Castello delle Cerimonie, arriva lo sfratto: cosa è successo

Dopo la confisca definitiva, Imma Polese dovrà pagare un canone al comune per il Castello delle Cerimonie: pena, lo sfratto

Foto di Paola Landriani

Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Pubblicato: 4 Giugno 2024 12:01

Un nuovo capitolo del caso del Castello delle Cerimonie. L’hotel, conosciuto anche come La Sonrisa e divenuto noto grazie ad un popolare reality televisivo sui matrimoni in onda su Realtime-Discovery, era stato confiscato il 15 febbraio 2024 con l’accusa di lottizzazione abusiva. Un’accusa importante per un locale conosciutissimo, che però non ha mai chiuso. L’albero e ristorante, infatti, ha continuato nelle sue attività, dando lavoro a circa 300 persone. Ora, però, le sorti dell’immobile e della famiglia Polese potrebbero cambiare.

Castello delle Cerimonie, dopo la confisca lo sfratto?

Dopo la confisca definitiva con le accuse di danno al paesaggio e all’ambiente, il Castello delle Cerimonie è passato in gestione al Comune di Sant’Antonio Abate, paese dove è locato.

Ora, le strutture sono al vaglio delle persone competenti e nei prossimi mesi, il Grand Hotel La Sonrisa continuerà ad essere oggetto di svariate perizie che tenteranno di quantificare  l’impatto paesaggistico, ambientale, idrogeologico e urbanistico delle strutture costruite abusivamente. Ne verrà stabilito il valore e solo successivamente il Consiglio comunale di Sant’Antonio Abate dovrà prendere una decisione fondamentale: scegliere se sanarne le parti, demolirle o acquisirle e usarle per una nuova destinazione.

Quel che è certo è che non è un momento facile per Imma Polese e il marito Matteo Giordano, che avevano raccolto l’eredità del Boss delle Cerimonie diventando i nuovi protagonisti del programma una volta morto Polese. Ora, se i due vorranno continuare a utilizzare l’albergo, dovranno pagare un canone di occupazione al comune. In caso contrario, dovranno fare i conti con lo sfratto definitivo. Una soluzione ovviamente temporanea, in attesa della decisione definitiva tra qualche mese.

Matteo Giordano, Imma Polese e Antonio Polese
Fonte: IPA
Matteo Giordano, Imma Polese e Antonio Polese

“Non si tratta di un fitto, bensì di un canone di occupazione sine titulo che sono tenuti a versare perché occupano un immobile non legittimo e non di proprietà, da riconoscere nelle more del perfezionamento dell’immissione in possesso (attesa la sentenza definitiva della Corte di Cassazione ancora in corso di pubblicazione) e nelle more delle determinazioni del Consiglio Comunale in merito alle sorti del complesso immobiliare sul mantenimento della struttura o la demolizione dello stesso.” Ha spiegato Ilaria Abagnale, la sindaca di Sant’Antonio Abate.

La preoccupazione dei dipendenti dell’hotel

Il Castello delle Cerimonie non è solo un punto di riferimento per i matrimoni e gli eventi a cui si affidano tanti amanti delle celebrazioni fastose, ma anche un’importante fonte di occupazione per la comunità locale. Con circa 300 dipendenti, l’hotel rappresenta una risorsa economica cruciale per molte famiglie del territorio. La chiusura definitiva o la trasformazione radicale della struttura potrebbe avere ripercussioni significative sul tessuto socio-economico della zona.

Manifestazioni dei dipendenti del Castello delle Cerimonie contro la chiusura
Fonte: IPA
Manifestazioni dei dipendenti del Castello delle Cerimonie contro la chiusura

Proprio per questo motivo, già a febbraio centinaia di lavoratori dell’hotel La Sonrisa hanno manifestato con forza contro una possibile chiusura dell’attività, cercando di difendere il loro posto di lavoro, che pare essere ormai appeso a un filo. “Siamo in pena anche per i nostri dipendenti, che sono la nostra famiglia. Stiamo parlando di oltre cento persone che si ritroverebbero senza lavoro.” Aveva commentato Donna Imma.