Chi l’ha visto?, di cosa si è parlato ieri sera. La versione di Andrea Sempio: “Lo scontrino è mio”

Puntata attesissima di "Chi l’ha visto?": Andrea Sempio ha rilasciato una lunga intervista al programma di Federica Sciarelli dando la sua versione

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Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.

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Nuova e attesissima puntata di Chi l’ha visto?: Federica Sciarelli è tornata in onda occupandosi del delitto di Garlasco, con una lunga intervista ad Andrea Sempio. Il 37enne vigevanese, ancora unico indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, ha individuato un nuovo legale, Liborio Cataliotti, dopo la revoca del mandato difensivo di Massimo Lovati.

L’uomo non ha negato la sua paura dell’ignoto e di quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane, ma cerca di mantenere la calma: “Mi sento come un soldato in trincea. Aspetto che potrà capitare di tutto. Sei rassegnato, e aspetti che passi”.

Chi l’ha visto?, l’alibi e lo scontrino di Sempio

Federica Sciarelli è tornata con una nuova puntata di Chi l’ha visto?, appuntamento attesissimo per l’intervista ad Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, tornato sotto i riflettori dopo essere stato indagato per l’omicidio della sorella Chiara, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 nella sua casa.

Nelle scorse ore un supertestimone ascoltato ha spiegato dettagliatamente come uno dei punti cardine della difesa di Sempio non reggerebbe, sostenendo che il tagliando del parcheggio a Vigevano del 13 agosto 2007 non può essere dell’uomo né di nessun suo familiare, compresa la madre Daniela Ferrari che custodì lo scontrino per poi darlo agli investigatori il 4 ottobre 2008.

È proprio sullo scontrino che si incentrano le prime domande del programma: “Io non capisco come mai abbia destato tutti questi sospetti questo scontrino“, ha spiegato l’indagato ai microfoni di Chi l’ha visto?. “Io non sono l’unico ad aver portato qualcosa alle forze dell’ordine. C’è chi ha portato scontrini, chi il cartellino del lavoro, chi il ticket dell’autostrada…”.

Sempio non lascia spazio ai dubbi: “Lo scontrino l’ho preso io. Sarebbe stato meglio se le forze dell’ordine avessero controllato i video di Vigevano di quella mattina, ma non l’hanno fatto in quel momento. Ma a me lo scontrino lo hanno chiesto un anno dopo, nel 2008″.

Altro punto che suscita sospetti è che il cellulare di Sempio non risulta mai agganciato alla cella di Vigevano la mattina del 13 agosto 2007: “Ho lavorato in telefonia 10 anni, ne capisco un po’. I telefoni in quegli anni agganciavano le celle solo se c’era un’interazione, ovvero se facevi chiamate o mandavi o ricevevi messaggi. Oggi è strano perché con gli smartphone si è abituati in maniera totalmente diversa. In quel momento ho un buco mentre vado a Vigevano, ma ero lì quella mattina. Non credo possa uscire altro”.

Le parole di Sempio su Lovati

Impossibile non parlare dell’ex legale di Andrea Sempio, Massimo Lovati, revocato dall’uomo pochi giorni fa.  “Lovati è una persona per cui io porto ancora rispetto e affetto visto che condividiamo questo percorso da 10 anni. Credo si sia lasciato prendere un po’ troppo la mano dall’aspetto mediatico, si è fatto trascinare in cose più grandi di lui”, ha affermato ai microfoni del programma.

Dubbi da chiarire anche sulla cifra di 35mila euro in contanti che la famiglia Sempio consegnò all’avvocato, una cifra eccessiva per una difesa. “Noi ci siamo trovati in quel vortice, non sapevamo nulla di questioni legali, e quando sei dentro, l’unica cosa che ti interessa è uscirne. Noi ci siamo sempre prestati a tutte le richieste perché pensavamo che il nostro fosse un caso importante”, ha spiegato Sempio.

Nell’intervista l’indagato chiarisce anche che non c’è stato alcun tentativo di corruzione su Venditti, il procuratore che archiviò l’indagine su di lui nel 2017: secondo Andrea Sempio le cifre sarebbero troppo piccole e dilazionate nei mesi e non tornerebbero i tempi, aspetto chiarito anche con lo stesso avvocato Lovati, che gli ha garantito che non c’erano problemi.

Caso Garlasco, il dna e il rapporto con Chiara Poggi

E c’è ancora la questione del dna di Sempio che potrebbe essere sulle unghie – non sotto – di Chiara Poggi: “Qualora ci fosse qualche collegamento con me relativo al dna, è perché io frequentavo quella casa”. Mentre sui video intimi di Chiara la sua risposta è quasi indignata: “Mi è sembrato un tentativo di mettere una cosa ancora più morbosa in questa storia per mangiarci di più e ingolosire il pubblico. Una cosa che mi ha fatto abbastanza schifo, irrispettosa verso tutti, verso la famiglia, verso Chiara”.

Andrea Sempio ha poi negato un coinvolgimento emotivo con la vittima: tra i due non ci sono stati molti incontri, c’era una differenza di età notevole, non c’erano amicizie in comune, non frequentavano gli stessi posti. Il grande mistero resta il movente dell’uccisione della ragazza: oggi si pensa che Chiara avesse scoperto qualcosa al Santuario della Bozzola. “Mi sembrano grosse suggestioni”, ha dichiarato Sempio. “Stiamo parlando di una normalissima ragazza di provincia, mi sembra un’ipotesi tirata per i capelli, non mi sembra nulla di reale. Io non ho mai frequentato le Bozzole, non conosco nessuno lì, non ci può essere nessun collegamento: è tutta una suggestione che stanno montando”. Le sorelle Cappa? “Mai incontrate, le ho conosciute solo attraverso la televisione”.