Esame vestibolare: cos’è e quando farlo

L'esame vestibolare serve a indagare sintomi quali vertigini e instabilità, ecco come funziona.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Test utilizzato per la valutazione dei disturbi dell’equilibrio, l’esame vestibolare è costituito da un insieme di prove che permettono di indagare l’origine e la gravità delle patologie che interessano l’apparato vestibolare, ossia quell’insieme di strutture deputate a gestire il senso dell’equilibrio.

Cosa sono le formazioni vestibolari?

L’apparato vestibolare è formato dalle componenti dell’orecchio interno, ossia la parte più profonda dell’orecchio che si occupa sia di completare il processo di percezione uditiva, sia di coordinare il senso dell’equilibrio (statico e dinamico) e di informare il cervello della posizione del corpo nello spazio.

Nello specifico l’orecchio interno si compone di due elementi:

  • la coclea, deputata alla percezione dei suoni;
  • l’apparato vestibolare, per la gestione dell’equilibrio.

L’intera struttura è contenuta nel labirinto osseo, ovvero la cavità dell’osso temporale che protegge le strutture appena menzionate.

L’apparato vestibolare, a sua volta, è composto da due parti, ossia il vestibolo e i canali semicircolari.

Del vestibolo fanno parte due vescicole:

  • l’utricolo, di forma allungata, è collegato alle ampolle dei canali semicircolari e comunica con la staffa, uno degli ossicini che compongono l’orecchio medio;
  • il sacculo ha forma sferica ed è connesso alla coclea, posizionata appena sotto il vestibolo.

I canali semicircolari, invece, sono tre condotti che si trovano sopra il vestibolo e che sono caratterizzati dalla presenza di ampolle (piccole dilatazioni alla base dei canali).

All’interno dell’apparato vestibolare si trovano gli otoliti, ovvero minuscoli cristalli di calcio immersi in un fluido chiamato endolinfa, e le cellule cigliate, ossia speciali cellule dotate di ciglia. Questo complesso sistema concorre alla percezione dell’equilibrio, alla sua regolazione e al suo mantenimento e, quando i suoi sofisticati meccanismi non funzionano correttamente, possono verificarsi numerose problematiche, anche invalidanti per il soggetto che ne soffre.

I disturbi quali vertigini, problemi di coordinamento, labirintiti o vertigini parossistiche posizionali benigne, sono causate proprio da un malfunzionamento di questo delicato sistema.

Quando richiedere l’esame vestibolare

L’esame vestibolare viene richiesto dal medico di medicina generale o dallo specialista nel caso in cui il soggetto soffra di disturbi dell’equilibrio, di diverso grado di intensità. Serve a valutare le condizioni dell’apparato vestibolare e individuare la presenza di eventuali alterazioni del suo fisiologico funzionamento, che possono essere monolaterali o bilaterali.

Le specifiche prove che coinvolgono l’apparato vestibolare vengono eseguite dallo specialista in otorinolaringoiatria, che è in grado di scegliere l’esame più specifico da effettuare e di diagnosticare con precisione il disturbo che provoca sintomi quali giramenti di testa, alterazioni dell’equilibrio o altre manifestazioni tipiche dei danni a carico delle strutture vestibolari.

Quando viene indicato l’esame vestibolare come test diagnostico?

  • In caso di sindromi vertiginose o “vertigini” che consistono in un turbamento della sensibilità spaziale che deriva da una erronea sensazione di movimento del corpo o dell’ambiente circostante. Questo disturbo può rientrare a sua volta in due categorie, ovvero le vertigini soggettive (un’illusione di rotazione dell’ambiente rispetto alla persona, temporanea e intensa, spesso accompagnata da nausea, vomito, sudorazione e tachicardia) e le vertigini oggettive (un’illusione di movimento del capo rispetto all’ambiente).
  • Nei pazienti che lamentano episodi di disequilibrio, caratterizzato da una sensazione di oscillazione nella stazione eretta o anche dall’instabilità e dall’insicurezza della marcia.
  • Può essere eseguito anche in caso di sordità, dal momento che le strutture che compongono l’orecchio interno sono deputate anche a questa funzione, è bene escludere un interessamento del sistema vestibolare.

