Mette-Marit di Norvegia torna in pubblico per chiedere scusa alle persone LGBT

La Principessa ha interrotto per un giorno le sue cure e la sua lotta contro la fibrosi polmonare cronica per un evento speciale. Accanto a lei il marito, il Principe Haakon

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Antonella Latilla

Giornalista, esperta di tv e lifestyle

Giornalista curiosa e determinata. Scrittura, lettura e cronaca rosa sono il suo pane quotidiano. Collabora principalmente con portali di gossip e tv.

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Mette-Marit di Norvegia è tornata prima del previsto. Era in congedo dal 19 settembre, quando la famiglia reale norvegese ha annunciato il suo nuovo trattamento di riabilitazione polmonare, che ha portato a sospendere tutti i suoi impegni, salvo eventi eccezionali.

Il suo ritorno al pubblico era previsto per il 23 ottobre, in occasione dell’apertura del parlamento nazionale, ma alla fine ha anticipato la data prevista di una settimana per partecipare ad una messa speciale nella cattedrale di Oslo.

Uno storico passo compiuto dalla Chiesa evangelica luterana norvegese, il cui presidente, Lav Fykse Tveit, si è scusato per “la vergogna, il grande danno e il dolore” che l’istituzione ha causato alla comunità LGBT.

Mette-Marit di Norvegia e il marito chiedono scusa alle persone LGBT

“Il Principe e la Principessa Ereditari hanno partecipato a una messa serale nella Cattedrale di Oslo in occasione delle scuse della Chiesa norvegese alle persone LGBT“, ha fatto sapere la casa reale in una breve nota stampa.

Durante la messa il presidente della Chiesa evangelica luterana di Norvegia, Olav Fykse Tveit, si è scusato pubblicamente con queste parole: “La Chiesa norvegese ha causato vergogna, danno e dolore alle persone omosessuali. Questo non sarebbe dovuto accadere e chiedo perdono”.

Un momento importante della messa serale è stato quando i rappresentanti di diverse organizzazioni si sono avvicinati al globo luminoso. Sono state accese candele per le persone queer vicine e lontane, per ricordare quanto accaduto in passato e la strada da percorrere.

“Da 75 anni, le organizzazioni queer lottano per i diritti delle persone queer nella chiesa e nella società. Accendiamo una candela per la fedeltà, per la volontà di restare uniti, anche quando c’è una tempesta”, ha affermato Stephen Adom della FRI Association.

Caroline Vagle, esperta reale per la rivista Se og Hør, ha sottolineato quanto sia cruciale per Mette-Marit di Norvegia la lotta contro la discriminazione. “È stato sottolineato che avrebbe potuto partecipare ad alcuni eventi durante le sue cure ma solo le occasioni molto speciali hanno la priorità. Il fatto che la Principessa Ereditaria scelga di partecipare a questa cerimonia nonostante la malattia invia un forte segnale della sua grande importanza per questa causa”.

Mette-Marit è apparsa in perfetta forma con un tailleur pantalone bianco e si è soffermata a chiacchierare con rappresentanti religiosi, tra cui Kristine Sandmæl, presidente del comitato LGBT della Chiesa di Norvegia.

Mette-Marit di Norvegia e Haakon uniti nonostante la malattia e lo scandalo

Finalmente vediamo dunque la coppia reale insieme, dopo che la malattia ha impedito alla Principessa di accompagnare il marito nel suo viaggio negli Stati Uniti per commemorare il 200° anniversario dell’immigrazione norvegese nel Paese.

“È sempre meglio viaggiare insieme”, ha ammesso l’erede al trono ai media, pur essendo lieto delle cure della Principessa. Durante questo periodo, Mette-Marit si sta spostando tra casa e l’ospedale, per sottoporsi ad un programma di riabilitazione che, secondo lo specialista in medicina interna e malattie polmonari Olav Kåre Refvem, è molto intenso.

Alla moglie del Principe Haakon è stata diagnosticata la fibrosi polmonare cronica nel 2018, malattia che è peggiorata nell’ultimo anno. I trattamenti sempre più intensivi e i gravi effetti collaterali che comportano hanno portato la 52enne a ridurre considerevolmente il suo programma ufficiale.

A pesare sulla situazione di Matte-Merit anche lo scandalo che ha coinvolto il figlio più grande Marius Borg. Il ragazzo rischia una condanna fino a dieci anni di carcere dopo essere stato accusato di 32 reati, tra cui stupro. Il processo prenderà il via il prossimo febbraio.