Blocco intestinale: come riconoscerlo e risolverlo

Scopriamo cos'è il blocco intestinale, quali sono le cause e i sintomi da non trascurare

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Pubblicato: 8 Maggio 2023 08:00

Il blocco intestinale è un problema che colpisce l’apparato digerente e che può causare gravi conseguenze. Si tratta di una condizione d’emergenza che provoca dolore intenso, vomito, nausea e che richiede l’intervento dei servizi di emergenza per evitare un peggioramento e gravi conseguenze.

Tale disturbo viene anche definito ileo, un termine derivante dal greco eilein, che significa “serrare” o “torcere” e che fa intendere la natura di questa condizione patologica. Comprendere le cause e i sintomi del blocco intestinale può aiutare a riconoscere la problematica ai suoi esordi e a richiedere, quindi, un intervento medico tempestivo e potenzialmente salvavita.

Cos’è un blocco intestinale?

Con occlusione o blocco intestinale si intende è una condizione patologica che si realizza quando viene arrestato il flusso del contenuto attraverso l’intestino.

Esistono due tipologie di blocco intestinale, che si differenziano per l’origine dell’occlusione:

  • il blocco paretico, causato all’arresto della peristalsi a causa di un funzionamento non corretto della muscolatura intestinale o di una sua paralisi (si parla di ileo paralitico o adinamico);
  • il blocco meccanico, che può essere legato alla presenza di un ostacolo fisico all’interno dell’intestino o di una compressione che proviene dall’esterno (si parla di ileo meccanico).

Si può distinguere anche tra ileo completo, quando viene totalmente ostacolato il passaggio del contenuto attraverso l’intestino o di sub-occlusione quando sono presenti torsioni o aderenze che rallentano l’avanzare del contenuto intestinale.

Un blocco intestinale può essere localizzato sia nell’intestino tenue, sia in quello crasso e, al verificarsi del disturbo, la porzione di intestino posta prima dell’occlusione continua a funzionare, trovando un ostacolo a livello del blocco. Ciò comporta un riempimento di queste zone dell’intestino e una loro dilatazione, nonché un’infiammazione della mucosa intestinale.

Oltre a provocare sintomi particolarmente dolorosi al soggetto che lo sperimenta, il blocco intestinale può causare serie conseguenze. Tra le più pericolose c’è la perforazione delle pareti enteriche e un conseguente spargimento del loro contenuto nella cavità addominale. Molto frequente è anche un’interruzione dell’apporto di sangue all’intestino, che avviene per uno schiacciamento dei vasi deputati all’irrorazione della regione. Questa situazione si manifesta nel 25% circa delle ostruzioni dell’intestino tenue. Quando una porzione di intestino resta intrappolata in un’apertura anomala, si avvia un processo di cancrena che porta alla morte le pareti intestinali: una loro rottura può provocare sepsi, peritoniti e shock e la condizione può essere letale per il paziente.

In tutti i casi di blocco intestinale è necessario, infatti, un intervento d’urgenza da parte del personale medico.

Le cause del blocco intestinale

Le cause di un’occlusione intestinale sono diverse e non sempre si possono individuare facilmente. Quando si parla di occlusione intestinale paretica, spesso a provocarla sono:

  • la formazione di tessuto cicatriziale dopo un intervento chirurgico nella zona pelvica o addominale;
  • peritoniti e infezioni intestinali;
  • traumi dell’addome;
  • alcune malattie del sistema nervoso o dei muscoli, come il morbo di Parkinson;
  • alcune classi di farmaci, quali i neuroplegici, gli oppiacei e i miorilassanti.

Le principali cause dell’occlusione intestinale meccanica sono invece:

  • delle aderenze intestinali, frequenti in fase post-operatoria;
  • calcoli biliari;
  • corpi estranei presenti nell’intestino;
  • diverticolite;
  • ernie o parti di intestino che sporgono a un’apertura anomala;
  • stenosi congenite;
  • torsioni dell’intestino;
  • tumori;
  • fecalomi (accumulo duro di feci).

Le anomalie congenite sono generalmente frequenti nei neonati. Inoltre, possono manifestarsi in età pediatrica le torsioni, i restringimenti dell’intestino o le masse indurite del contenuto intestinale.

Quali sono i sintomi del blocco intestinale?

Non appena si avvertono i primi sintomi del blocco intestinale, è fondamentale recarsi in ospedale immediatamente per richiedere cure rapide e tempestive. Solitamente tra i primi sintomi di un’occlusione ci sono:

  • nausea e vomito;
  • gonfiore addominale;
  • un dolore intenso e persistente all’altezza dell’addome, crampiforme e che si presenta a intermittenza;
  • stitichezza;
  • disidratazione e squilibrio idro-elettrolitico dovuto al mancato riassorbimento dei succhi digestivi;
  • febbre, soprattutto quando è presente una perforazione intestinale.

In assenza di trattamento, sofferenza ischemica e necrosi della porzione di intestino coinvolta nell’occlusione possono portare a setticemia e shock.

Il blocco intestinale inteso come occlusione spesso viene confuso con disturbi legati alla stitichezza oppure al gonfiore addominale. Si tratta di problemi di lieve entità caratterizzati da un fisiologico rallentamento del transito causato dalla dieta oppure da altri fattori.

Come diagnosticare un blocco intestinale?