Scopo principale dell’esame vestibolare è, quindi, individuare la causa dei disturbi dell’equilibrio, per verificare se il soggetto soffre di patologie periferiche o centrali: mentre le prime sono autolimitanti e non pericolose, e si risolvono spesso grazie all’adozione di un’adeguata terapia, le seconde sono più pericolose e spesso progressive.

Tra le principali patologie a carico del sistema vestibolare ci sono:

  • i disturbi vestibolari centrali;
  • la vertigine parossistica posizionale benigna;
  • la malattia di Ménière;
  • l’emicrania vestibolare;
  • la neurite vestibolare;
  • il nistagmo atipico;
  • le vertigini visive o posizionali;
  • la labirintite.

Come si svolge l’esame vestibolare

La salute dell’apparato vestibolare è valutata mediante diverse tecniche.

  • La valutazione del nistagmo, ossia l’insieme dei movimenti oscillatori, ritmici e involontari dei bulbi oculari. Per indagare questo segno, vengono fatti indossare al paziente degli occhiali speciali (occhiali di Frenzel), che permettono al medico di osservare i movimenti più piccoli che l’occhio compie durante lo svolgimento dell’esame. Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino e il medico muoverà la testa del soggetto valutando quali sono le posizioni che provocano il nistagmo. Da questa rilevazione, osservando la tipologia di stimoli che hanno generato il disturbo, la loro durata e le loro caratteristiche, l’otorinolaringoiatra potrà formulare una diagnosi, identificando la sede della patologia e la terapia da consigliare (o gli eventuali ulteriori accertamenti da compiere).
  • Nella prova termica vestibolare, l’orecchio del paziente viene stimolato con acqua a diverse temperature (solitamente 44°C e 33°C). L’irrigazione dura circa 30 secondi e riesce a provocare una vertigine e, quindi, un nistagmo, che verrà rilevato dagli occhiali indossati dal paziente.

È possibile che un test per verificare i movimenti oculari venga eseguito anche con il paziente seduto su una sedia, alcune volte al buio, oppure con il supporto di speciali sedie rotatorie che si muovono in diverse direzioni e consentono di testare le funzionalità dell’apparato vestibolare.

Altre indagini, che possono aiutare lo specialista a valutare lo stato di salute dell’apparato vestibolare, sono:

  • La Babinski-Weil, o prova del cammino a stella. Il paziente viene chiamato ad eseguire quattro passi avanti e quattro indietro ad occhi chiusi e una persona con labirinto patologico tenderà a deviare verso il lato interessato dal disturbo (tracciando sul pavimento una figura simile a una stella), rendendo evidente la localizzazione e la gravità del problema.
  • La prova di Romberg, che si svolge con il paziente in piedi, con le punte ravvicinate, le braccia lungo i fianchi, la testa dritta e gli occhi chiusi. Se il soggetto presenta una lesione dell’apparato vestibolare, cadrà o tenderà a deviare verso il lato del corpo che presenta alterazioni del sistema vestibolare.
  • La prova di Fukuda-Unterberger prevede, invece, che il paziente sia chiamato a marciare sul posto, sollevando le gambe a 45° per 50 passi, prima a occhi aperti e poi a occhi chiusi. Anche in questo caso, se l’apparato vestibolare è interessato da patologie specifiche, il soggetto avrà molta difficoltà a portare a termine la prova.
  • La prova di Bárány invita, invece, il paziente a sedersi a occhi chiusi, con braccia tese e indici verso l’esaminatore. Gli viene chiesto poi di abbassare un braccio per poi tornare alla posizione iniziale e di ripetere il movimento con entrambe le braccia. Una deviazione degli indici sul piano verticale e orizzontale superiore ai tre centimetri è indice di patologia.
  • I test dei potenziali evocati miogenici vestibolari (anche detti in inglese Vestibular Evoked Myogenic Potentials o VEMP), è un esame che valuta il funzionamento del nervo vestibolare: prevede l’applicazione di elettrodi sulla fronte, sul collo e sulla clavicola, per poi sottoporre il paziente a intensi stimoli acustici, elettrici o vibratori e analizzare le risposte generate dalla sua attività neurologica, in particolare localizzata a livello del muscolo sternocleidomastoideo ed extraoculare obliquo inferiore.

Quanto costa un esame vestibolare?

