Il melanoma è un tumore maligno derivante dai melanociti della cute contenuti nella pelle ma anche delle mucose, da quelli che costituiscono i nevi o, molto più raramente, dai melanociti posti in sedi extracutanee (occhio, meningi, orecchio interno, etc…). Il melanoma – tumore poco diffuso ma spesso molto aggressivo – è visibile ad occhio nudo e origina appunto melanociti, le cellule che producono la melanina, il pigmento responsabile della colorazione della pelle.
L’incidenza del melanoma – fino a pochi anni fa considerata malattia piuttosto rara – negli ultimi vent’anni è aumentata del 4%, arrivando a quota 14,3 casi su 100.000 uomini e 13,6 casi su 100.000 donne. Nella stragrande maggioranza dei casi, l’esposizione al sole non protetta è la causa principale dell’insorgenza. Rarissimo prima della pubertà, il melanoma colpisce prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 ed i 60 anni e di classe sociale medio-alta.
Quando rilevato in tempo e trattato in maniera adeguata, il melanoma rappresenta una malattia dalla quale è perfettamente possibile guarire. Se tuttavia la diagnosi è tardiva, questo può però evolvere rapidamente invadendo i tessuti adiacenti e dando anche metastasi a distanza, diventando pertanto letale. Infatti il melanoma cutaneo ha una prognosi – cioè un’evoluzione nel tempo – strettamente dipendente dallo spessore raggiunto nella pelle al momento della sua diagnosi e asportazione.
Se il melanoma è ancora rimasto confinato agli strati cutanei superficiali, la prognosi è generalmente buona, al contrario, se ha raggiunto gli strati più profondi perché ha avuto molto tempo di accrescersi prima della sua identificazione ed asportazione, i rischi di vita per il paziente sono molto elevati.
Indice
Cause e sintomi del melanoma
Come già accennato, il melanoma si genera a causa della degenerazione dei melanociti, le cellule adibite alla produzione di melanina al fine di proteggere la cute di tutto il corpo dall’aggressione dei raggi UV. Il melanoma può avere sia origine ex-novo che dalla degenerazione di un neo preesistente, i cui melanociti vanno incontro ad una degenerazione che li trasforma in cellule cancerose. In genere, ad aumentare la percentuale di insorgenza del melanoma, vi è la scorretta ed eccessiva esposizione alla luce solare o a lampade UV in assenza di un’adeguata protezione solare. Per questo motivo, le zone del corpo maggiormente soggette ad essere colpite da melanoma, sono quelle più frequentemente esposte al sole: braccia, gambe, mani e volto.
Prestare accurata attenzione alla formazione di nuovi nei e a quelli già esistenti è il primo e più importante passo per diagnosticare precocemente la comparsa di un melanoma. I segni ai quali bisogna prestare più attenzione sono i seguenti:
- Asimmetria: i nei in genere sono simmetrici, mentre il melanoma si presenta in maniera asimmetrica.
- Bordi irregolari: i nei presentano bordi regolari e ben definiti, il melanoma presenta invece bordi frastagliati.
- Colore disomogeneo: i nei sono caratterizzati da un colore più o meno intenso ma sempre omogeneo, il melanoma invece presenta più colori o più gradazioni di colore.
- Diametro: Una lesione cutanea sospetta che abbia un diametro superiore ai 6 millimetri deve essere verificata da uno specialista.
- Evoluzione: se un neo inizia a crescere rapidamente, a cambiare forma o colore questo potrebbe essere un melanoma.
Diagnosi del melanoma
Ogni individuo dovrebbe spontaneamente sottoporsi ad un annuale controllo dei nei, durante il quale lo specialista dermatologo procedere in un attento esame clinico. Questo permette di individuare eventuali nei o macchie cutanee sospette, così da indirizzare il paziente verso esami specifici e mirati, come la dermatoscopia.
La dermatoscopia è una procedura semplice e indolore che consiste nell’osservazione di nei e macchie cutanee mediante uno specifico strumento chiamato microscopio ad epiluminescenza o dermatoscopio, da cui il nome dell’esame. Questo strumento consente di osservare l’aspetto interno dei nei, andando a cogliere particolari che ad occhio nudo sarebbero impossibili da rilevare, scoprendo quindi se la lesione è o meno maligna, così da poter intervenire adeguatamente.
Spesso però la sola osservazione non è sufficiente, servirà quindi procedere con un esame istologico attraverso biopsia cutanea, eseguita in ambiente ambulatoriale. Questa viene eseguita mediante l’asportazione – completa o parziale – della lesione, in modo da poter formulare una diagnosi più accurata di quella consentita dalla sola osservazione.
La stadiazione del melanoma
L’esame istologico ha la funzione non solo di individuare se la porzione di tessuto prelevata fosse o meno un melanoma ma – nel caso lo fosse – di determinare la stadiazione mediante la localizzazione della neoplasia. Lo specialista anatomopatologo, nell’esaminare il reperto, sarà in grado infatti di determinare se i margini della resezione sono sani o meno. Nel primo caso significherà che il melanoma era in locu e che non avendo ancora infiltrato i tessuti circostanti può considerarsi del tutto reciso. Diversamente, tramite parametri ben definiti, l’anatomopatologo potrà predire la profondità di invasione del tessuto circostante da parte del melanoma, l’invasione linfovascolare e il numero delle cellule che si stanno moltiplicando, così da determinare in modo chiaro l’aggressività del melanoma.
