Edema: cos’è, cause, sintomi, complicazioni

L'edema è un accumulo anormale di liquido nei tessuti del corpo, che causa gonfiore, comunemente osservato nelle gambe, braccia e altre aree

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 22 Aprile 2024 11:02

L’edema è causato da un accumulo di liquidi di varia natura negli interstizi dei tessuti e negli spazi intercellulari. Esso si manifesta con gonfiore nella zona interessata che può essere accompagnato da dolore, sensazione di calore e arrossamento della zona interessata. Può essere limitato ad una sola parte dell’organismo, definito edema locale, o presentarsi in maniera uniforme e diffusa nel caso dell’edema generalizzato.

Le cause dell’edema e i trattamenti da impiegare variano a seconda del paziente e della patologia all’origine dell’edema stesso. L’assunzione di farmaci per ridurre e riassorbire l’eccesso di liquidi nei tessuti, oppure la riduzione o totale eliminazione del sale dalla dieta spesso alleviano il problema; tuttavia in alcuni casi esso è sintomo di una patologia sottostante, che va trattata adeguatamente.

Che cos’è l’edema

L’edema è un gonfiore causato da un accumulo di liquidi nei tessuti interstiziali. Può manifestarsi in tutto l’organismo come edema generalizzato, o interessare una zona circoscritta, come una gamba o un braccio.
Nel caso di un edema generalizzato, prima che questo sia ben visibile, deve accumularsi una quantità sufficiente di liquido, per questo motivo l’aumento di peso può essere uno dei primi indizi di questo problema.

Quando l’edema è esteso in tutto il corpo si parla di anasarca. Sebbene l’edema possa comparire in ogni parte del corpo, compreso il cervello, le zone maggiormente interessate sono le mani, i piedi, le caviglie e le gambe.

Quali sono le cause

L’edema si verifica quando i capillari, i più piccoli vasi sanguigni del corpo, lasciano fuoriuscire i liquidi che contengono e questi si accumulano nei tessuti circostanti causando gonfiore.  Casi lievi di edema possono derivare anche da uno stile di vita sedentario, da una dieta con cibi troppo salati, dalla gravidanza oppure dalla necessità di mantenere una stessa posizione per molto tempo. La gravidanza in particolare rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di edema in quanto, durante la gestazione, il corpo trattiene più sodio e acqua del normale, poiché il feto e la placenta necessitano di maggiori liquidi.

Inoltre, l’edema può essere un effetto collaterale di alcuni farmaci, tra cui: farmaci per la cura dell’ipertensione arteriosa, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), farmaci steroideiestrogeni e alcuni farmaci per il diabete (tiazolidindioni). Tuttavia, in alcuni casi, l’edema è sintomo di una patologia preesistente ben più grave come l’insufficienza cardiaca congestizia, la cirrosi, le patologie renali o una grave carenza proteica che si protrae per un lungo periodo di tempo.

Sintomi e complicazioni dell’edema

Come accennato in precedenza, il sintomo più evidente nei pazienti soggetti ad edema è il gonfiore, dovuto all’accumulo di liquidi. Si aggiungono poi l’infiammazione della zona interessata, il senso di pesantezza, la stanchezza e/o uno stato di debolezza generale. La zona gonfia inoltre, se premuta con un dito, mantiene per qualche minuto una piccola fossetta (segno della fovea).

Per evitare che la condizione degeneri è molto importante intervenire tempestivamente nel trattare sia l’edema sia le eventuali patologie scatenanti; se non viene trattato adeguatamente, infatti, l’edema può avere una serie di complicazioni anche gravi. Tra queste, le più comuni sono:

  • difficoltà a camminare;
  • infezione;
  • degenerazione del gonfiore con aumento del dolore;
  • diminuzione della circolazione sanguigna;
  • ulcere cutanee.

L’edema generalizzato

Come visto prima, l’edema di tipo generalizzato può interessare l’intero organismo, ed è spesso causato da insufficienza epatica, da uno scompenso cardiaco o da patologie renali. Una delle patologie renali più diffuse che comporta un edema generalizzato è la sindrome nefrosica, che si manifesta con un edema uniforme e diffuso, in particolare alle gambe, unito a pallore. L’edema da insufficienza cardiaca, invece, è più evidente nella zona delle caviglie, se il paziente cammina, o nella regione sacrale, se è degente a letto. Questo tipo di edema di norma peggiora verso sera, mentre con il riposo tende a scomparire o comunque ad attenuarsi.

Quando all’edema generalizzato si associano un notevole dimagrimento e diminuzione della massa muscolare,la causa può essere il malassorbimento. La sindrome da malassorbimento comporta un alterato assorbimento delle sostanze nutritive da parte dell’intestino. In questo caso, quindi, l’abbondante accumulo di liquidi è il risultato dell’alterata capacità della mucosa intestinale di assorbire i nutrienti necessari. La sindrome da malassorbimento può essere causata da fattori genetici o dovuta ad effetti collaterali di una terapia a cui il paziente si è sottoposto precedentemente.

Un edema generalizzato può essere dovuto anche ad alterazioni ormonali che comportano ritenzione idrica, come nel caso della sindrome premestruale. Ci sono poi alcuni farmaci che possono determinare un eccessivo accumulo di liquidi, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), i calcio antagonisti e gli estrogeni. Altri fattori di rischio sono: obesitàinsufficienza venosa cronicadisfunzioni dei canali linfatici (linfedema), allettamento prolungato o una dieta troppo ricca di sale.