Diagnosticare un’occlusione intestinale richiede l’intervento di un medico specializzato, che per farlo esegue un esame obiettivo del paziente e una palpazione dell’area addominale. Lo scopo è capire se ci sono zone che provocano dolore oppure se sono presenti masse sospette. Anche i suoni prodotti dai movimenti intestinali (che possono essere meglio auscultati con l’aiuto di uno stetoscopio) sono alterati in caso di occlusione e possono essere più intensi del normale o assenti.

In casi selezionati, è possibile eseguire una radiografia all’addome, che mostri la zona in cui le anse intestinali risultano dilatate e sofferenti e che mostri l’eventuale presenza di aria intorno all’intestino o sotto il diaframma, zone dove non dovrebbe generalmente essere presente.

Una TAC addominale può fornire ulteriori dati sulla salute dell’intestino, e aiutare a comprendere la sede dell’ostruzione e le sue cause scatenanti, dati essenziali per impostare un trattamento valido che risolva il problema.

Come curare un blocco intestinale

Il trattamento dipende dalla gravità della situazione e può rendersi necessario anche un intervento chirurgico d’urgenza. Trattare precocemente un’occlusione intestinale è essenziale per risolverla tempestivamente e prevenirne le complicanze (necrosi, perforazioni, peritoniti, shock setticemia) che possono anche essere gravi.

Il paziente affetto viene solitamente ospedalizzato, per procedere con un monitoraggio costante delle sue condizioni di salute e con un trattamento efficace. Quali sono le principali cure che possono essere fornite?

  • Il riassorbimento dell’eccesso di fluidi attraverso un sondino naso-gastrico, che passi dal naso e raggiunga lo stomaco o l’intestino, per iniziare ad aspirare il materiale che si è accumulato prima della sede dell’occlusione.
  • La somministrazione di liquidi ed elettroliti, come cloro, sodio e potassio, può compensare lo stato di disidratazione dovuto a vomito o diarrea.
  • Il nutrimento del paziente esclusivamente per via endovenosa consente di tenere il soggetto a digiuno e permette all’intestino di riprendere lentamente le sue normali funzionalità. Dopo una prima fase di digiuno, possono essere reintrodotti cibi in modo graduale e progressivo, sempre sotto monitoraggio medico costante.
  • Un catetere può consentire un drenaggio efficace delle urine e un loro rapido esame.
  • Quando la situazione è troppo compromessa, si deve ricorrere alla chirurgia d’urgenza, che prevede la rimozione delle parti necrotiche o delle porzioni dell’intestino danneggiate dall’occlusione. È possibile incidere le aderenze per liberare il tratto di intestino interessato dal blocco oppure eseguire un’ileostomia o anche una colostomia, interventi chirurgici che mirano a risolvere l’ostruzione che si è creata nelle pareti enteriche.

Nel caso di occlusione intestinale paretica è molto probabile una sua spontanea risoluzione nell’arco di qualche giorno, ma se il paziente è in severa sofferenza o i medici lo ritengono opportuno, è possibile comunque stimolare la motilità intestinale attraverso specifici farmaci che ne aumentano le capacità contrattili.

Come prevenire il blocco intestinale?

Nei blocchi intestinali l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale e la dieta è spesso strettamente legata alle cause del problema. In linea generale, chi è maggiormente esposto a tale disturbo dovrebbe seguire una dieta non troppo ricca di fibre in modo da favorire il transito intestinale. Inoltre, dovrebbe privilegiare alimenti cremosi e facilmente digeribili.

L’idratazione risulta essenziale per ottenere una perfetta funzionalità dell’intestino e la si può ottenere attraverso il consumo di generose quantità di acqua, ma anche con l’introduzione di altri liquidi o alimenti.

È utile consumare tanti piccoli pasti durante la giornata, masticare accuratamente ogni boccone e prediligere alimenti che non contengano parti dure. È consigliato sbucciare sempre bene la frutta e la verdura prima del consumo e ridurre le dosi di caffeina.

Utili pratiche quotidiane sono anche quelle di svolgere attività fisica regolare, abbassare i livelli di stress, non bere eccessive quantità di alcol, limitare o azzerare il vizio del fumo, in modo da mantenere l’intero organismo sui suoi massimi livelli di benessere.

Fonti bibliografiche

FAQ

Come capire se hai un blocco intestinale?

I principali sintomi di un blocco intestinale sono gonfiore dell'area addominale, nausea e vomito, dolori intensi e a intermittenza nella zona dell’intestino, disidratazione e, nei casi più gravi, febbre, necrosi, setticemia e stati di shock.

Come risolvere un blocco intestinale?

Molti casi di occlusione paretica si risolvono spontaneamente o con farmaci. È possibile introdurre sondini nasi-gastrici per riassorbire il contenuto intestinale. Nei casi gravi, è necessario un intervento chirurgico.

Cosa fare per il blocco intestinale?

Intervenire prontamente alla comparsa dei primi sintomi è essenziale. Nei soggetti più a rischio, è utile cercare di prevenire l’insorgere del problema con uno stile di vita sano e un regime alimentare adeguato.

Cosa mangiare con un blocco intestinale?

Quando il soggetto è ospedalizzato, viene alimentato per via endovenosa. Superata la fase di emergenza, è bene seguire una dieta che non sia ricca di fibre e preferire cibi cremosi e digeribili. È molto importante avere una buona idratazione.