Laser panretinico: cos’è e a cosa serve

Il laser panretinico è un trattamento medico utilizzato per trattare la retinopatia diabetica e altre malattie retiniche proliferative, che implica l'applicazione di laser su tutta la retina per ridurre la crescita anomala di vasi sanguigni

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Il laser panretinico viene usato generalmente per “bruciare” zone malate della retina funzionalmente inattive. In alcuni casi, invece, viene impiegato per fissare la retina sana intorno a zone patologiche (fori o lesioni) in modo da ottenere delle cicatrici che rinforzino la retina nei suoi punti più delicati.

Il laser si impiega in particolare per ostacolare il calo della vista nella retinopatia diabetica: in questo caso la fotocoagulazione panretinica porta una significativa riduzione dell’edema maculare, con conseguente miglioramento del visus.

Retinopatia e diabete

La retina è la membrana che ricopre la parte posteriore dell’occhio e la sua funzione consiste nel ricevere luce e trasmettere segnali luminosi al cervello. Una volta inviate queste informazioni, i segnali sono interpretati come immagini. Se si soffre di diabete, però, i vasi sanguigni sono potenzialmente danneggiati e la retina non è più in grado di compiere queste azioni. Ciò può portare a una fuoriuscita di sangue o fluido nella macula (il centro della retina), avendo come risultato una visione offuscata e talvolta ridotta che, se non trattata, potrebbe portare alla perdita della vista.

La retinopatia diabetica può verificarsi se la glicemia raggiunge un livello troppo elevato e si stabilizza su quel livello per lungo tempo. Potresti non accorgertene finché non riscontri una riduzione della vista. Ecco perché le visite oculistiche frequenti sono molto importanti, soprattutto se si soffre di diabete.

Altri fattori di rischio che possono accelerare la retinopatia diabetica includono il fumo, il colesterolo alto e la pressione alta.

Chi soffre di retinopatia potrebbe riscontrare sintomi quali:

  • visione offuscata, annebbiata
  • percezione alterata dei colori
  • corpi mobili nel campo visivo
  • filamenti privi di colore o trasparenti nel campo visivo
  • incapacità di vedere nitidamente di notte
  • visione ridotta a causa di macchie e abbagli
  • perdita permanente o parziale della vista.

Altri casi in cui si impiega il laser retinico

Partendo dal presupposto che sarà comunque un medico dopo accurate visite a stabilire la necessita di sedute con laser, ci sono altre condizioni patologiche dell’occhio che vengono curate con questo trattamento:

  1. Rotture e degenerazioni periferiche della retina. In questo caso c’è un altissimo rischio di distacco della retina, e – attraverso l’azione del laser – si brucia quest’ultima in prossimità di rotture o degenerazioni potenzialmente dannose. La cicatrice che si crea funge da saldatura.
  2. Occlusioni venose dei vasi retinici. In questo caso è possibile che si creino nuovi vasi che vadano ad invadere altre zone, causando una grave forma di glaucoma.
  3. Retinopatia del prematuro. Il laser andrà a distruggere le parti di retina danneggiata e immatura per ridotto apporto di sangue e ossigeno, ovvero le aree ischemiche. 

Come viene eseguito il trattamento con laser retinico?

Il trattamento non è completamente indolore per il paziente, il quale potrebbe avvertire dei fastidi, ma i benefici fanno sì che questo risulti essenziale in alcuni casi per la salvaguardia della vista. Per prima cosa viene anestetizzato l’occhio con gocce di anestetico locale, si posiziona il paziente alla lampada a fessura e e si applica una lente a contatto con idonei filtri al trattamento. Il medico utilizzerà un puntatore per mirare le zone della retina da trattare.

A questo punto si potrebbe avvertire un leggero dolore, come piccole punture, che varia a seconda dell’energia impiegata dal laser. Finito il trattamento si rimuove la lente, si applica un collirio lubrificante e un antinfiammatorio e si può tornare a casa. In genere sono necessarie più sedute a discrezione del Medico Oculista per completare il trattamento e il loro numero varia in base alla patologia da trattare.

Precauzioni prima e dopo il trattamento

Non sono necessarie particolari precauzioni prima del trattamento, è importante nei 15-20 giorni dopo aver effettuato il laser non fare azioni faticose e rimanere a riposo. Inoltre, è fondamentale una buona idratazione – si deve bere almeno 1,5 litri d’acqua al giorno – e a volte si integra con Sali minerali per idratare al meglio il corpo vitreo.

Complicanze e controindicazioni

Nei casi in cui viene trattata la periferia della retina per un trattamento isolato non si notano problemi della vista associati al trattamento. Diverso è quando in patologie più severe si debba effettuare un trattamento esteso fino quasi alla zona centrale, ovvero il polo posteriore: è possibile che ci sia un calo della visione periferica e notturna. perché una porzione della retina viene bruciata e il tessuto non è più in grado di trasmettere un segnale luminoso.

Sebbene ci siano controindicazioni possibili in alcune patologie questo trattamento viene considerato salva vista. L’effetto collaterale più frequente, comunque, è un arrossamento dell’occhio causato dalla lente a contatto che si usa, che generalmente si risolve spontaneamente.

Fonti bibliografiche:

  • GrandVision, Retinopatia diabetica: cause, sintomi e tipologie