L’edema localizzato

Per quanto riguarda l’edema localizzato, esso colpisce più frequentemente gli arti inferiori, ma si manifesta spesso anche sul volto e sulle mani. Può essere causato da una stasi venosa linfatica, da processi infiammatoriinfezioni o allergie. L’edema causato da infiammazione presenta, oltre al gonfiorearrossamentodolore, sensazione di calore e deficit funzionale della zona interessata. L’edema causato da una forma allergica si presenta, generalmente, con un gonfiore di colore rosa o rosso, unitamente ad una sensazione di prurito e secchezza cutanea.

Nella stasi venosa il liquido si accumula nella zona delle gambe, dei piedi e delle caviglie. Di norma a tale patologia si associano sensazione di pesantezza agli arti inferiori e di calore. La trombosi venosa profonda è caratterizzata dalla formazione di un coagulo di sangue all’interno di una vena profonda, di solito nelle gambe. Questo coagulo può bloccare il flusso sanguigno nella vena, causando un aumento della pressione e il ristagno del sangue nella zona circostante. Di conseguenza, può verificarsi un edema localizzato, con gonfiore e sensazione di pesantezza nella gamba colpita. Se il coagulo si stacca e viaggia attraverso il flusso sanguigno fino ai polmoni, può causare una grave condizione nota come embolia polmonare.

L’edema localizzato linfatico si associa, invece, ai segni di un’infiammazione dei vasi linfatici, la linfangite, con arrossamento e ingrossamento dei linfonodi. Un edema di tipo localizzato può anche derivare da effetti collaterali o danni insorti in seguito a radioterapia o operazioni chirurgiche.

Inoltre, la compressione può anche provocare edemi localizzati. Ad esempio, un tumore può comprimere i vasi sanguigni circostanti, interferendo con il flusso sanguigno e causando edema nelle zone colpite. Allo stesso modo, la compressione dei tessuti molli durante un trauma o una frattura ossea può causare un edema localizzato nella zona interessata.

Segnali di pericolo dell’edema: quando rivolgersi ad un medico

Quando, ad un primo esame, la pelle risulta gonfia, tesa e lucida, unita ad una lieve sensazione di dolore, è opportuno rivolgersi ad un medico specializzato per individuare le cause precise del disturbo; nel caso si tratti di edema, un ulteriore indice di un eccessivo accumulo di liquidi può essere riscontrato quando la zona interessata rimane infossata dopo una leggera pressione con il dito (segno della fovea).

Quando, a questi primi segnali di pericolo, si aggiungono altri sintomi più gravi, bisogna rivolgersi immediatamente ad uno specialista. Altri sintomi associati a questa condizione possono essere fiato corto, difficoltà a respirare e dolore al petto: questi, infatti, possono essere indizi di un edema polmonare che va trattato immediatamente. In aggiunta, è necessario rivolgersi ad uno specialista se dopo essere stati seduti per diverso tempo si nota un dolore persistente e un gonfiore alle gambe, che non si allevia anche dopo diverse ore: in questo caso è possibile che si tratti di un coagulo di sangue in una delle vene delle gambe, che può portare ad una trombosi venosa.

Diagnosi dell’edema

Per indagare le cause all’origine di un edema, il medico eseguirà innanzitutto un esame fisico e porrà poi delle domande al paziente riguardo la sua storia clinica, esaminerà attentamente l’anamnesi e valuterà se le eventuali terapie farmacologiche in corso posso interferire con il corretto assorbimento dei liquidi. Di norma queste informazioni sono sufficienti per comprendere la causa dell’edema, ma in alcuni casi possono rendersi necessari ulteriori accertamenti come raggi Xrisonanza magneticaecografiaanalisi del sangue o delle urine.

Trattamento dell’edema

Nel caso di pazienti soggetti ad una forma lieve di edema, solitamente, non è necessario intervenire terapeuticamente con farmaci, in quanto l’accumulo di liquidi in eccesso verrà riassorbito autonomamente. Un edema di entità più grave, al contrario, deve essere trattato tempestivamente con farmaci diuretici, che aiutino il corpo ad espellere i liquidi in eccesso sotto forma di urina.

Tuttavia, prima di poter stabilire la terapia più corretta, è necessario identificare la patologia che è alla base dell’edema. Se l’edema si verifica, invece, in seguito all’uso di determinati farmaci, la terapia va interrotta immediatamente e il medico prescriverà un medicinale alternativo che non causi effetti indesiderati per il paziente.

In alternativa, per i casi meno gravi, vi sono alcune tecniche e metodi casalinghi che possono aiutare a ridurre l’edema o ad impedire che si manifesti di nuovo. Si tratta di procedure da eseguire sempre sotto stretto controllo medico per evitare di peggiorare ulteriormente la condizione. Innanzitutto, l’attività fisica, tramite la contrazione muscolare, può favorire una corretta circolazione venosa, evitando che il sangue ristagni e possa provocare un edema a livello degli arti, soprattutto quelli inferiori. Sarà il medico ad indicare quali sono gli esercizi più indicati in base alla situazione specifica di ogni soggetto.

Un altro metodo è quello di tenere la parte gonfia al di sopra l’altezza del cuore per più volte al giorno. Esistono inoltre calzemaniche e guanti a compressione, per prevenire un ulteriore rigonfiamento: questi indumenti mantengono la pressione sugli arti per evitare che il fluido si raccolga e provochi gonfiore ma devono essere prescritti sotto attento controllo medico.