Ci sono alcuni esami che possono preoccupare particolarmente, ma che in realtà non devono destare timori. Tra le indagini diagnostiche più utilizzate c’è sicuramente la tac, e oggi parliamo nello specifico della tac massiccio-facciale: cos’è, quando si fa e come si svolge.
Indice
Che cos’è la tomografia computerizzata
Chiamata comunemente tac, la tomografia computerizzata è un esame di diagnostica per immagini (imaging) che sfrutta i raggi X, cioè le radiazioni ionizzanti, per scansionare alcune parti del corpo e ricostruirle attraverso immagini tridimensionali al computer. Nonostante si continui a parlare di TAC, cioè tomografia assiale computerizzata, oggi la tecnologia utilizzata è diversa, perché non si avvale più della scansione per settori perpendicolari al corpo (appunto, assiali) ma utilizza un anello che “avvolge” il paziente, chiamato gantry, e che permette una scansione a 360 gradi della porzione anatomica da studiare.
Cos’è la tac massiccio-facciale
Per tomografia computerizzata massiccio-facciale si intende quindi una tac realizzata nello specifico in un’area del corpo che corrisponde alle strutture scheletriche che compongono il massiccio-facciale.
Il massiccio facciale, chiamata anche maxillo-facciale, è una serie di ossa che fanno parte del cranio, composta da:
- ossa zigomatiche
- ossa mascellari
- ossa palatine
- osse mandibolari
A differenza della tac al collo o alla testa, per esempio, la tac massiccio-facciale si concentra principalmente sulle ossa. In particolare, con la tomografia computerizzata massiccio-facciale si possono ottenere immagini tridimensionali di:
- strutture ossee
- seni paranasali (frontale, mascellari, etmoidali e sfenoidale)
A cosa serve la tac massiccio-facciale
In sostanza, quindi, si prescrive la tac massiccio-facciale per analizzare in maniera dettagliata le ossa che compongono il viso, comprese tra naso, mento e orecchie. Ma attenzione: non sempre questo tipo di esame viene richiesto perché si sospetta una neoplasia. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di altre problematiche che possono interessare le ossa, che siano di origine traumatologiche, oncologiche, infiammatorie o ancora strutturali.
Nello specifico, la tac risulta utile per diagnosticare:
- fratture e traumi alle ossa nasali, alle orbite, alle mascelle/mandibole
- malformazioni delle ossa del viso
- poliposi nasale
- deviazione del setto nasale
- sinusite
- lesioni neoplastiche benigne o maligne (tumori) del viso e delle strutture circostanti
- infezioni nella regione maxillo-facciale, come ascessi dentali, sinusiti mascellari o osteomielite.
- impianti dentali o chirurgia ortognatica (Prima di interventi chirurgici come l’inserimento di impianti dentali o la chirurgia ortognatica per correggere difetti cranio-facciali, la TC può essere utilizzata per pianificare il trattamento e valutare le strutture ossee circostanti)
Una tac massiccio-facciale può essere utile anche per valutare trattamenti da eseguire (in particolare radioterapia) in caso di tumore al cervello, perché permette di esaminare il viso, i seni e il cranio. In questo caso, può essere fatta in maniera complementare alla tac alla testa.
È utile anche nel caso in cui si debba effettuare una biopsia al cervello, perché fornisce una “guida” per il passaggio dell’ago, e per valutare l’entità di danni alle ossa o ai tessuti molli in caso di trauma facciale e relativa ricostruzione chirurgica.
Sintomi che possono richiedere una tac massiccio-facciale
Posto che questo esame diagnostico è utile per evidenziare traumi, tumori, ictus, aneurismi, malformazioni, infiammazioni e lesioni, ci sono alcuni sintomi che potrebbero spingere il medico a richiedere la tac massiccio-facciale, in affiancamento magari ad altri esami diagnostici.
Tra questi sintomi troviamo:
- sanguinamento dal naso
- mal di testa lancinante improvviso o duraturo
- sintomi riconducibili a un ictus come intorpidimento del viso o di altre parti del corpo, confusione mentale, difficoltà di parola o visive
- disturbi vari dopo aver sbattuto la testa
- dolore alle ossa del viso, agli zigomi, alle orecchie, alle orbite
Cosa mostra la tomografia computerizzata delle ossa del viso
Quando il gantry, cioè quel grande anello in cui viene inserito il paziente disteso sul lettino, “registra” le immagini grazie ai raggi X inviandole al computer, può evidenziare diverse patologie e numerosi disturbi che interessano l’area del viso.