Il costo dell’esame vestibolare può variare, ovviamente, in base alla struttura a cui ci si rivolge (privata o pubblica) o al tariffario dello specialista che esegue il test. Se si effettua questa indagine con il Servizio Sanitario Nazionale, la spesa è di circa 30 euro, mentre privatamente oscilla tra 50 e i 100 euro, sempre a seconda della struttura che si seleziona per l’esecuzione del test.

Esame vestibolare: la preparazione

Poiché l’esame vestibolare potrebbe indurre un episodio vertiginoso, è bene che questo venga effettuato a digiuno (di almeno quattro ore) e che il paziente interessato si rechi in ambulatorio accompagnato, per evitare rischi a seguito dell’esame.

Inoltre, se si assumono farmaci per le vertigini, è consigliabile ascoltare il parere del proprio medico curante o dello specialista riguardo l’eventualità di sospenderne l’assunzione nei giorni che precedono l’esame. È sconsigliata l’assunzione di alcol o sonniferi nelle ore immediatamente precedenti al test, per non inficiarne i risultati.

Mentre esegue il test il paziente non può indossare, inoltre, alcun tipo di lente a contatto ed è sconsigliato anche l’uso di prodotti cosmetici nella zona oculare e perioculare. È indispensabile, inoltre, che prima dell’esame venga esclusa dal medico la presenza di tappi di cerume o infezioni dell’orecchio, che rendono controindicato il test dell’apparato vestibolare.

Possibili esiti dell’esame

Qualora i test diano esito negativo o dubbio, il medico potrà consigliare l’esecuzione di una TAC o di una Risonanza Magnetica, che possa indagare in modo più mirato alcuni sospetti clinici.

È possibile per lo specialista intervenire immediatamente, invece, se viene rilevata una vertigine parossistica posizionale benigna. Si tratta di un disturbo causato da un anomalo spostamento degli otoliti all’interno dei canali semicircolari e da una stimolazione scorretta dei recettori che registrano le accelerazioni rotatorie del capo e che, in questo caso, danno origine alla sensazione che l’ambiente circostante al soggetto sia “in movimento”. Tale patologia può essere generata da cause sconosciute (in tal caso si parla di vertigine parossistica posizionale idiopatica) oppure da traumi.

In questo caso lo specialista andrà ad eseguire delle manovre liberatorie, andando a muovere la testa e il corpo del paziente per riposizionare gli otoliti e risolvere il problema in via definitiva. Qualora venga rilevata una patologia differente a carico dell’orecchio interno o delle strutture a esso connesse, si dovrà stabilire la corretta terapia da seguire.

L’esame vestibolare è fastidioso?

Il test vestibolare non presenta particolari controindicazioni, benché molte persone siano restie a eseguirlo, per paura delle sensazioni fastidiose che potrebbero verificarsi durante il suo svolgimento.

L’esame, in realtà, non è generalmente fastidioso, a dispetto di quel che si possa pensare. Può complicarsi solamente se il paziente arriva alla visita con violente vertigini ma, in questi contesti, sarà lo specialista otorinolaringoiatra a modulare l’esame sulla base delle condizioni di salute del soggetto o a controindicarne l’esecuzione.

In alcuni casi, effettivamente, il test vestibolare può provocare la ricomparsa momentanea del fenomeno vertiginoso: si tratta di un’evenienza non piacevole, ma che va vista in un’ottica più ampia, poiché è proprio dalla rilevazione di vertigini e nistagmo che il medico può studiare la patologia che affligge il paziente, escludere altri sospetti e indicare in maniera precisa il trattamento più idoneo alla risoluzione della patologia.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Cosa si vede dell'esame vestibolare?

Il test può indagare la salute e il corretto funzionamento dell’apparato vestibolare, ovvero la struttura dell’orecchio interno che fornisce al cervello le informazioni sulla posizione del corpo e del capo nello spazio.

Quando fare l'esame vestibolare?

È indicato nei casi in cui il soggetto presenti vertigini (soggettive o oggettive), problemi di equilibrio o sordità. L’esame è volto a individuare l’eventuale presenza di patologie a carico della struttura vestibolare.

Quanto dura l'esame vestibolare?

Generalmente dura 10-15 minuti, ma può essere completato da altre indagini che studiano le diverse funzioni dell’apparato vestibolare.