Ipermetropia: cos’è, i sintomi, come curarla

L'ipermetropia è un difetto visivo in cui gli oggetti vicini appaiono sfocati, mentre quelli lontani sono visti chiaramente, dovuto a un bulbo oculare più corto o a una cornea meno curva del normale

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Pubblicato: 24 Maggio 2024 09:02

L’ipermetropia è un difetto rifrattivo estremamente diffuso tanto che statisticamente si è visto che il 53-56% degli occhi è ipermetropico di 0,5 diottrie e facilmente correggibile.

Con il termine oculistico “ipermetropia” si intende un vizio di rifrazione sferico nel quale – i raggi luminosi prodotti dagli oggetti che appaiono vicini o mediamente vicini nel campo visivo – vengono messi a fuoco dietro la retina, rendendo quindi sfocata la loro visualizzazione, giacchè il potere diottrico dell’occhio è troppo scarso nei confronti della lunghezza dell’occhio.

Sulla retina non si formerà perciò un immagine puntiforme, ma una immagine più ampia sfuocata chiamata cerchio di diffusione.

Se il difetto ottico appare di lieve di lieve entità, l’occhio umano riesce autonomamente e naturalmente a correggerlo attivando perennemente un meccanismo detto “di accomodazione”. Il meccanismo di accomodazione consiste nella naturale modifica della globosità del cristallino in base alla vicinanza o alla lontananza degli oggetti da mettere a fuoco. I raggi luminosi emessi da oggetti lontani vengono messi a fuoco esattamente sulla retina, quindi il cristallino sarà in una fase di riposo accomodativo, assumendo una forma più sottile, fine ed allungata.

Quando invece i raggi luminosi sono emessi da oggetti a media o breve distanza, la loro messa a fuoco si sposta dietro la retina così il cristallino, per ovviare a questo problema, aumenta la sua superficie di curvatura divenendo maggiormente globoso. In questo modo aumenta notevolmente il suo potere di far convergere i raggi luminosi esattamente sulla retina, così da poter vedere gli oggetti in questione in maniera chiara e ben definita.

Con l’aumentare dell’età – in genere oltre i 40 anni – la capacità del cristallino di mettere in atto il meccanismo di accomodazione si riduce drasticamente e il soggetto ipermetrope inizia ad accusare la necessità di occhiali da vista con lenti sferiche positive che correggano questo difetto.

Sintomi dell’ipermetropia

sintomi più comuni con sui l’ipermetropia si manifesta – oltre la difficoltà di visione – sono l’affaticamento oculare, bruciore agli occhi, cefalee, occhi disallineati, riduzione progressiva della vista, visione offuscata.

Nel bambino ipermetrope, una ipermetropia di 3 diottrie circa è fisiologica al momento della nascita, determinata dal ridotto volume oculare, ma con lo sviluppo corporeo tende ad annullarsi. In questi primi anni, ad ogni modo, essa non si rivela se non per l’eventuale apparizione di uno strabismo convergente su base accomodativa.

L’evoluzione di queste ipermetropie tende verso una diminuzione del deficit, a causa dell’allungamento dell’occhio durante lo sviluppo, il bambino potrà far a meno degli occhiali verso i 15-16 anni.

Nell’adulto l’ipermetropia si rivela quando l’accomodazione non riesce più a compensare lo scarso potere diottrico dell’occhio, ciò avviene in genere intorno ai 30-40 anni. Nella visione da lontano il deficit è molto meno accentuato, soprattutto con il passare degli anni, i disturbi aumentano.

La presbiopia è molto più precoce nell’occhio emmetrope.   

Cause e chi ne soffre

L’ipermetropia può essere generata da vari fattori, primo tra tutti: l’ereditarietà. L’ipermetropia si manifesta nel momento in cui il diametro del bulbo del soggetto risulta più corto del normale; oppure può essere data da un’incurvatura superficiale del cristallino inferiore alla norma; oppure ancora può essere causata da riduzione dell’indice refrattivo del cristallino come nel diabete e nella cataratta incipiente, o addirittura in casi rari dall’assenza totale di cristallino, condizione medica nota con il nome di afachia.

Diagnosi di ipermetropia

Dal momento in cui il soggetto si accorge di avere problemi alla vista, in particolare presenta difficoltà nel visualizzare oggetti vicini o nel leggere una normale pagina di giornale, è il caso che questo si rivolga ad un medico oculista per una visita diagnostica.

Durante la visita oculistica, lo specialista provvederà a compiere una serie di test e di esami eseguiti con varie tecniche strumentali. Tra i test eseguiti, molto importante sarà l’esame del visus e dello stato refrattivo degli occhi, così da poter valutare il processo visivo nella sua interezza. Verranno poi esaminati i movimenti oculari, la retina e la acuità visiva.

Di fondamentale importanza risulta invece in età pediatrica sottoporre i piccoli pazienti a prima visita di screening attorno ai 3 anni di età per escludere la presenza di vizi refrattivi dal momento che informazioni relative a eventuali problemi alla vista saranno più indirette. I genitori dovranno pertanto prestare più attenzione a segni più sfumati come ad esempio la tendenza del bambino ad avvicinare gli oggetti oppure presenza di deviazione degli occhi più o meno evidente.

Come correggere l’ipermetropia

Ad oggi, non esiste una terapia dell’ipermetropia; può essere solo compensata mediante l’utilizzo di lenti positive o convesse, o mediante tecniche di chirurgia refrattiva.

Le lenti a contatto potrebbero essere la prima tra le soluzioni proposte. Queste, grazie alla loro forma sferica, vanno a correggere il difetto della vista causato dall’ipermetropia. Dal punto di vista della comodità e dell’impatto visivo sono sicuramente la soluzione più consigliata per i pazienti adulti che soffrono di ipermetropia. Prima di scegliere le lenti a contatto, sarà però il caso di valutare tutte le sfaccettature che questa scelta comporta: ogni quanto si desidera cambiare le lenti e per quanto tempo queste dovrebbero essere indossate durante l’arco della giornata.

Gli occhiali correttivi magari più scomodi rispetto alle lenti, ma – al contrario di queste ultime – non portano con loro alcuna controindicazione. Possono essere indossati da chiunque a qualsiasi età e possono essere messi e poi tolti a seconda delle necessità del momento.

A migliorare di molto l’acuità visiva in presenza di ipermetropia medio-elevata è il ricorso alle tecniche di chirurgia refrattiva.

Nell’adulto le prescrizioni delle lenti adatte è più difficile, in quanto le capacità di adattamento sono decisamente più scarse, per cui anche se teoricamente l’optimum sarebbe la correzione totale dell’ipermetropia manifesta, in effetti si tenderà a prescrivere la lente più debole che consente il visus migliore.

Fonti bibliografiche:

  • Luciano Liuzzi e Franco Bartoli, Manuale di Oftalmologia IV edizione, 2009