Giovedì 14 marzo, in prima serata su Rai 1, va in onda Folle d’amore – Alda Merini, film diretto da Roberto Faenza e liberamente ispirato al libro Perché ti ho perduto di Vincenzo Alfano. La pellicola ripercorre l’incredibile vita, più simile a un’opera d’arte, di Alda Merini. A dare il volto alla poetessa è Laura Morante, mente sono Rosa Diletta Rossi e Sofia D’Elia a interpretare Alda da giovane e da adolescente.
La storia di Alda Merini, poetessa della follia
“Sono nata il ventuno a primavera” ha raccontato la poetessa Alda Merini, nata a Milano nel 1931, seconda figlia di una casalinga e un impiegato, che ai compleanni di bambina le regalarono vocabolari e non bambole. Era un destino già scritto il suo, nonostante la mancata ammissione al liceo classico (non superò la prova d’italiano) a vent’anni non ancora compiuti Alda vede i suoi scritti pubblicati nell’Antologia della poesia italiana contemporanea.
Le poesie scelte dal critico curatore dell’antologia sono Il gobbo e Luce, frutto della prima – ma purtroppo non ultima – esperienza di Alda in manicomio. È il 1947 quando la giovane artista incontra “le prime ombre della mente”, che la portarono a essere internata per un mese a Villa Turro. Nel corso della sua vita, Merini tornerà più spesso negli istituti psichiatrici, con la permanenza più lunga di oltre dieci anni nella milanese Villa Pini.
“Manicomio è parola assai più grande delle oscure voragini del sogno” scrisse la poetessa dei Navigli, perché proprio in un piccolo, e strapieno di roba, appartamento sul “fiume” di Milano visse fino alla fine dei suoi giorni. Follia e poesia fanno rima nei versi dell’artista che, con l’ironia sofferta che l’ha sempre contraddistinta, si è auto assegnata il titolo di Pazza della porta accanto.
I pazzi, perduti amori di Alda Merini
Così come visse, amò anche Alda Merini: furiosamente e in modo totalizzante. Il primo amore fu per il poeta Giorgio Manganelli, troppo più vecchio di lei e sposato. Lei ha 15 anni, lui 27 ed è già padre. Si innamorano parlando di poesie e si lasciano quando lui, ottenuto il divorzio, si sposta a Roma per prendersi il posto di autorevole e rispettato letterato.
Terminata la struggente relazione con Manganelli, Alda Merini prova per qualche tempo a essere moglie e madre nel modo più tradizionale possibile. Sposa Ettore Carniti, operaio e sindacalista, assieme aprono una panetteria e mettono al mondo quattro bambine. È una vita che non appartiene ad Alda che, dopo una forte psicosi, viene fatta ricoverare dal marito.
Vedova del primo marito, Alda Merini torna ai poeti. Si innamora di Michele Pierri, di oltre trent’anni più anziano. Lo sposa e si trasferisce con lui a Taranto. È un periodo felice e la poetessa ritorna a scrivere. Ma la gioia dura poco, Pierri si ammala e i suoi figli, da sempre contrari al matrimonio con la giovane artista, lo allontanano da lei, scacciandola dalla casa in cui la coppia conviveva.
L’amore, così come la vita, non fu mai clemente con Alda Merini. E sta proprio in questa sua capacità di trasformare le brutture in bellezza, la sofferenza in poesia, il vero, inimitabile talento, di una delle più grandi donne della storia della letteratura italiana.
Folle d’amore – Alda Merini, il film che trasforma la poetessa in popstar
“Dico popstar quasi scherzando, ma di fatto lo è stata”: così il regista Roberto Faenza parla di Alda Merini, cui ha dedicato il film Folle d’amore. “Lei è diventata un personaggio popolare perché aveva anche una personalità molto singolare” continua Faenza, che ha affidato il compito di interpretare quest’unica donna a Laura Morante.
La pellicola, in onda su Rai 1, ripercorre l’intera biografia di Alda, dai primi scritti ai grandi amori, fino ai numerosi ricoveri. Con la poesia a far da sfondo, onnipresente e salvifica, una poesia prima di tutto d’amore: “Le sue poesie parlano molto d’amore, fisico, spirituale, d’amore mistico. L’amore era certamente una molla importantissima, si nutriva d’amore”.