Mestruazioni in ritardo: cosa fare?

L'arrivo delle mestruazioni è un appuntamento fisso di ogni mese. Ma se tardano? Cosa significa? Quali possono essere le cause e cosa bisogna fare?

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

Pubblicato: 21 Settembre 2023 10:19

Il ciclo mestruale è un aspetto della femminilità e della salute femminile che non può essere trascurato. Conoscere il proprio ciclo e monitorare i suoi ritmi rendono una donna davvero consapevole di un cambiamento fisiologico che condiziona il suo benessere, anche nel quotidiano, e la sua salute in generale. È importante riconoscere un ciclo sballato, scarso o troppo abbondante, o un ritardo. Ogni segnale può voler raccontare tante cose del nostro stato psicofisico. Un ritardo delle mestruazioni, ad esempio, che cosa può voler dire? Proviamo a capire meglio.

Il ciclo mestruale, in breve

Il ciclo mestruale è un “processo” stimolato dal cervello e regolato dagli ormoni, che determina una serie di cambiamenti nell’apparato riproduttivo femminile per la produzione degli ovociti e la preparazione dell’utero per la gravidanza. La durata del ciclo mestruale è molto personale, ma in genere è compresa fra 23 e 35 giorni. Il giorno 1 del ciclo combacia con il primo giorno delle mestruazioni, che durano 3-7 giorni (attenzione: è un errore parlare di ciclo mestruale riferendosi ai soli giorni di flusso!). I primi cicli mestruali, nella pubertà, sono solitamente irregolari e solo con il tempo definiscono un ritmo più uniforme; anche se non sempre questo avviene e alcune donne mantengono un ciclo irregolare e poco costante nel tempo.

Conoscere il proprio ciclo mestruale

Avere consapevolezza e conoscere il proprio ciclo mestruale è importante per riconoscere anomalie, per prevedere i giorni di flusso, per sapere quali sono i giorni più fertili. Per fare conoscenza con il nostro ciclo, specialmente all’inizio, è importante fare un calendario. Inizialmente è sufficiente annotare la data di inizio del flusso, per capire quanti sono mediamente i giorni di durata dell’intero ciclo e poter prevedere l’arrivo delle mestruazioni. È importante anche segnare i sintomi che si manifestano durante il mese, come mal di testa, crampi, seno teso, stanchezza, sbalzi d’umore. Segnando di mese in mese la data ipotetica di arrivo del flusso, sarà molto facile verificare e monitorare ritardi o anticipazioni della mestruazione. Questo diario del ciclo sarà  fondamentale in fase di consulto ginecologico/ostetrico, sia nella scelta del contraccettivo più adatto che nella ricerca di una gravidanza.

Quando considerarlo ritardo

Come abbiamo detto, il ritardo e i tempi di comparsa delle mestruazioni cambiano a seconda del ciclo e di donna in donna. Se il ciclo si presenta in modo regolare per lungo tempo, un solo giorno di ritardo può rappresentare un campanello di allarme o comunque un segnale da approfondire. Nel caso di cicli fisiologicamente irregolari, è bene aspettare qualche giorno e considerarlo a tutti gli effetti un ritardo dopo 6-7 giorni dalla potenziale data di mestruazione.

Possibile gravidanza?

La prima cosa da fare in caso di ritardo delle mestruazioni è provare a ricordare se abbiamo avuto rapporti non protetti durante il periodo. Per rapporto non protetto si intendono i rapporti completi con eiaculazione in vagina senza alcun tipo di contraccettivo, ma anche quei rapporti dubbi, con l’uscita del pene poco prima dell’eiaculazione (il famoso salto della quaglia che proprio sicuro non è). È risaputo infatti che il liquido prodotto durante i preliminari e i rapporti può contenere tracce di sperma e non è quindi da escludere che ci sia stato il concepimento (anche se le percentuali sono nettamente più basse). In questo caso è assolutamente necessario fare un test di gravidanza. Quando? Basta un giorno di ritardo per chi ha il ciclo regolare; dopo 4-5 giorni se il ciclo è fisiologicamente irregolare. Il consultorio pubblico ginecologico è sempre un ottimo punto di riferimento per qualsiasi dubbio e problema, e per capire come procedere a seconda dell’esito del test e del desiderio della coppia.

Ciclo irregolare: le cause

Si parla di ciclo irregolare se gli intervalli tra una mestruazione e l’altra cambiano, passando da cicli brevi a lunghi o assenti (si parla in questo caso di amenorrea). Nel ciclo irregolare anche il flusso di sangue può essere diverso di volta in volta: breve (2-3 giorni) o lungo (7 giorni circa) e scarso o abbondante. Non sempre questa condizione significa che ci siano problemi, ma proprio per questo è importante conoscere la propria natura e fisiologia e riconoscerla con serenità.

Può capitare anche che il ciclo diventi irregolare solo ad un certo punto o per un periodo di tempo limitato, e in questo caso è necessario un consulto ginecologico per capire quali siano le cause. Tra i motivi che possono causare un cambiamento del ciclo ci sono:

  • disturbi dell’alimentazione e calo importante del peso,
  • eccessivo allenamento sportivo,
  • problemi alla tiroide,
  • sindrome dell’ovaio policistico,
  • periodo di preoccupazione e stress,
  • cambio del contraccettivo,
  • arrivo della menopausa.

Cosa fare

Niente panico, che anzi potrebbe peggiorare ulteriormente le cose! Innanzitutto è bene trovare un consultorio di riferimento per monitorare il ciclo e capire le cause di questa irregolarità. A volte è sufficiente un po’ di riposo o una dieta completa; altre volte vengono consigliati contraccettivi ormonali o l’assunzione regolare della melatonina. Mai improvvisarsi: una professionista, con le accurate analisi e una anamnesi completa, potrà consigliare la soluzione migliore.