In particolare, una tomografia computerizzata alle ossa massiccio-facciali può mostrare:
- conseguenze di traumi alla testa come sanguinamenti, lesioni cerebrali e fratture del cranio
- coaguli di sangue o sanguinamenti a causa di un ictus
- sanguinamenti causati da aneurisma
- tumori
- malattie del cranio
- malformazioni del cranio
- conseguenze di un forte colpo alla testa
- infiammazioni nei seni paranasali
- aneurismi e altre problematiche artero-venose e dei vasi sanguigni
Quando si effettua una tac massiccio facciale, quindi, non si evidenziano solo cambiamenti nella struttura delle ossa del viso, per esempio dovuti da traumi o tumori, ma anche conseguenze di altre patologie che interessano l’area del viso e del cervello, come aneurismi e ictus.
Come prepararsi alla tac massiccio-facciale
Per sottoporsi alla tac delle ossa del viso non serve una grande preparazione, ma è bene tenere a mente alcune regole. Prima di tutto, il medico che vi prescrive l’esame deve essere informato di:
- eventuale gravidanza
- diabete
- problemi cardiaci
- insufficienza renale
- allergie
- eventuali farmaci
Se si sospetta o si ha la certezza di una gravidanza, va subito comunicato al medico perché i raggi X non sono compatibili con lo stato di gestazione: potrebbero mettere in pericolo la vita del feto.
Allo stesso modo, è molto importante che lo specialista sia al corrente di patologie o allergie che potrebbero essere incompatibili con l’esame e più nello specifico col liquido di contrasto.
Tac con liquido di contrasto
Gran parte delle tomografie computerizzate viene effettuata utilizzando un mezzo di contrasto, cioè un liquido a base di Iodio che, iniettato per via endovenosa (ma anche ingerito o tramite clistere a seconda degli esami), permette di dare immagini più dettagliate in particolare dei vasi.
Per questo motivo, è di fondamentale importanza comunicare al medico eventuali problemi di salute in modo da evitare, se necessario, di utilizzare il mezzo di contrasto.
Sempre per la stessa ragione, è bene presentarsi all’esame con un emocromo. Le analisi del sangue dovrebbero comprendere creatinina e filtrato glomerulare, in modo da valutare l’utilizzo o meno del liquido di contrasto.
Qualora venisse utilizzato, o comunque ci fosse il dubbio, è necessario effettuare la tac con almeno sei ore di digiuno alle spalle. L’astensione dal cibo e dalla bevande (eccetto acqua) riguarda anche i medicinali, anche quelli assunti regolarmente.
Come si svolge la tac massiccio-facciale
La tac maxillo-facciale ha un svolgimento molto simile a quello di altre tac, in particolare quelle che riguardano la testa. Il paziente, privo di gioielli e oggetti metallici (e spesso vestito con un camice), viene fatto sdraiare sul lettino, dove – se previsto – gli viene iniettato in vena il liquido di contrasto. Trascorsi i minuti che servono al mezzo per fare effetto, il lettino viene fatto scivolare all’interno del gantry (che, ricordiamo, è aperto: si tratta infatti di un anello). Quest’ultimo gira intorno al paziente scansionando l’area massiccio-facciale e acquisendo così le immagini da trasferire al computer. Quando lavora, il gantry può essere molto rumoroso, per questo può essere utile indossare dei tappi per le orecchie.
Durante l’esame il paziente deve restare immobile, se richiesto smettere di respirare per qualche secondo, pena delle immagini poco chiare.
La durata della tac massiccio facciale è di pochi minuti, dopodiché, se non si registrano effetti collaterali dovuti al mezzo di contrasto (che di solito dà sapore metallico in bocca e niente più, altre volte può comportare capogiri e nausea), il paziente può tornare a casa.
Risultati della tac massiccio-facciale
Quando un radiologo deve refertare una TC maxillo-facciale, adotterà un approccio dettagliato e sistematico per valutare tutte le strutture anatomiche presenti nella regione cranio-facciale. Questo approccio include:
- Valutazione delle ossa facciali
- Studio dei seni paranasali
- Esame delle strutture dentali
- Valutazione dei tessuti molli
- Esame delle articolazioni temporomandibolari
Come per molte altre tomografie computerizzate, la velocità con cui vengono analizzate le immagini dipende solitamente dall’urgenza. In buona parte dei casi, il radiologo studierà i risultati, interpretandoli, con calma, e il paziente avrà una risposta dopo qualche giorno. Nei casi più urgenti però, il medico potrà dare una risposta immediatamente dopo l’esame.
Fonti bibliografiche:
- Reveal Diagnostics, Everything You Need to Know About Maxillofacial CT Scans
- CTMAX, Maxillofacial Radiology