Artrite reattiva: sintomi, cause e cure

L'artrite reattiva è una forma di artrite che si sviluppa come reazione a un'infezione in un'altra parte del corpo, caratterizzata da infiammazione, dolore e gonfiore delle articolazioni, spesso accompagnata da sintomi come febbre e affaticamento

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Carlotta Casiraghi

Medico chirurgo

Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università dell'Insubria, attualmente frequenta la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa.

L’artrite reattiva è un’infiammazione acuta non purulenta delle articolazioni, che è causata da un’infezione localizzata che interessa altre parti del corpo.

Questo tipo di infiammazione generalmente si presenta dopo 1-6 settimane dall’infezione, che spesso è sostenuta da microrganismi che colpiscono il tratto intestinale o le vie genito-urinarie.

Si tratta di una patologia reumatologica che rientra nel gruppo delle spondiloartriti sieronegative, ossia un gruppo di artriti infiammatorie a carattere cronico, che insorgono in individui presentanti una predisposizione genetica. Sono accomunate dalla positività per l’antigene HLA-B27 e la negatività per il fattore reumatoide: si tratta di due proteine  ricercate quando si sospettano patologie a carattere autoimmune. Di seguito, analizzeremo insieme sintomi e cause di questa malattia e le terapia consigliate dagli specialisti.

Artrite reattiva o Sindrome di Reiter

In alcuni casi la malattia viene anche chiamata Sindrome di Reiter. In particolare, si tratta di una specifica forma di artrite reattiva di lunga durata, che spesso è accompagnata da:

L’infiammazione delle articolazioni si sviluppa di solito nelle persone di età compresa tra i 18 e i 40 anni, raramente in bambini o anziani. Può capitare a donne e uomini, se si tratta di un’infezione del tratto gastrointestinale, quando subentra invece un’infezione del tratto genitourinario è più comune negli uomini. Ogni anno questo disagio colpisce circa 1-30 soggetti ogni 100.000 abitanti.

Il primo nome della patologia è stato Sindrome di Reiter, successivamente abbandonato poiché si suppone che Hans Reiter fosse un membro del Partito Nazional Socialista (nazisti) e direttore dell’Istituto di Terapia Sperimentale Kaiser Wilhelm, all’interno del quale sono stati eseguiti esperimenti su umani.

Sintomi dell’artrite reattiva

I sintomi comprendono sia manifestazioni articolari che extra-articolari. Le manifestazioni articolari riguardano generalmente le articolazioni delle gambe, che possono presentarsi:

  • gonfie,
  • arrossate,
  • rigide,
  • calde,
  • doloranti.

Tra le manifestazioni extra-articolari ci sono invece:

  • stanchezza persistente,
  • febbre moderata,
  • perdita di peso,
  • congiuntiviti
  • ulcere orali.

Cause dell’artrite reattiva

A causare la malattia legata alle articolazioni è spesso un’infezione del tratto gastrointestinale o genito-urinario. I microbi spesso responsabili dell’infezione sono diverse e si distinguono in base alla parte del nostro corpo interessata.

Il tratto genito-urinario:

  • Chlamydia trachomatis;
  • Ureaplasma urealyticum.

Il tratto digestivo:

  • Shigella (flexneri, sonnei);
  • Yersinia (enterocolitica, pseudotuberculosis);
  • Salmonella (tutti i sierotipi);
  • Campylobacter (jejuni, fetus, lari).

Dopo l’infezione, il nostro sistema immunitario potrebbe considerare come bersagli da combattere anche strutture articolari ed extra-articolari. Quindi i nostri anticorpi, oltre a combattere l’infezione, potrebbero rifarsi anche su strutture proprie del nostro organismo. Succede solo raramente e colpisce generalmente le persone geneticamente più predisposte, come chi ha l’antigene HLA-B27.

I fattori di rischio dell’ artrite reattiva

La principale causa di rischio che può determinare lo sviluppo della malattia è la presenza dell’antigene HLA-B27. Il 60-85% dei pazienti che sviluppano artrite reattiva sono HLA-B27 positivi.

