di esprimersi di una scrittrice che nel monologo televisivo di ben altro parlava”, ha dichiarato il responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.
“Non siamo nel Medioevo ma siamo nell’epoca di Telemeloni dove o la pensi come la presidente del Consiglio o, anche se sei un Premio Strega, non hai il diritto di parola”, ha concluso.