Se il melanoma verrà valutato aggressivo e in rapida crescita, l’anatomopatologo richiederà la ricerca bioptica dei linfonodi sentinella e cioè quelli più prossimi alla alla lesione asportata. Se anche l’esame dei linfonodi sentinella segnalerà la presenza di cellule cancerose, sarà necessario eseguire altri esami quali ecografia, radiografia, TAC e PET per valutare eventuali metastasi a distanza.
Cure e terapie per il melanoma
Dopo aver valutato ed effettuato un’accurata diagnosi circa il tipo di tumore cui siamo di fronte, lo stadio della malattia e la zona in cui questo si è formato, si procederà con la scelta della terapia più adeguata, la quale dipenderà anche da altri fattori quali l’età e lo stato di salute del paziente.
- Terapia chirurgica
In genere, l’asportazione chirurgica è il trattamento consigliato nella maggior parte dei tumori cutanei. Con la chirurgia dermatologica, la lesione tumorale o sospetta tale, può essere completamente asportata. L’entità dell’intervento dipende dallo stadio del melanoma: in genere si asporta anche una parte di tessuto sano attorno a quello malato, in modo da essere sicuri di eliminare tutte le cellule tumorali. Nel momento in cui la lesione asportata si dovesse presentare di estese dimensioni, la chirurgia plastica interverrebbe per ricostruire la zona, specie se si presenta sul viso del paziente, al fine di evitarne una compromissione dal punto di vista estetico.
Quando si interviene chirurgicamente per trattare un melanoma, in genere si rimuove anche il linfonodo deputato a drenare l’area di cute interessata dal melanoma asportato – il linfonodo sentinella – così da escludere possibili residui di cellule tumorali e scongiurare metastasi a distanza. La chirurgia, inoltre, può essere utile, in alcuni casi, a rimuovere eventuali metastasi.
- Chemioterapia
La chemioterapia è un trattamento che consiste nella somministrazione di farmaci, per via orale o endovenosa, in grado di distruggere le cellule tumorali presenti. I tumori della pelle possono essere trattati anche tramite la somministrazione di farmaci chemioterapici in alte concentrazioni in un’area delimitata, escludendo così che il farmaco venga distribuito in tutto il corpo.
- Radioterapia
La radioterapia è utilizzata in alcuni casi specifici, per esempio in presenza di metastasi ossee oppure cerebrali sintomatiche, a scopo terapeutico integrato con altri trattamenti, oppure come palliativo dei sintomi.
- Immunoterapia
L’immunoterapia è un trattamento che si avvale dell’utilizzo di anticorpi monoclonali che agiscono andando a riattivare una parte del sistema immunitario che dovrebbe andare ad intervenire miratamente e selettivamente sulle cellule tumorali distruggendo.
- Terapia Targeted
Con “terapie targeted” si intendono particolari tipi di terapie che si avvalgono di farmaci atti a colpire particolari bersagli molecolari delle cellule tumorali, considerati indispensabili per la crescita delle cellule tumorali stesse. La caratteristica di questa terapia, al contrario di chemioterapia e radioterapia, è che deve essere costruita ad personam in base a caratteristiche della cellula tumorale stessa.
Negli ultimi anni lo sviluppo dell’immunoterapia e della terapia a bersaglio molecolare ha praticamente azzerato l’utilizzo della chemioterapia nella malattia avanzata e aperto nuove prospettive di cura sempre più personalizzate in base al paziente, alle patologie concomitanti, all’estensione della malattia ecc.
Come prevenire la comparsa del melanoma
Come anticipato, il principale fattore di rischio per la formazione di un melanoma è la sconsiderata ed irresponsabile esposizione ai raggi ultravioletti, sia quelli provenienti da fonte naturale (la luce solare) ma anche e soprattutto quelli provenienti da luci artificiali (docce o lettini abbronzanti). I raggi ultravioletti infatti, penetrano nella pelle andando a danneggiare irreparabilmente la struttura del DNA delle cellule, le quali potrebbero sviluppare mutazioni che potrebbero innescare lo sviluppo di processi tumorali.
Per evitare ciò, la prevenzione è la miglior cura. Evitare quindi, per quanto possibile, di esporsi a raggi ultravioletti di origine naturale o artificiale e farlo con le dovute precauzioni utilizzando quindi creme solari dalla protezione elevata, rappresenta una valida strategia di prevenzione nei confronti dei melanomi o dei tumori della pelle in genere.
Sottoporsi ad un controllo annuale dei nei con mappatura è inoltre consigliato per una eventuale diagnosi tempestiva.
Inoltre, una dieta variegata e ricca di vitamina A, C ed E – potenti antiossidanti – può aiutare la pelle a proteggersi dall’azione nociva dei raggi ultravioletti.
Fonti bibliografiche:
- Istituto Superiore di Sanità, Melanoma
- AIRC, Melanoma cutaneo