C’è una frase celebre, a quanto pare, erroneamente attribuita a Platone, che recita così: “Sii gentile, perché chiunque tu incontri sta combattendo una lotta più dura”. A scriverla pare sia stato Ian McLaren e, a grandi linee, significa che tutte le persone, anche quelle che sembrano sempre sorridenti e appagate, stanno facendo i conti con una battaglia e che quindi essere gentili è sempre l’approccio migliore da tenere.
Una citazione preziosa, soprattutto alla luce del fatto che non tutti gli individui esplicitano le loro emozioni e ciò che provano. Basti pensare alla sindrome della papera, nome che è nato all’interno dell’università di Stanford per descrivere gli studenti che nascondono ansia e stress dietro atteggiamenti di felicità e rilassatezza.
Perché l’analogia con la papera, di cosa si tratta e come riconoscerla.
Cos’è la sindrome della papera di chi appare felice ma nasconde ansia e stress
Sorridono, sembrano le persone più felici, appagate e rilassate del mondo, ma la realtà nasconde ben altro. Ovvero la sindrome della papera. Si tratta di un’espressione nata presso l’università americana di Stanford e si riferisce a quegli studenti che, pur apparendo felici, in realtà stanno solo celando ansia e stress.
Ma come mai proprio la papera? A quanto pare, è stato scelto questo animale poiché a un primo sguardo sembra muoversi sull’acqua senza alcuna fatica, ma in realtà quello che accade sotto è ben diverso: con le zampe si muovono velocemente per non farla affondare.
Lo stesso farebbero gli studenti, ma anche tutte quelle persone che non si lamentano nonostante vivano situazioni che causano ansia e stress e faticano ogni giorno per restare a galla.
Attenzione però, non si tratta di una diagnosi riconosciuta dalla comunità medica, ma di un’espressione che racchiude al suo interno una serie di disturbi provati da coloro che si sentono depressi, ansiosi, stressati e che dormono male, perché faticano a mantenere gli standard richiesti dalla società o da loro stessi.
Va sottolineato, inoltre, che, a quanto pare, sono le donne a esserne maggiormente colpite, proprio per le alte aspettative che il mondo riversa sulla loro persona. Ma sono vittime anche coloro che pensano di non poter mostrare le proprie difficoltà e fragilità, coloro che ritengono di dover mantenere sempre un livello elevato ma senza far trasparire la fatica fatta.
Come riconoscere la sindrome della papera
L’ansia attanaglia ogni giornata, lo stress offusca la mente. Ma fuori appariamo come persone felici, appagate, che sembrano non avere neppure un problema nella vita.
In realtà questa fatica che proviamo, quando cerchiamo di stare dietro agli standard e alle aspettative della società, non può che farci male e si riversa sulla nostra qualità di vita.
I modi per riconoscere la sindrome della papera felice ci sono: basta comprendere quanto ci si senta stressati e come il corpo reagisce. Magari si dorme male, oppure non ci si sente perfettamente centrati, in altri casi è la rabbia a farla da padrona.
Chi soffre di questa sindrome sembra affrontare la vita, gli eventi e gli impegni senza fare alcuno sforzo, ma in realtà sta lottando per riuscire a conciliare tutto. Magari il suo malessere inizia con una semplice preoccupazione, che poi può sfociare in disturbi veri e propri.
Cosa fare? Capirsi, comprendere ciò che si sta vivendo e parlarne con un professionista. E, poi, ricordarsi sempre che non c’è nulla di male nello sbagliare, nel dire “non ce la faccio”, nel non volersi omologare con ciò che pensiamo la società ci richieda o con gli obiettivi che ci hanno detto che dobbiamo raggiungere.