I tranelli mentali che rovinano le tue finanze. Riconoscerli e superarli

Scopri i meccanismi psicologici che ti fanno sbagliare con i soldi e le strategie per decisioni finanziarie più consapevoli

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Donatella Ruggeri

Psicologa

Psicologa, fondatrice di “Settimana del Cervello”. È una nomade digitale: lavora da remoto e lo fa viaggiando.

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Gestire il denaro dovrebbe essere semplice: si tratta di fare conti, confrontare prezzi, pianificare entrate e uscite. Eppure, è meno facile del previsto e spesso ci ritroviamo a comprare qualcosa di cui non avevamo bisogno, a rimandare decisioni importanti o a ripetere errori finanziari che sapevamo di voler evitare…

La verità infatti è che il nostro rapporto con i soldi, come abbiamo esplorando i motivi per cui non siamo razionali con i soldi, è tutt’altro che matematico.

Dietro ogni scelta economica si nascondono emozioni, abitudini, credenze e, come se non bastasse, una serie di tranelli mentali che ci portano a valutare male le situazioni (se vuoi approfondire, ti consiglio il libro L’economia della mente).

Capire i meccanismi della psicologia finanziaria può aiutarci a fare scelte più consapevoli e in linea coi nostri reali bisogni.

Bias cognitivi più comuni quando si tratta di soldi

Crediamo di essere razionali quando si tratta di denaro, ma in realtà utilizziamo scorciatoie mentali che possono arrivare a distorcere il nostro giudizio.

Questi cosiddetti “bias cognitivi” si attivano automaticamente (e inconsapevolmente) per consentirci di risparmiare energia mentale, ma non sempre ci portano nella direzione giusta. Vediamo quali sono.

L’eccesso di fiducia nelle nostre capacità

Tendiamo a sopravvalutare le nostre competenze, soprattutto in ambiti complessi come la finanza. Quante volte hai pensato di “saperne abbastanza” per scegliere un investimento basandoti magari su un articolo letto online o su un consiglio sentito per caso?

Ecco, questo meccanismo (overconfidence bias) si manifesta anche nelle situazioni più quotidiane: entriamo al supermercato senza lista della spesa, convinte di avere tutto sotto controllo, e usciamo con il carrello pieno di cose che in realtà non ci servivano.

Il filtro delle conferme

Il nostro cervello ama avere ragione, per questo, quando abbiamo un’idea o una convinzione, cerchiamo istintivamente informazioni che la confermino, ignorando tutto ciò che potrebbe metterla in discussione.

Se siamo convinte che un investimento sia sicuro, tenderemo a leggere o a dare maggiore peso alle solo testimonianze positive e agli articoli favorevoli; allo stesso modo, se pensiamo che un prodotto sia conveniente, noteremo solo gli aspetti che ci danno ragione. In più, il bias di conferma ci porta anche a insistere sulle eventuali scelte sbagliate, perché ammettere l’errore significherebbe mettere in discussione la nostra visione.

L’effetto della presentazione

Il modo in cui un’informazione viene presentata influisce in modo incredibile sulla nostra percezione. “Hai l’80% di probabilità di guadagnare” suona molto più attraente di “hai il 20% di possibilità di perdere”, anche se i due dati sono matematicamente identici.

Le aziende di marketing conoscono bene questo meccanismo (framing effect) e lo sfruttano a loro vantaggio: “Oggi sconto del 70%” ci fa sentire fortunate, anche se magari quel prodotto non avrà prezzo pieno nemmeno domani…

La stessa strategia si applica ai prodotti finanziari, dove i rendimenti vengono spesso presentati evidenziando solo gli aspetti positivi.

Il potere del “primo prezzo”

Il primo numero che vediamo diventa il nostro punto di riferimento mentale (anchoring bias). Ad esempio, se un paio di scarpe che ci piace è esposto a 200€ e poi lo troviamo scontato a 120€, ci sembrerà un affare incredibile, un acquisto da non perdere anche se il prezzo reale di mercato potrebbe essere molto più basso e anche se non ci serve davvero.

Lo stesso accade con gli investimenti: se abbiamo comprato un titolo a 100€, fatichiamo ad accettare di venderlo a 80€, anche quando sarebbe la scelta più sensata. Rimaniamo “ancorate” a quel primo prezzo, che condiziona pericolosamente tutte le valutazioni successive.

La paura di perdere è più forte della gioia di guadagnare

Psicologicamente, perdere 50€ ci fa soffrire più di quanto ci faccia gioire guadagnarne 50 (si chiama loss aversion).
Questo spiega perché molte persone tengono investimenti in perdita per anni, sperando di “tornare almeno in pari”, invece di accettare una perdita limitata e cambiare strategia.

La stessa dinamica ci porta a rimanere con conti bancari svantaggiosi o prodotti inefficienti, pur di evitare di provare la sensazione di aver sbagliato.

L’effetto del gruppo

Quando siamo incerte, tendiamo a guardare cosa fanno gli altri per capire come muoverci (comportamento noto come effetto gregge). Se vediamo amici e conoscenti investire in criptovalute, comprare una certa auto o scegliere un particolare prodotto, possiamo sentirci spinte a fare lo stesso, anche se non capiamo il reale funzionamento o valore di quella mossa.

Questo bisogno di conformarsi è naturale, ma può portarci a decisioni poco ponderate e, nei casi estremi, ad alimentare vere e proprie bolle speculative.

Le convinzioni nascoste che guidano le nostre scelte

Oltre ai bias cognitivi, esistono credenze più profonde che influenzano il nostro rapporto con il denaro. Sono i cosiddetti “copioni mentali” o money scripts, frasi e idee che abbiamo interiorizzato nel tempo e che agiscono spesso a nostra insaputa.

Alcuni esempi comuni:

  • “I soldi non fanno la felicità”: questo copione può portarci a rifiutare opportunità di guadagno o a sentirci in colpa quando spendiamo per noi stesse;
  • “Chi ha successo ha sempre tanti soldi”: ci spinge verso spese eccessive per mantenere un’immagine sociale positiva, anche a costo di indebitarci;
  • “Bisogna sempre risparmiare per il futuro”: un mantra che può trasformarsi in un’ansia costante che ci impedisce di goderci il presente o di investire su noi stesse, anche quando sarebbe necessario.

Questi copioni non li scegliamo consciamente ma li apprendiamo dalla famiglia, dall’ambiente in cui cresciamo, dalle esperienze che viviamo. Spesso si trascinano per anni, per interrompersi solo quando ci fermiamo a chiederci se davvero rispecchiano ancora (ammesso che lo abbiano mai fatto!) i nostri valori attuali.

Quando le emozioni prendono il controllo

Che ci piaccia o no, il nostro stato emotivo ha un impatto enorme sulle decisioni finanziarie.

Quando siamo stressate, ansiose o euforiche, la capacità di valutare con lucidità diminuisce drasticamente.

L’ansia, in particolare, può portarci a due estremi opposti: o a risparmiare in modo ossessivo, rinunciando come dicevamo anche a spese necessarie, o a evitare completamente di pensare con criterio ai soldi, cosa che ci fa spendere senza controllo.

Lo stress quotidiano invece ci rende vulnerabili agli acquisti “di compensazione”. Dopo una giornata difficile, comprare qualcosa può sembrare una ricompensa meritata, anche se il portafoglio non è d’accordo.

Il confronto sociale, amplificato dai social media, ci mette costantemente di fronte a una versione ideale della vita degli altri.

Vediamo vacanze, case, oggetti che trasmettono successo e, sulla base di questo, possiamo sentirci spinte a colmare il divario tra noi e le altre persone con spese impulsive.

Insomma, anche se solo solo pochi esempi, danno un’idea di come le decisioni finanziarie sono più influenzabili ed “emotive” di quanto siamo disposte ad ammettere.

La scienza che spiega tutto questo

Negli ultimi decenni, gli studi di imaging cerebrale hanno mostrato che quando pensiamo al denaro si attivano contemporaneamente le aree del cervello legate al piacere e quelle associate all’ansia. Ogni decisione economica è quindi il risultato di un equilibrio delicato tra desiderio, paura e autocontrollo.

Ricerche condotte su migliaia di persone hanno confermato che i nostri “copioni mentali” sui soldi influenzano il comportamento finanziario più del livello di reddito o di istruzione. In altre parole: avere informazioni non basta, bisogna anche lavorare sul proprio mondo interiore.

Strategie pratiche per decisioni più consapevoli

E ora passiamo al pratico, perché conoscere questi meccanismi è utile per scardinarli, ma servono anche strumenti concreti.

  • Fai passare 24h: prima di ogni decisione finanziaria importante, aspetta almeno 24 ore. Spesso, l’impulso del momento passa e riusciamo a valutare l’impegno con più chiarezza;
  • Scrivi: tenere un diario delle spese con le emozioni associate aiuta a riconoscere i pattern ricorrenti. Anche fare una lista di pro e contro può portare maggiore lucidità e controllo;
  • Confrontati con qualcuno: una persona esterna, più neutrale, può aiutarti a vedere aspetti che da sola non noteresti e a smascherare le distorsioni mentali;
  • Usa la tecnologia a tuo favore: molte app permettono di impostare limiti di spesa automatici, trasferimenti per il risparmio e promemoria. Delegare alla tecnologia queste azioni riduce l’influenza delle emozioni momentanee;
  • Non avere paura di chiedere aiuto: esistono professionisti che possono supportarti nella costruzione di nuove abitudini finanziarie, aiutandoti a rielaborare le convinzioni che ti ostacolano.

Un nuovo rapporto con il denaro è possibile

Nessuno nasce sapendo gestire il denaro, figuriamoci farlo in modo “perfetto”, ma costruire una relazione più serena con i soldi è possibile, anche partendo da piccoli cambiamenti.

Serve innanzitutto accettare che le emozioni fanno parte del processo decisionale, ma anche sapere che non devono dominarlo (non sempre, almeno).

Poi, serve riconoscere i propri automatismi, mettere in discussione le credenze ereditate dal passato e non vergognarsi di ammettere quando ci si sente in difficoltà.

La consapevolezza economica è infatti un percorso che richiede tempo, pazienza, autocritica e auto-osservazione.

Alla fine, se ci pensi, il denaro è solo uno strumento. Sta a noi decidere se usarlo per costruire benessere, libertà e serenità, oppure restare prigioniere di paure e convinzioni che non ci servono concretamente.

La chiave è sempre la stessa: la consapevolezza. Non dobbiamo diventare esperte di finanza o accumulare grandi patrimoni, basta iniziare a conoscersi meglio e ricordare che cambiare è sempre possibile, anche nel rapporto con i soldi.