Gli antigeni leucocitari umani (HLA -Human leukocyte antigen) sono proteine che permettono al sistema immunitario di discriminare tra le cellule del nostro organismo e quelle estranee. Ognuno di noi ha una combinazione di antigeni HLA specifica, presente sulla superficie dei leucociti e di altre cellule. Quindi possedere l’antigene HLA-B27 predispone solo all’insorgenza dell’artrite reattiva e di altre patologie autoimmunitarie. L‘antigene HLA-B27 aumenta il rischio di causare artrite reattiva fino anche a 50 volte in seguito a infezione del tratto intestinale o genito-urinario.

La diagnosi dell’artrite reattiva

Per diagnosticare questa patologia, si procede tramite l’anamnesi e in base al quadro clinico specifico del caso:

  • dita a salsiccia
  • dolore al tallone
  • interessamento di una o poche articolazioni senza coinvolgimento della rispettiva dell’altro lato, soprattutto agli arti inferiori
  • congiuntivite o iridite
  • diarrea acuta o cervicite nelle ultime quattro settimane prima della manifestazione dell’artrite
  • uretrite o ulcere genitali

Il coinvolgimento del sistema scheletrico e la presenza di due o più dei sintomi sopra riportati permette di porre diagnosi.

Differenze con l’artrite settica

È importante non confondere l’artrite reattiva con quella settica:

  • nell’artrite reattiva, il microrganismo provoca l’infezione delle mucose del tratto intestinale o genitourinario e solo dopo, soprattutto nelle persone più predisposte geneticamente, potrà causare una infiammazione articolare non
  • l’artrite settica è una patologia in cui il micro-organismo patogeno si trova direttamente all’interno dell’articolazione e potrà essere ritrovato con l’analisi del liquido sinoviale. Poiché si tratta di un’emergenza medica, risulta fondamentale un adeguato approccio diagnostico, che non può prescindere dall’esame del liquido sinoviale contenuto nell’articolazione.

Prognosi e possibili complicanze

La patologia è, solitamente, autolimitante, con una risoluzione dei sintomi in pochi mesi: se così non fosse, il medico dovrebbe sospettare una cronicizzazione della malattia. Anche per questo, è importante attenersi a un programma di follow up.

La patologia espone al rischio di insidiose complicanze:

  • Artrite ricorrente (15 to 50%)
  • Artrite cronica o sacroileite
  • Stenosi uretrale
  • Necrosi dell’aorta ascendente
  • Cataratta
  • Edema maculare cistoide

Per questo, è fortemente raccomandato rivolgersi a uno specialista immediatamente.

Come curare l’artrite reattiva

Naturalmente, la miglior terapia è la prevenzione: pertanto, è raccomandato evitare rapporti sessuali, praticare una corretta igiene generale e intima.

Una volta, tuttavia, che l’artrite reattiva è stata diagnosticata, se e solo se è possibile identificare l’agente patogeno originale, è altamente raccomandato l’inizio di una terapia antimicrobica da proseguire tassativamente fino a indicazione medica (anche 3-6 mesi), poiché favorisce significativamente il recupero.

Nelle forme più lievi, i pazienti traggono beneficio dall’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, per esempio ibuprofene o ketoprofene); anche le iniezioni intra articolari o locali di glucocorticoidi (per esempio nel caso di borsiti) hanno ottenuto un buon risultato. Nelle forme refrattarie al trattamento con antinfiammatori, il medico potrà prescrivere farmaci immunosoppressori (sulfasalazina, azatioprina, metotrexate).

Inoltre, a tutti i pazienti è raccomandata l’attività sportiva continuativa, e, soprattutto, di recuperare la forza muscolare all’interno del distretto interessato. Per questo, rivolgersi a uno specialista fisiatra, che provvederà a stilare un adeguato programma riabilitativo, lavorando in équipe con un fisioterapista.

Fonti bibliografiche: