Varicocele: sintomi, cause, cura

Il varicocele è una condizione medica caratterizzata dalla dilatazione delle vene del testicolo, spesso associata a dolore e a problemi di fertilità negli uomini

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 10 Maggio 2024 08:02

Il varicocele è tra le più frequenti patologie dell’apparato genitale dell’uomo e colpisce circa il 20-30% della popolazione maschile. Questa condizione si manifesta più frequentemente tra gli 11 e 16 anni, ovvero nella fase dello sviluppo ed è, quindi, consigliabile un esame andrologico per i ragazzi in questa fascia d’età. Nella maggior parte dei casi (95%) ad essere interessato è il testicolo sinistro e spesso (30/40% dei casi), negli uomini con problemi di fertilità, si riscontra varicocele.

Per lo più, è una condizione idiopatica che insorge in assenza di fattori definibili e riconoscibili. In rare circostanze, invece, può essere secondaria a tumori in sede addominale o pelvica. Nella maggior parte dei casi, il varicocele è asintomatico e, solo alcune volte, causa disturbi quali gonfiore e dolore scrotale. Ancor più raramente, può presentare complicanze come l’atrofia testicolare e l’infertilità maschile.

Per una corretta diagnosi, di solito, si associano un esame obiettivo e un’ecografia scrotale: se viene riscontrato ma non causa sintomi e non altera la fertilità del paziente, non necessita di cure specifiche, viceversa verrà consigliato un piccolo intervento chirurgico.

Cos’è il varicocele

La patologia consiste in un’anomala dilatazione delle vene del testicolo che diventano perciò incontinenti e non permettono un corretto deflusso del sangue venoso dal testicolo all’addome, con conseguenti ristagni, aumento della temperatura, accumulo di sostanze potenzialmente dannose e scarsa ossigenazione. In caso di varicocele una delle manifestazioni più comuni è il gonfiore testicolare: a causa della dilatazione del circolo venoso, si noterà un rigonfiamento più o meno evidente a livello testicolare.

In genere questa patologia non pregiudica la vita di chi ne è affetto e, solo in alcuni casi, è responsabile di conseguenze gravi, come l’infertilità maschile. Altre volte al gonfiore si associano sintomi spiacevoli, come dolore e atrofia testicolare. Non tutti sanno che il varicocele ha diversi punti in comune con le vene varicose: secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) le varici sono infatti dilatazioni anomale di vasi venosi, che non interessano i genitali maschili ma gli arti inferiori.

Cause del varicocele

Per capire al meglio le cause del varicocele, è opportuno distinguere tra idiopatico e secondario. È importante notare che in molti casi il varicocele può svilupparsi senza una causa identificabile.

Una delle spiegazioni più attendibili sostiene che le cause del varicocele sarebbero da ricercarsi nell’alterazione del sistema di valvole presenti a livello delle pareti interne delle vene. In condizioni normali, queste permettono al sangue di scorrere in una determinata direzione, impedendo ogni tipo di reflusso, in caso di varicocele, invece, il sangue non riesce a defluire e può scorrere in senso retrogrado, tornando verso i testicoli, dove ristagna.

Un’altra tesi piuttosto accreditata sostiene che il varicocele sia una diretta conseguenza di un blocco del flusso sanguigno dei vasi venosi che si trovano a monte delle vene testicolari: in questo modo il sangue non potrebbe defluire dai vasi venosi spermatici, determinando l’accumulo di sangue.

Inoltre, bisogna evidenziare che Il varicocele è spesso associato a difetti anatomici delle vene nel sistema venoso del testicolo. Questi difetti possono essere presenti sin dalla nascita e possono predisporre a una maggiore dilatazione delle vene nel tempo.

Differente è il caso del varicocele secondario, che compare in età superiore ai 40: la dilatazione delle vene, in questo caso, potrebbe scaturire dalla presenza di una massa addominale o pelvica.

Fattori di rischio del varicocele

Non essendo ben chiare le cause, c’è poca certezza riguardo i fattori di rischio del varicocele. Alcuni studi hanno mostrato che una delle caratteristiche che favorisce la patologia sia l’alta statura, ma non tutte le persone alte soffrono di varicocele, tali risultati andrebbero, dunque, approfonditi. La familiarità è un fattore importante da considerare poichè è più facile soffrire di varicocele se già ne ha sofferto un parente di primo grado.

Altri fattori di rischio noti sono:

  • Aumento della pressione addominale: Attività fisica intensa, sollevamento pesi e altri fattori che aumentano la pressione nell’addome possono aumentare il rischio di varicocele
  • Obesità: L’obesità può aumentare la pressione addominale e influenzare il flusso sanguigno, aumentando così il rischio di varicocele.
  • Stipsi cronica: La stipsi cronica può causare sforzo durante i movimenti intestinali, aumentando la pressione addominale e influenzando il flusso sanguigno, aumentando quindi il rischio di varicocele.

Sintomi e complicanze del varicocele

Come già detto, il varicocele è asintomatico nella maggior parte dei casi e potrebbe presentarsi solo come un gonfiore testicolare. In alcuni casi, però, la dilatazione delle vene è dolorosa e i pazienti accusano un senso di pesantezza a carico del testicolo coinvolto.

I sintomi, se presenti, peggiorano in ambienti particolarmente caldi, come la sauna, dopo l’esercizio fisico intenso, alla fine di un rapporto sessuale, oppure quando ci si distende supini dopo essere stati a lungo in piedi. In generale, è bene porre il sospetto di varicocele quando si osserva un gonfiore allo scroto, che potrebbe essere accompagnato o meno da dolore, con una differenza di dimensione tra i testicoli: occorre contattare il proprio medico per approfondire la situazione. 

Se trascurato, il varicocele può portare complicanze piuttosto importanti, in particolare sono due:

  1. Atrofia testicolare, ovvero la riduzione della dimensione di uno o di entrambi i testicoli. Non è chiaro in che modo il varicocele riesca a portare atrofia, pare che il ristagno di sangue comporti un conseguente accumulo di tossine e prodotti di scarto dannosi per il testicolo e rappresenterebbe un ostacolo alla circolazione che mantiene in salute le cellule del testicolo.
  2. Infertilità maschile: il ristagno del sangue aumenterebbe la temperatura attorno ai testicoli, tale da pregiudicare la formazione di sperma e la motilità degli spermatozoi.

Se si sviluppa il varicocele in giovanissima età, la patologia potrebbe compromettere lo sviluppo del testicolo, con tutte le conseguenze che comporta. Per questo è una condizione che va sottoposta immediatamente a un medico esperto.

Diagnosi del varicocele

La diagnosi di varicocele si basa su indagini cliniche, come il racconto dei sintomi del paziente, un esame obiettivo e un’ecografia scrotale. Generalmente, il medico riuscirà a individuare con una certa sicurezza la patologia già dalla palpazione dello scroto, dalla quale si riesce a percepire una sorta di tumefazione soffice, paragonabile ad un sacchetto di vermicelli. Probabilmente si effettuerà anche la prova della trans illuminazione: si pone una sorgente luminosa a lato dei testicoli e il varicocele risulterà opaco, non facendosi attraversare dalla luce. E’ importante stabilire il grado del varicocele:

  • I grado: si presenta solo all’aumento della pressione addominale, ad esempio, in seguito a un colpo di tosse;
  • II grado: è palpabile ma non visibile;
  • III grado: è palpabile e visibile.

Se si è in età fertile e si ha intenzione di avere figli, è consigliabile effettuare uno spermiogramma per verificare la salute del liquido seminale.

Terapia e cura del varicocele

Nel caso di varicocele idiopatico la cura dipende principalmente dalla sintomatologia. Generalizzando, si può affermare che, se il varicocele è asintomatico e non impedisce al paziente di condurre normalmente la propria vita, non si effettua nessun trattamento. In caso di dolore sporadico potrebbero essere suggeriti rimedi conservativi per limitare la sintomatologia. Se il dolore è persistente, comporta riduzione della fertilità o atrofia testicolare si dovrà intervenire ricorrendo alla chirurgia o alla radiologia interventistica. Esistono diversi tipi di interventi e sarà il medico curante, basandosi sui dati clinici a sua disposizione, a stabilire le modalità più idonee.

In caso di varicocele secondario, la cura è collegata alla patologia primaria di cui soffre il paziente: per esempio, in caso di tumore addominale, si procederà all’asportazione della massa.

Varicocele femminile

Nonostante siano in molti a pensare che il varicocele sia una patologia esclusivamente maschile, ne esiste anche una variante femminile definita sindrome della congestione pelvica. In passato era un problema spesso ignorato perché difficile da diagnosticare e trattare, tanto da aggiungersi all’elenco delle patologie femminili trascurate e sottovalutate che causano nelle donne una condizione di frustrazione.

A causare il varicocele femminile sono diversi fattori. Il più importante è la multiparità: l’incremento della dimensione delle vene, che avviene durante la gestazione, crea le condizioni favorenti l’insorgenza dell’incontinenza valvolare venosa. In passato veniva prescritto un trattamento farmacologico a base di antidolorifici e farmaci ormonali o l’intervento chirurgico di legatura delle vene ovariche, con risultati piuttosto deludenti.

Attualmente si preferisce un intervento radiologico endovascolare, che consiste nell’inserire un filo guida con un piccolo catetere lungo il circolo venoso fino alle vene ovariche dove viene iniettato un farmaco sclerosante che determina la chiusura definitiva dei vasi incontinenti.

Fonti bibliografiche: